AL SUD OGNI 100 EURO DI PIL 30 DRENATI DA TASSE

Nel 2008 il livello di intermediazione politica delle Regioni e degli Enti locali sull'economia ha raggiunto una media del 30% al Sud: ciò vuol dire che ogni 100 euro prodotti in queste realtà territoriali 30 euro sono “filtrati” dalla politica locale attraverso le tasse e la spesa. Punte massime si raggiungono nelle realtà a statuto speciale (Valle d'Aosta con il 44,9% e Trentino con il 35,1%). A sottolinearlo è la Cgia di Mestre che ha istituito un indice di intermediazione delle amministrazioni regionali e comunali sull'economia locale. In pratica questo indice è il risultato della somma delle entrate (tributi propri, entrate in conto capitale, tariffe, trasferimenti dall'Ue, etc.) e delle spese di competenza delle Regioni e degli Enti locali (Comuni e Province) sul Pil regionale. Le percentuali più elevate sono riconducibili alle Regioni a Statuto speciale e alle realtà territoriali del Sud. In generale nel 2008 il peso delle realtà amministrative locali sull'economia regionale ha toccato il 44,9% in Valle d'Aosta, il 35,1% nel Trentino Alto Adige e il 33,4% in Sicilia. Seguono la Calabria con il 32,5%, la Basilicata con il 30,1%, la Sardegna con il 29,6%, il Molise con il 27,5%, l'Umbria con il 27,3%, la Campania con il 27% e poi tutte le altre. Chiudono la classifica l'Emilia Romagna con il 19,7%, il Veneto con il 18,2% e il Lazio con 16,2%. Dato, quest'ultimo, chiaramente condizionato dal peso sull'economia regionale delle funzioni di Roma capitale. "Questo indicatore - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre -ci consente di dimensionare il ruolo della politica locale nel far proprie le risorse prodotte dal territorio attraverso l'applicazione di tributi, imposte e tariffe per poi redistribuirle attraverso sussidi, finanziamenti e misure di sostegno di vario genere a famiglie e imprese. In buona sostanza altro non è che il peso della discrezionalità della politica locale".