Martedì, 27 Marzo 2007 00:00

di destra o di sinistra

Toccare questo argomento ci sembra addirittura di cattivo gusto, dal momento che il definitivo tramonto delle ideologie ha spento (e forse è anche un bene) ogni possibile distinguo tra le due storiche antagoniste della politica italiana. A quanto pare, però, esse sopravvivono nelle sofisticate analisi politiche di qualche esponente dei Democratici di sinistra e nelle asfittiche esternazioni pubbliche di qualche malaccorto candidato alla carica di sindaco di Matera. E così, abbiamo appreso che la sinistra si deve preparare per fronteggiare l'offensiva “delle destre”. Il fatto che esista un candidato di centrodestra è risaputo, come è altrettanto noto che i suoi avversari politici possono e devono attrezzarsi per fronteggiare la prevedibile offensiva elettorale, così come è previsto dall'ordinamento costituzionale repubblicano italiano. Quello che appare, invece, degno di una salutare risata, è il tentativo di voler spacciare una candidatura di centro per quello che non è, vale a dire l'espressione di un'altra destra. Passi per chi era impegnato a contare i voti delle mozioni congressuali ma è davvero censurabile che, a rendersi responsabile di questa stupidata verbale sia stato proprio chi è nato ed è cresciuto (politicamente) all'ombra di quel candidato di centro. Sembra di essere tornati ai tempi di “Maledetti vi amerò”, un antico film di Marco Tullio Giordana nel quale il protagonista, un militante di sinistra ritornato dopo anni di latitanza per motivi politici, non si ritrovava più nei suoi antichi schemi. “Due cavalli, di sinistra - rimuginava - maggiolino, di destra; loden, di destra, eskimo, di sinistra; scarponcini, di sinistra, mocassini, di destra”. Piumino smanicato indossato sulla giacca - aggiungiamo noi - di sinistra, giaccone e berretto, di destra? Francamente ci aspettavamo di più da cotanta “energia fresca”…

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