Lunedì, 10 Marzo 2008 00:00

I GIORNALI ITALIANI IN ARGENTINA NEL FASCISMO

"Fascismo e antifascismo nella stampa italiana in Argentina: fu così spenta La Patria degli Italiani" è il titolo di un saggio di Pantaleone Sergi apparso sull'ultimo numero di "Altreitalie", rivista internazionale di studi sulle popolazioni di origine italiana nel mondo, edita dalla Fondazione Giovanni Agnelli. Il saggista calabrese ha osservato e studiato il quotidiano di maggiore importanza per la comunità italiana residente in Argentina, "La Patria degli Italiani", il più diffuso in lingua italiana fuori dall'Italia, che divenne apertamente antifascista a partire dal 1928, con l'ingresso nella sua redazione di numerosi esuli antifascisti. Il fascismo fece di tutto per appropriarsi della testata attraverso l'industriale Vittorio Valdani.
I GIORNALI ITALIANI IN ARGENTINA NEL FASCISMO
"Fascismo e antifascismo nella stampa italiana in Argentina: fu così spenta La Patria degli Italiani" è il titolo di un saggio di Pantaleone Sergi apparso sull'ultimo numero di "Altreitalie", rivista internazionale di studi sulle popolazioni di origine italiana nel mondo, edita dalla Fondazione Giovanni Agnelli. Il saggista calabrese ha osservato e studiato il quotidiano di maggiore importanza per la comunità italiana residente in Argentina, "La Patria degli Italiani", il più diffuso in lingua italiana fuori dall'Italia, che divenne apertamente antifascista a partire dal 1928, con l'ingresso nella sua redazione di numerosi esuli antifascisti. Il fascismo fece di tutto per appropriarsi della testata attraverso l'industriale Vittorio Valdani, e non riuscendoci creò un quotidiano rivale e alternativo diretto da Mario Appelius per diffondere i propri ideali. Dopo averla boicottata e diffamata riuscì, infine, a far fallire "La Patria degli Italiani" soltanto facendo pressione sugli inserzionisti perché togliessero la linfa economica della pubblicità. Nello studio (che spazia sul processo di fascistizzazione della stampa italiana anche in Usa e Canada) si racconta questa "guerra di carta" tra giornali fascisti e antifascisti che caratterizzò la comunità italiana di Buenos Aires; in questo quadro "La Patria degli Italiani" assunse il ruolo di difensore civico e di rappresentante di una parte della comunità italiana che non si identificava con gli ideali fascisti. Sergi fa una analisi della nascita e dell'evoluzione della fascistizzazione della stampa e dell'azione propagandistica del fascismo, non trascurando di soffermarsi sui protagonisti, sulle "firme" del quotidiano. Tra questi spicca il nome di Giuseppe Chiummiento, giornalista lucano originario di Acerenza, assunto alla "Patria" agli inizi del 1929, uno dei tanti esuli italiani, giornalisti perseguitati dal fascismo, i quali portarono al Rio de la Plata un patrimonio di professionalità apprezzato non solo all'interno della comunità italiana. Insieme a molti altri, Chiummiento diede nuova linfa ai periodici in lingua italiana di Buenos Aires e, come spiega Sergi, offrì più fresche e genuine letture sulla reale situazione italiana anche ai giornali argentini. Chiummiento, infatti, in Italia dal 1919 al 1925 aveva diretto il quotidiano "La Basilicata", un giornale democratico, dichiaratamente antifascista e ortodossamente vicino alle posizioni dello statista lucano Francesco Saverio Nitti, presidente del Consiglio nel turbolento primo dopoguerra in Italia, anche lui costretto a riparare all'estero per motivi politici. Dopo una aperta sfida al Duce, con editoriali di fuoco ("La Basilicata" subì oltre cinquanta sequestri) nel 1927 fu costretto a emigrare per le minacce e le bastonature subite.
Letto 725 volte