Giovedì, 19 Giugno 2008 00:00

UNA LETTERA APERTA AL SINDACO DI MATERA

I presidenti delle associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Api, Cna, Confartigianato, e Casartigiani di Matera hanno chiesto, in una lettera aperta al sindaco Emilio Nicola Buccico “di farsi promotore, presso la Regione Basilicata, di un piano di sostegno per le micro e piccole imprese materane”. “Sono numerose e onerose – spiegano i presidenti in una nota - le imposte dirette che gravano sulle imprese (Irap, Irpef, Ici, Tosap, Tarsu, e diritti camerali). L’eliminazione di queste imposte, almeno per i prossimi tre anni – aggiungono gli esponenti delle associazioni - allevierebbe le aziende che sono già strozzate da costi e pagamenti incalzanti. I presidenti hanno inoltre chiesto “di verificare la disponibilità...
UNA LETTERA APERTA AL SINDACO DI MATERA
I presidenti delle associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Api, Cna, Confartigianato, e Casartigiani di Matera hanno chiesto, in una lettera aperta al sindaco Emilio Nicola Buccico “di farsi promotore, presso la Regione Basilicata, di un piano di sostegno per le micro e piccole imprese materane”. “Sono numerose e onerose – spiegano i presidenti in una nota - le imposte dirette che gravano sulle imprese (Irap, Irpef, Ici, Tosap, Tarsu, e diritti camerali). L’eliminazione di queste imposte, almeno per i prossimi tre anni – aggiungono gli esponenti delle associazioni - allevierebbe le aziende che sono già strozzate da costi e pagamenti incalzanti. I presidenti hanno inoltre chiesto “di verificare la disponibilità, sempre in coordinamento con la Regione, di facilitare l’accesso al credito per quelle aziende in difficoltà, e di rilanciare e rifinanziare, in modo congruo, il fondo regionale di garanzia, per poter permettere alle imprese di dilazionare o rinegoziare la propria situazione debitoria con le banche locali”. “In questi giorni – continuano le associazioni - tutti sono preoccupati dalla crisi del mobile imbottito e dalle nefaste conseguenze che tale situazione determinerà, in termini occupazionali.Gli incassi sono crollati e le categorie, solitamente inclini all’ottimismo, cominciano a intravedere seri pericoli per il proprio futuro: le entrate non garantiscono neanche i costi di gestione, e i dati sulla mortalità delle imprese, riferiti agli ultimi 12 mesi, lo dimostrano, per cui la cessazione di una attività diventa, sempre più spesso, l’unica soluzione”. “L’accesso al credito bancario – concludono i presidenti - è complesso e rappresenta un enorme costo, fra interessi elevati e costi di gestione fra i più cari in Europa, la tassazione diretta opprime le aziende, i costi contributivi diventano sempre più difficili da assolvere, i costi di gestione (canoni ed utenze energetiche) crescono a dismisura”.
 
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