Mercoledì, 25 Giugno 2008 00:00

CONSIGLIO REGIONALE: IL DIBATTITO SULLA RIFORMA DELLE ASL

“Il disegno di legge portato all’attenzione del Consiglio rappresenta un momento importante per la sanità lucana”. E’ l’affermazione della vicepresidente del Consiglio regionale, Rosa Mastrosimone. Per il consigliere regionale del gruppo misto – La Rosa bianca, Antonio Flovilla, “l’ultimo Consiglio regionale del 24 e 25 giugno verrà ricordato come un autentico spartiacque fra due fasi della vita istituzionale della Basilicata". “Il cosiddetto disegno riformatore degli enti intermedi locali somiglia ad una ‘torre di Babele’ per la sovrapposizione di compiti e funzioni che si ritrovano in diverse strutture presenti sul territorio, al quale non viene data una risposta in termini di sviluppo. Lo ha affermato il consigliere regionale Franco Mattia (Fi-Pdl) .
CONSIGLIO REGIONALE: IL DIBATTITO SULLA RIFORMA DELLE ASL
 

“Il disegno di legge portato all’attenzione del Consiglio rappresenta un momento importante per la sanità lucana”. E’ l’affermazione della vicepresidente del Consiglio regionale, Rosa Mastrosimone, che sottolinea come “il ddl sia stato oggetto di ampio dibattito in sede di Commissione con lo scopo di salvaguardare due obiettivi considerati essenziali per l’efficacia e l’efficienza della sanità regionale: razionalizzare il Sistema sanitario riducendone o meglio ridistribuendo i costi e salvaguardare il protagonismo dei territori nell’interesse degli assistiti”. “Si è voluto da alcune parti – ha proseguito Mastrosimone - porre particolare enfasi al solo risparmio della spesa per il taglio delle direzioni, minimizzando gli altri aspetti che caratterizzano in modo peculiare la Riforma. La Struttura organizzativa del Servizio Sanitario regionale che è delineata dal disegno di riordino e riassetto non si configura come semplice riduzione del numero delle aziende o di taglio ai costi della dirigenza, ma come provvedimento di rilievo che rivaluta il ruolo dei servizi sanitari del territorio, verso il quale si sposta l’asse dell’assistenza, fino ad oggi troppo centrata sulle strutture ospedaliere e recupera molto la centralità del cittadino paziente (in tutti i sensi). Particolare impulso – ha sottolineato l’esponente dell’Adc - viene dato alla assistenza in Reti integrate di servizi sanitari, che sfruttando anche le innovazioni tecnologiche che la regione si è data in tema di telemedicina e teleconsulto, permette una forte interazione fra specialisti dei centri di eccellenza e medici di Medicina generale, nel realizzare percorsi diagnostico-terapeutici condivisi nelle patologie croniche, senza che sia necessario spostare il paziente, spesso anziano e solo dal suo domicilio. Tutto questo, senza rinunciare ad un livello qualitativo della assistenza che prima poteva ottenere raggiungendo lontani ospedali con viaggi disagevoli”.

 

“Una riforma ed un riassetto organizzativo partecipati, aderenti alle esigenze del territorio, dinamicamente riconsiderati protagonisti e con i suoi servizi vicini alla gente”. “E’ questo – ha sottolineato il capo gruppo dei Popolari uniti, Luigi Scaglione – il quadro che emerge dal ddl sul nuovo sistema sanitario lucano che, facendo tesoro delle esigenze prospettate dalle popolazioni con un sentire condiviso che aveva caratterizzato la nostra iniziale scelta politica, è giunto alla determinazione di un miglioramento dei servizi da offrire ai cittadini senza smantellare i presidi, anzi potenziandoli e destinandoli ad una sempre più ampia specializzazione costruendo così, un sistema che punta a ridurre i costi di gestione esterna a favore dei servizi veri”. “La risposta che viene dal Dipartimento Salute della Regione - dichiara Scaglione - è andata dunque in questa direzione, correggendo la rotta di una volontà che in un primo momento sembrava voler essere proiettata solo sulla eliminazione dei Direttori Generali e delle Asl e null’altro. La identificazione di sette Distretti nella logica della individuazione delle Comunità Locali che si costituiscono per aggregare i territori puntando sulla coesione e non sulla divisione - ha proseguito Scaglione - è il segno della partecipazione vera dei territori alla gestione anche dei servizi sanitari garantiti come sono dai Sindaci principali attori. La nascita di due Asl, la conferma dell’Azienda Ospedaliera del San Carlo di Potenza come primo attore ed il ruolo funzionale attribuito all’ex Crob di Rionero, oggi Irccs, vanno nella direzione sempre auspicata dai Popolari uniti, di non accentrare la gestione ed allontanare il cittadino-utente anche qui nella dimensione di un nuovo ruolo che la politica assume, trasferendo ai Direttori Generali delle Aziende, per esempio, i poteri di nomina dei Direttori di Distretto. La politica abdica e coinvolge anche gli organismi medici e sanitari in genere, nella costituzione operativa di una rete funzionale ai bisogni dei malati”. “Ed ancora – continua Scaglione - la riduzione sensibile dei costi di gestione attraverso la eliminazione di Direttori Sanitari ed amministrativi con la definizione di un Centro unico di spesa, credo sia il segnale di una inversione di tendenza vera nella logica della qualità dei servizi e del risparmio funzionale che in questi giorni ha avuto la sua diretta conferma dai dati sulla spesa sanitaria regionale e sulla riduzione dei costi ,va rilevato che nel 2007 il saldo della mobilità sanitaria è passato da 42 meuro a 40 meuro. Un miglioramento strutturale - conclude Luigi Scaglione - che rende più forte il consolidamento della spesa grazie anche alla riduzione della mobilità sanitaria che è addirittura migliorata di ben 16 meuro. Eguale valutazione positiva per la riorganizzazione e messa a regime di Basilicata Soccorso (118) che attribuisce al buon lavoro fatto nella Sanità di Basilicata, il segno di una reale inversione di rotta”.

 

Per il consigliere regionale del gruppo misto – La Rosa bianca, Antonio Flovilla, “l’ultimo Consiglio regionale del 24 e 25 giugno verrà ricordato come un autentico spartiacque fra due fasi della vita istituzionale della Basilicata. La riforma delle Aziende Sanitarie e delle Comunità Montane avvia una nuova stagione all’insegna di un riformismo spinto e della “buona politica”. Flovilla si è detto “particolarmente soddisfatto di aver contribuito con il suo movimento a rinsaldare la maggioranza di centro sinistra proprio nell’ottica della innovazione della politica e delle istituzioni, portando un contributo al cambiamento dei vecchi assetti burocratici e centralisti”. Flovilla “crede nell’operazione di riorganizzazione del territorio che rinsalda aree omogenee, offrendo l’opportunità di portare verso l’alto la qualità dei servizi offerti alle persone e alle comunità. Nel merito è anche importante – a parere di Flovilla - assicurare alla Pubblica amministrazione locale modelli organizzativi fondati sulla cultura dell’efficienza e della riduzione della spesa pubblica”. “E’ strategico” - secondo Flovilla – aver contribuito ad una azione di riforma così radicale, che sposa l’esigenza di ridurre i costi e l’invadenza della politica, con la qualità dell’offerta, la razionalizzazione delle strutture, la presenza sul territorio di presidi che rendono plastica l’idea della sussidiarietà”. Flovilla auspica, infine, che “queste scelte siano solo l’avamposto di una nuova modalità d’approccio nei rapporti fra politica regionale e cittadini, soprattutto per quanto concerne la fiducia che questi ultimi devono avere verso comparti come quello della salute, che devono continuamente alzare gli standard qualitativi e professionali. Ecco, perché, ciò che conta non è il numero delle Aziende Sanitarie, ma lo spirito della riforma, che radica e penetra i servizi sul territorio, decentralizzando l’offerta e avvicinandola ai cittadini e alle famiglie lucane”.

 

“Il cosiddetto disegno riformatore degli enti intermedi locali somiglia ad una ‘torre di Babele’ per la sovrapposizione di compiti e funzioni che si ritrovano in diverse strutture presenti sul territorio (in particolare quello più svantaggiato) al quale non viene data una risposta in termini di sviluppo. Il provvedimento si colloca nel solco di un processo consumato che non garantisce le funzioni di governo connesse alla crescita socio-economica locale, ma piuttosto si incardina in una involuzione che mortifica gli strumenti di coinvolgimento degli attori sociali, sia nei percorsi programmatori che nelle attività attuative”. E’ il giudizio del consigliere regionale Franco Mattia (Fi-Pdl) al disegno di legge della Giunta regionale sul riordino degli Enti locali in merito al quale i consiglieri di Fi-Pdl hanno votato contro. “Ci aspettavamo – ha detto Mattia - un lavoro di riordino essenzialmente incisivo e profondo, che si proponesse di costruire l’architrave della ‘governance del sistema sub regionale’, attraverso una rimodulazione di compiti che rendesse efficace ed incisiva l’azione di governo, che rimettesse a punto lo sviluppo del territorio e delle popolazioni, soprattutto montane, i sistemi della semplificazione organizzativa ed amministrativa, del riaccorpamento funzionale, dell’elevazione dell’efficienza, della riduzione dei costi. Avremmo voluto che tutti questi sistemi fossero stati sviluppati, semplificati e resi produttivi. Tutto ciò, invece, non si è verificato, in quanto il lavoro, durato tra l’altro anni – ha aggiunto Mattia - si è smarrito nella palude delle compiacenze politiche e burocratiche ed è stato prosciugato dalla strategia del centralismo di potere, frantumato nella propria missione, ridotto ad un gioco banale”. “Un gioco che – ha evidenziato Mattia - si articola semplicemente nella riduzione percentuale del numero dei consiglieri e del numero degli amministratori senza benefici diretti alle comunità locali. Una riforma dunque lontana dai bisogni dei cittadini, inefficace ed avara di servizi. Il disegno di legge inoltre – ha continuato Mattia - mortifica il mandato di rappresentanza dei Comuni ai quali vengono affidati compiti residuali e marginali dopo che avranno subito l’ “obbligo impositivo” di aderire alle Comunità Locali, con evidenti ricadute sul piano della finanza locale e della gestione del personale. Anche la logica della sussidiarietà viene ridotta ad un esercizio teorico privo di strumenti e di interventi, mentre si annulla del tutto il principio dell’autonomia di governo locale che è il fondamento dei municipi”. A parere di Mattia “non è la favola del riordino degli Enti locali ad annullare il divario sociale-economico e produttivo dei territori montani rispetto a quelli più sviluppati e più produttivi, in quanto il disegno di legge non cambierà il destino delle nostre comunità locali. Un destino oggi atroce, mortificato e contrassegnato dalla emarginazione, dallo spopolamento, e dalla disoccupazione, ma anche dalla disperazione. Se dunque la sottodotazione produttiva è ancora oggi il vero problema delle nostre aree di montagna, delle nostre aree interne, spesso collinari e montuose, più montuose che collinari, perché sia possibile innescare un’inversione di tendenza, occorrerà affrontare politiche capaci di coniugare produzione ed occupazione, espansione del sistema imprenditoriale e crescita dei livelli occupazionali. Questa – ha concluso Mattia - è la vera riforma, questo è il vero riordino delle Comunità Locali”.

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