Martedì, 09 Febbraio 2010 00:00

COMUNI LUCANI: IN 15 VOGLIONO DIVENTARLO MA...

COMUNI LUCANI: IN 15 VOGLIONO DIVENTARLO MA QUALCUNO PENSA ALLA PUGLIA

 

Chi vuole entrare e chi vuole uscire. Se c'è un comune, Lavello, in provincia di Potenza che vuole passare alla Puglia, sono 15 i comuni che dalla Campania bussano alle porte della Basilicata per riaggregare il territorio esistente prima del 1806 quando il Vallo di Diano ed il Golfo di Policastro, ora provincia di Salerno, facevano parte appunto della Lucania, la “Grande Lucania”. Una battaglia alla quale sta lavorando un comitato nazionale e un comitato comprensoriale . La legge consente ai Comuni di distaccarsi dalla regione di provenienza. L'iter prevede prima una consultazione referendaria locale ma solo con legge del Parlamento il distacco potrà avvenire. Quindici municipi in tutto del Vallo di Diano e del Cilento (Laurino, Pisciotta, Ascea, Casalvelino, Montesano sulla Marcellana, Atena Lucana, Buonabitacolo, Sanza, Casaletto Spartano, Monte San Giacomo, Auletta, Caggiano, Petina, Torraca e Sant'Arsenio) hanno deliberato in tal senso. Questo spezzone di territorio era in Lucania prima che Giuseppe Napoleone Bonaparte nel 1806 mettesse mano ai confini amministrativi del Regno. ''La nostra è innanzitutto una battaglia identitaria e di omogeneità territoriale – spiega l'architetto Tiziana Bove Ferrigno, presidente del comitato comprensoriale Grande Lucania - perché siamo lucani nei toponimi, nella cultura, nella storia, nel modo di mangiare e sempre di più per le relazioni con le persone. Quindi, un senso di appartenenza molto forte. Poi ci sono altre ragioni, come la voglia e la necessità di avere uno spazio per questa area sud della Campania che non e' solo lontana dal capoluogo di regione ma lo è anche dal capoluogo di provincia e che, nonostante i tanti progetti ed i finanziamenti non conosce un reale sviluppo''. I promotori hanno tenuto molti incontri in Basilicata dove hanno tastato il polso. ''La nostra iniziativa - aggiunge la presidente del Comitato - riscuote simpatie in Basilicata ma ovviamente non manca chi è restio. C'è da dire comunque che sul piano dei fatti la nostra area è accomunata con la Basilicata dagli stessi problemi, tra cui lo spopolamento''. L'aggregazione porterebbe un aumento di popolazione, quella del Vallo di Diano è di circa 85 mila persone che arrivano a 250 mila se si aggiunge l'area cilentana. La battaglia della Grande Lucania non è l'unica iniziativa di questo genere in Italia. ''Sono circa 100 i Comuni in Italia che hanno avviato le pratiche per il distacco dalla regione di appartenenza -sottolinea Bove Ferrigno- ricordo tra tutti il caso di Cortina d'Ampezzo (Belluno). C'è inoltre un esempio positivo di chi ce l'ha fatta, sono i 7 Comuni dell'Alta Val Marecchia che sono passati dalle Marche all'Emilia Romagna. Hanno tenuto i referendum nel 2006 e ad agosto dell'anno scorso la loro volontà è stata sancita con legge del Parlamento. Stiamo tentando lo stesso percorso -sottolinea- aspetteremo le delibere degli altri Comuni, alcuni dei quali stanno per rinnovare i consigli comunali. Intendiamo chiudere le adesioni del comprensorio del Vallo di Diano, in tal modo si potrebbe creare un effetto traino per le altre aree limitrofe''. A Lavello, intanto, il consiglio comunale non si è ancora pronunciato ed il mondo politico, anzi, sembra diviso. Intanto la questione è stata posta da un comitato promotore che vuole aggregare Lavello alla Puglia e confluire nella provincia Bat. Le motivazioni, anche in questo caso, riguardano l'omogeneità territoriale e le relazioni sociali ed economiche. Lavello, infatti, è al confine con la Puglia e sente l'appartenenza al Parco dell'Ofanto, recentemente istituito nella vicina regione. I cittadini vedono la Puglia migliore soprattutto per la viabilità e per i collegamenti. D'altro canto, però, in Basilicata l'acqua costa di meno. La proposta di referendum sarà discussa dopo le elezioni regionali (fonte Adnkronos).

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