Martedì, 06 Ottobre 2009 00:00

SCUDO FISCALE: LA UE LO RESPINGERA'?

''La battaglia contro lo scudo fiscale deve essere politica e nelle sedi opportune, non si può chiedere al Capo dello Stato di sovvertire il suo ruolo chiedendogli di violare l'articolo 74 della Costituzione''. Ad affermarlo è il vicepresidente vicario del Parlamento europeo e coordinatore della mozione Bersani nel Pd, Gianni Pittella, chiedendo rispetto per l'equilibrio istituzionale garantito da Napolitano. ''Il problema è che lo scudo fiscale italiano nella sua originalità, non appare assolutamente in linea con gli obiettivi europei e con le finalità condivise con gli altri paesi occidentali e rischia di ricevere un sonoro stop dalla Commissione europea che ha ufficialmente chiesto dettagli in merito alle modifiche apportate all'ultimo minuto.
SCUDO FISCALE:  LA UE LO RESPINGERA'?

''La battaglia contro lo scudo fiscale deve essere politica e nelle sedi opportune, non si può chiedere al Capo dello Stato di sovvertire il suo ruolo chiedendogli di violare l'articolo 74 della Costituzione''. Ad affermarlo è il vicepresidente vicario del Parlamento europeo e coordinatore della mozione Bersani nel Pd, Gianni Pittella, chiedendo rispetto per l'equilibrio istituzionale garantito da Napolitano. ''Il problema è che lo scudo fiscale italiano nella sua originalità, non appare assolutamente in linea con gli obiettivi europei e con le finalità condivise con gli altri paesi occidentali e rischia di ricevere un sonoro stop dalla Commissione europea che ha ufficialmente chiesto dettagli in merito alle modifiche apportate all'ultimo minuto al provvedimento'' avverte Pittella. ''Due sono gli aspetti che lasciano perplessi: la compatibilità dello scudo proposto da Tremonti con gli accordi internazionali in materia di antiriciclaggio e anti terrorismo ed in secondo luogo, l'efficacia pratica del provvedimento - spiega l'europarlamentare - è difficile immaginare il semaforo verde di Bruxelles per una norma che esclude la punibilità per tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere le tasse e trasferire il denaro all'estero, che prevede il mantenimento dell'anonimato per i soggetti interessati e che esclude gli obblighi in materia di antiriciclaggio, a tutto vantaggio delle grandi organizzazioni malavitose''. ''Rispetto al secondo punto - prosegue Pittella - lo scudo fiscale appare un'arma caricata a salve se non è concordato con altri Paesi, e la sua efficacia rischia di essere vanificata da semplici azioni di triangolazione finanziaria, facilitate delle palesi differenze tra la nostra norma e quella applicata in altri Paesi come ad esempio la Francia. Lo scudo fiscale italiano non comporta, come appunto in Francia, il recupero di tutte le tasse evase ma solamente di una piccola percentuale''

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