Giovedì, 25 Ottobre 2007 00:00

TERRORISMO I SEGRETARI SCRIVONO

I segretari regionali del Prc, Sd, Pdci e Verdi hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, al ministro del Lavoro, Cesare Damiano e al Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Basentini, perché “si attivino nel rispetto delle proprie attribuzioni e dei propri poteri, all’uopo sollecitando, quanto meno, sviluppi celeri dell’indagine da parte di chi vi è preposto” nei confronti di alcuni operai della Fiat di Melfi.

TERRORISMO I SEGRETARI DI PRC, SD, PDCI E VERDI SCRIVONO A NAPOLITANO

I segretari regionali del Prc, Sd, Pdci e Verdi hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, al ministro del Lavoro, Cesare Damiano e al Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Basentini, perché “si attivino nel rispetto delle proprie attribuzioni e dei propri poteri, all’uopo sollecitando, quanto meno, sviluppi celeri dell’indagine da parte di chi vi è preposto” nei confronti di alcuni operai della Fiat di Melfi. “È notizia degli ultimi giorni – scrivono i quattro segretari di partito - riportata anche dagli organi di stampa, che sono state effettuate delle perquisizioni personali e locali nei confronti di diverse persone, tra i quali alcuni lavoratori della Fiat di Melfi, previa iscrizione dei medesimi nel registro degli indagati per i reati di cui agli artt.270 bis e 272 c.p., da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza Direzione Distrettuale Antimafia, con contestuale notifica ai predetti dell’avviso di garanzia. Parallelamente alla notifica dei suddetti provvedimenti, la Fiat ha proceduto alla contestazione disciplinare, con sospensione cautelare di due lavoratori, ed al successivo licenziamento degli stessi. A base del licenziamento, incredibilmente, vi è la mera ricezione dell’avviso di garanzia. Ciò – aggiungono i segretari regionali dei quattro partiti - lede qualsiasi tutela prevista dalla Costituzione e capovolge la stessa ratio e natura dell’istituto in questione. Allo stato, i lavoratori, i quali, come è agevole immaginare, non conoscono neppure quali siano i fatti in base ai quali la Magistratura abbia inteso procedere ad iscriverli nel registro degli indagati, sono posti sostanzialmente nella condizione di non poter svolgere il loro diritto di difesa nei confronti dell’azienda. Il tutto a non voler considerare che davvero singolarmente la Fiat ha conosciuto tali elementi ben prima degli stessi organi di stampa. I lavoratori, che professano la loro assoluta estraneità rispetto ad ogni ipotesi delittuosa e che non sono stati raggiunti da nessun provvedimento restrittivo della libertà personale, subiscono tale licenziamento in palese violazione del principio costituzionale di non colpevolezza, specie considerando che le indagini potrebbero far emergere la loro suddetta estraneità. Tutto ciò viene posto a conoscenza delle Autorità in indirizzo perché, avuta contezza delle distorsioni a cui si perviene per la non corretta interpretazione ed applicazione di istituti rilevanti del nostro ordinamento, si attivino nel rispetto delle proprie attribuzioni e dei propri poteri, all’uopo sollecitando, quanto meno, sviluppi celeri dell’indagine da parte di chi vi è preposto. Tanto al fine di evitare il disagio sociale e personale di chi si professa assolutamente lontano dalle ipotesi criminose in argomento”.

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