Lunedì, 14 Dicembre 2009 00:00

LOTTE CONTADINE: UN'OCCASIONE PER RIFLETTERE

“La settimana di manifestazioni storiche, culturali, politiche e sociali dedicate al 60esimo anniversario dell’occupazione delle terre, che si apre oggi a Montescaglioso, è un’occasione non solo per riflettere sul significato e sui risultati ottenuti nelle importanti battaglie per il lavoro, lo sviluppo e la democrazia, ma per guardare ai problemi di oggi dell’occupazione e dell’agricoltura dei nuovi “senza terra” o meglio di quei contadini che la terra ce l’hanno e non riescono a fare reddito”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale Giacomo Nardiello (Pdci), evidenziando che “dall’analisi delle vicende storiche regionali relative al decennio a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta emerge chiaramente un’attiva partecipazione popolare.
LOTTE CONTADINE: UN'OCCASIONE PER RIFLETTERE
“La settimana di manifestazioni storiche, culturali, politiche e sociali dedicate al 60esimo anniversario dell’occupazione delle terre, che si apre oggi a Montescaglioso, è un’occasione non solo per riflettere sul significato e sui risultati ottenuti nelle importanti battaglie per il lavoro, lo sviluppo e la democrazia, ma per guardare ai problemi di oggi dell’occupazione e dell’agricoltura dei nuovi “senza terra” o meglio di quei contadini che la terra ce l’hanno e non riescono a fare reddito”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale Giacomo Nardiello (Pdci), evidenziando che “dall’analisi delle vicende storiche regionali relative al decennio a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta emerge chiaramente un’attiva partecipazione popolare alle lotte politiche e sociali. Il movimento contadino a Montescaglioso, Tricarico, Irsina e successivamente a Venosa, riuscì ad imporre, infatti, all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e delle forze politiche democratiche il problema dell’inserimento delle masse rurali nelle strutture dello Stato e della società italiana e ad orientare l’interesse verso il mondo delle campagne di settori importanti della cultura italiana, dell’arte e degli intellettuali attenti alle trasformazioni in atto. Dal movimento contadino e bracciantile emerse nel dopoguerra – aggiunge Nardiello – una nuova classe dirigente che si affermò progressivamente nella direzione e nella vita democratica dei partiti, dei sindacati e delle organizzazioni sociali a livello nazionale e regionale. Figure come Giuseppe Novello di Montescaglioso e Rocco Girasole di Venosa sono diventate per tanti di noi un modello di attività politica e di relazioni con la gente più umile. Le lotte per la terra inoltre pongono in evidenza anche -è stato notato in sede storiografica- il nesso esistente con la lotta antifascista, per la gravità delle condizioni sociali e di vita ormai intollerabili imposte dal regime fascista alle comunità interne del Mezzogiorno. Lo testimoniano le sollevazioni popolari del marzo 1940 a San Mauro Forte contro la politica economica del fascismo e le organizzazioni agrarie della provincia di Matera per l’esosità dei contributi agricoli unificati, i moti del pane a Tricarico del 1942, i fatti di Matera, quelli di Irsina, di Rionero e l’episodio della Repubblica di Maschito del 1943. Soprattutto in questa fase segnata da difficoltà e da forti processi di ristrutturazione produttiva e di disgregazione sociale e politica, la valorizzazione di quanto fatto negli anni ’50, ’60 e ’70 possono senz’altro contribuire al recupero dei valori e al rafforzamento delle identità del nuovo corso sociale, politico ed economico anche per la precarietà e difendere la legalità e la democrazia”.
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