Giovedì, 19 Novembre 2009 00:00

ACQUA: LA BASILICATA E' PER IL "PUBBLICO"

“La Regione Basilicata da tempo ha imboccato la strada di una gestione pubblicistica dell’acqua e intende proseguire con fermezza lungo questa direzione”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, commentando il disegno del governo nazionale di privatizzare il sistema idrico attraverso l’ingresso dei privati nelle società di gestione. “L’acqua è un bene pubblico di primaria importanza e non deve essere trasformato in un’impropria occasione di business". Gli ha fatto eco il vice presidente del consiglio lucano, Giacomo Nardiello. “Contro lo scellerato ed antipopolare provvedimento del Governo e della maggioranza di centrodestra sulla privatizzazione dell'acqua – ha dichiarato - è necessario seguire l’esempio della Giunta pugliese".
ACQUA: LA BASILICATA E' PER IL "PUBBLICO"
 
“La Regione Basilicata da tempo ha imboccato la strada di una gestione pubblicistica dell’acqua e intende proseguire con fermezza lungo questa direzione”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, commentando il disegno del governo nazionale di privatizzare il sistema idrico attraverso l’ingresso dei privati nelle società di gestione. “L’acqua è un bene pubblico di primaria importanza e non deve essere trasformato in un’impropria occasione di business. Con la privatizzazione le tariffe dell’acqua rischiano di aumentare fino al 30 per cento senza, però, migliorare, l’efficienza del servizio. E come al solito, a pagarne le conseguenze saranno i ceti meno abbienti, già duramente provati da una crisi economica senza precedenti. La Basilicata ha dimostrato che può esistere un modello di gestione del servizio idrico efficace e funzionale e la stessa Commissione europea ne ha riconosciuto la positività della governance messa in campo con la legge 63 del 1996, dando atto che le buone prassi implementate possono costituire un utile punto di riferimento per l’intera Comunità. Inoltre la valenza di questo modello è stata ribadita anche dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti pubblici. La stessa autorità, nemmeno un anno fa, si è rifatta all’esperienza lucana per stabilire se i modelli di gestione esaminati, oltre 60, fossero conformi all’ordinamento europeo e a quello italiano. Questo è il percorso che abbiamo intrapreso e che in nessun modo abbandoneremo. In questo senso – ha proseguito De Filippo – adotterò anche in sede di Conferenza Stato-Regioni tutte le iniziative necessarie per evitare che i buoni risultati finora conseguiti vadano dispersi, per colpa di un liberismo devastante ai diritti dei cittadini e dei territori. Per questo stiamo valutando l’ipotesi di ricorrere alla Corte Costituzionale. Nei prossimi giorni, comunque, avvierò la costituzione di un tavolo tecnico, propedeutico a una significativa modifica legislativa utile a consolidare il sistema di governance dell’acqua”.
Gli ha fatto eco il vice presidente del consiglio lucano, Giacomo Nardiello. “Contro lo scellerato ed antipopolare provvedimento del Governo e della maggioranza di centrodestra sulla privatizzazione dell'acqua – ha dichiarato - è necessario seguire l’esempio della Giunta regionale della Puglia che si limita all’opposizione attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale ma ha deciso di ri-pubblicizzare Acquedotto Pugliese con un vero e proprio atto di sfida istituzionale al Governo. Per noi, regione macrofornitrice di risorse idriche rilevanti per lo sviluppo ed i bisogni primari, non solo dei lucani, ma di altre comunità regionali, si pone, dunque, la necessità di rivedere la forma giuridica di Acquedotto Lucano da spa ad ente pubblico regionale”. “Oggi l'acqua – ha aggiunto Nardiello – e magari domani toccherà all'aria. Il via libera alla privatizzazione dell'acqua è una cosa indegna, che grida vendetta e che dà la misura dello scivolamento politico e culturale in atto nel nostro Paese. Se si privatizza persino un bene comune e universale come l'acqua vuol dire che siamo davvero alla frutta. L'indecenza del provvedimento si traduca ora in mobilitazione attiva: ci impegneremo, insieme con le associazioni dei consumatori, nella raccolta firme per il referendum contro questa scellerata decisione. Intanto, un esempio di cosa fare subito ci viene da Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, dove l'acqua e' gestita dalla Regione al 100 per cento, perché l'acqua e' un bene pubblico – conclude Nardiello - che va salvaguardato e noi, in quanto rappresentanti dei cittadini, non possiamo consentire che diventi un modo per allargare il business dell'oro blu”.
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