Domenica, 06 Dicembre 2009 00:00

BASILICATA: FOLINO E' CONTRO IL LISTINO

“Scopo originario dell’istituzione del listino era probabilmente quello di portare in Consiglio regionale professionalità e competenze presenti nella società, come valore aggiunto delle coalizioni che avrebbero così potuto arricchire l’offerta politica delle liste proporzionali dei partiti. Ma è indubbio che questo istituto si è nei fatti trasformato in una sorta di ‘camera di compensazione’ degli equilibri politici. E’ cioè diventato uno strumento desueto, che non ha quasi mai svolto la funzione originaria per la quale era stato creato. Ed è quindi giusto abolirlo”. E’ quanto scrive, in un articolo pubblicato oggi dal “Quotidiano della Basilicata”, il consigliere regionale del Pd Vincenzo Folino, che è vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali.

BASILICATA: FOLINO E' CONTRO IL LISTINO

“Scopo originario dell’istituzione del listino era probabilmente quello di portare in Consiglio regionale professionalità e competenze presenti nella società, come valore aggiunto delle coalizioni che avrebbero così potuto arricchire l’offerta politica delle liste proporzionali dei partiti. Ma è indubbio che questo istituto si è nei fatti trasformato in una sorta di ‘camera di compensazione’ degli equilibri politici. E’ cioè diventato uno strumento desueto, che non ha quasi mai svolto la funzione originaria per la quale era stato creato. Ed è quindi giusto abolirlo”. E’ quanto scrive, in un articolo pubblicato oggi dal “Quotidiano della Basilicata”, il consigliere regionale del Pd Vincenzo Folino, che è anche vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale. “Se per ragioni tecnico – giuridiche, relative anche alla oggettiva difficoltà di riformare la legge elettorale senza aver prima riformato lo Statuto, non fosse possibile fare questo – aggiunge Folino - credo che il tema vada comunque assunto in sede politica. Penso cioè che il candidato presidente del centrosinistra debba proporre alla coalizione che si va formando la composizione del listino al di fuori da logiche di spartizione politica, e riportando invece questo istituto alla sua originaria funzione: quella di arricchire la rappresentanza democratica con la candidatura di persone che siano espressione del mondo delle professioni, delle associazioni, del lavoro, della cultura”.

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