Venerdì, 16 Ottobre 2009 00:00

BANCA DEL SUD: MOLTI I DUBBI

''La montagna ha partorito il topolino, il grande piano per il Mezzogiorno annunciato da Berlusconi si riduce al coniglio che Tremonti tira fuori regolarmente dal cappello quando si trova sotto pressione per l'assenza di politiche per il Sud''. Così il vicepresidente del Parlamento europeo, il lucano Gianni Pittella, commenta il varo nel Consiglio dei ministri di oggi della Banca per il Sud. ''Bisognerà vigilare fin d'ora senza pregiudiziali perché il progetto della Banca del Mezzogiorno risponda all’esigenza di un credito che rispetti le necessità del territorio". “La Banca del Sud nasce sotto i peggiori auspici e somiglia ad un carrozzone in odore di clientelismo ". Lo sostiene Giacomo Nardiello, vice presidente del Consiglio lucano.
BANCA DEL SUD:  MOLTI I DUBBI
''La montagna ha partorito il topolino, il grande piano per il Mezzogiorno annunciato da Berlusconi si riduce al coniglio che Tremonti tira fuori regolarmente dal cappello quando si trova sotto pressione per l'assenza di politiche per il Sud''. Così il vicepresidente del Parlamento europeo, il lucano Gianni Pittella, commenta il varo nel Consiglio dei ministri di oggi della Banca per il Sud. ''Bisognerà vigilare fin d'ora senza pregiudiziali perché il progetto della Banca del Mezzogiorno risponda all’esigenza di un credito che rispetti le necessità del territorio, non abbiamo bisogno dell'ennesimo carrozzone burocratico - sostiene Pittella - se guardiamo al passato non possiamo essere ottimisti, considerato che troppo spesso interventi simili si sono trasformati in colossali farse, con l'erogazione del credito stabilita sulla base di criteri di selezione politica: il problema dell'accesso al credito per le imprese meridionali é una questione complessa che é collegata anche ad altre problematiche che vanno affrontate con serietà senza presentare l'iniziativa della banca del sud come la medicina capace di curare tutti i mali, ma come uno strumento – conclude Pittella - che va inserito in un ampio contesto di riforme che devono riguardare anche altri settori strategici dell'economia''.
La Banca del Sud nasce sotto i peggiori auspici e somiglia più ad un carrozzone partorito da un atto demagogico in odore di clientelismo che ad uno strumento per incentivare lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso quel credito sinora negato ad imprese e famiglie meridionali”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Giacomo Nardiello, per il quale “i compiti attribuiti dal Ministro Tremonti, in una logica governativa che sinora ha concesso poco in concreto al Mezzogiorno e troppi impegni di carta, sono poco chiari, come del resto la stessa organizzazione e la finalità della Banca. Lo Stato, sostiene Tremonti, sarà ‘socio promotore, con una quota simbolica, per poi sparire’. Socio promotore di chi? Quota simbolica di quanto? E, infine, perché lo Stato dovrà poi sparire? Questi interrogativi ci fanno pensare a un progetto che punta a fare del Sud Italia terra di conquista di ‘affari’ privati con la complicità del pubblico. L’odore di clientelismo si fa sentire già da queste prime avvisaglie. L’impressione è che la soluzione, pasticciata e confusa dell’esecutivo, è solo una trovata propagandistica utile per favorire interessi e faccende privatissime”. “Del resto – aggiunge Nardiello – le perplessità non sono solo nostre, tant’è che il ministro Fitto non ha controfirmato il ddl e il ministro Prestigiacomo ha ampiamente dissentito. Aspettiamo adesso il parere dell’autorevole ex presidente della Confindustria lucana, Attilio Martorano, che ha sempre fatto del credito un motivo di distinzione e di critica alll’operato della Giunta regionale. Verificheremo se la sua recente creatura sarà adesso soddisfatta del progetto di Tremonti. Noi Comunisti pensiamo, piuttosto, che il benessere ed il recupero di produttività del Mezzogiorno sono interesse di tutti gli italiani. La vera priorità dovrebbe essere quella di creare le condizioni affinché gli investimenti nel Mezzogiorno diventino più convenienti. Anche se la Banca del Sud dovesse alla fine funzionare, i problemi esistenti e da risolvere richiedono ben più di una banca perché il più grande problema del Mezzogiorno è la mancanza di buoni investimenti e non quelli di industriali calati dal Nord solo per contributi e vantaggi fiscali. E non è affatto chiaro se una volta creata una banca meridionale avremmo davvero migliori investimenti nel Mezzogiorno. In aggiunta, come mettono in guardia illustri economisti che non si possono certamente accusare di essere di sinistra, si rischia di creare nuovo debito pubblico”.
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