Domenica, 07 Febbraio 2010 00:00

LUCANIA: DOPO L' INQUINAMENTO L' ABBANDONO

LUCANIA: DOPO L' INQUINAMENTO L' ABBANDONO

Sconcerto per la china imboccata dal Governo nazionale, questa è l'unica reazione possibile per i lucani che hanno a cuore la propria terra. Lo sostiene Leonardo Pinto, presidente de La Grande Lucania secondo il quale i lucani ritengono che la misura sia colma. La chimica di Stato, che ha inquinato abbondantemente la Lucania, tanto da provocare un innegabile incremento delle malattie tumorali, è svanita come una zaffata di vapore di una vecchia locomotiva. L'industria del Nord ha goduto di finanziamenti statali, in perfetto stile mordi e fuggi, lasciando sul campo cassintegrati, disoccupati, inquinamento e malattie. Pure il terremoto, evento disastroso per noi lucani, è diventato occasione per consistenti acquisti industriali, dirottati verso lidi estranei alle terre meridionali. Tutti hanno beneficiato del terremoto del 1980, anche i cinesi. Le rotte del nostro petrolio lucano, estratto dai pozzi in Val d'Agri, non sono note. È noto, invece, che alcune componenti aromatiche dei benzeni finiscono nel miele raccolto dalle api lucane. Si conosce benissimo l'ammontare delle royalties pagate dalle compagnie estrattive e si sa che sono le più basse al mondo. Il federalismo impostoci dalla politica che conta è veramente strano: per il petrolio ci danno una miseria e le tasse che paga l'Eni finiscono ai lombardi i quali, nel miele, preferiscono l'essenza del bergamotto. Accadrà la stessa cosa per le nuove centrali nucleari? – si chiede Pinto. I presupposti ci sono tutti sarà il governo a decidere dove metterle e nessuno potrà impedirlo. Ma siamo proprio sicuri che i lucani sopporteranno anche questo? I parlamentari del Pdl sostengono che dobbiamo stare tranquilli perchè nella nostra regione non ci sono le caratteristiche territoriali ed ambientali per realizzare una centrale nucleare o il deposito nazionale per rifiuti radioattivi. Il governatore lucano e qualche assessore dissotterrano l'ascia di guerra e promettono battaglia. A parere di Pinto si tratta di buoni propositi, smentiti da tanti esempi di svendita del nostro territorio. Non è sufficiente offrire garanzie di tranquillità alla vigilia di una importante campagna elettorale. Non si può essere antinucleari in campagna elettorale, per conquistare simpatie e voti, e indifferenti, per circa mezzo secolo, di fronte ad impianti come quello dell'Enea. Le prossime elezioni regionali, sostiene infine Pinto, saranno una eloquente dimostrazione della intelligenza dei lucani. I Lucani, che già contribuiscono molto con le proprie risorse per il fabbisogno energetico nazionale, sapranno difendere il loro territorio per evitare che diventi definitivamente una pattumiera, più di quanto già lo sia.

Letto 2148 volte

Editoriale

L'intervista

Speciale

Culturalia

Politica

Contr-appunti

Attualità

Cronaca

Obbiettivo su

Varie