Lunedì, 28 Settembre 2009 00:00

LE VIE DI MATERA NELLA STORIA

L’assessore alla Cultura con delega alla toponomastica del Comune di Matera, Emanuele Nicoletti comunica che la Giunta comunale, nella seduta dello scorso 24 settembre, ha approvato la delibera che prevede il recupero della toponomastica storica delle vie antiche della Città dei Sassi attraverso l’aggiunta della dicitura “già”. “Per la particolarità, l’interesse turistico e l’importanza dei luoghi del nostro centro storico, ho ritenuto opportuno – dice Nicoletti – prendere in considerazione le fonti bibliografiche di storici locali; vie, strade, piazze, vicoli tagliano il tessuto urbano, scorrendo come arterie nel nostro corpo, andando così a costituire i confini nei quali possiamo sostare, muoverci, tessere rapporti sociali. Al mutare degli eventi storici sono spesso seguite variazioni del toponimo di origine. Un particolare risulta però estremamente interessante: spesso, nonostante le numerose delibere delle giunte municipali succedutesi al governo della città, molti cambiamenti sono stati disattesi dalla popolazione. Nomi di numerose vie e piazze hanno mantenuto l’identità che le ha sempre contraddistinte, perché ormai saldamente ancorati alla tradizione cittadina; si pensi all’accostamento Piazza Vittorio Veneto/Piazza della Fontana, Via Margherita/Via delle Beccherie, Via Buozzi e Fiorentini/Grabiglioni (in dialetto Uarvigghiàn).
LE VIE DI MATERA NELLA STORIA
 
L’assessore alla Cultura con delega alla toponomastica del Comune di Matera, Emanuele Nicoletti comunica che la Giunta comunale, nella seduta dello scorso 24 settembre, ha approvato la delibera che prevede il recupero della toponomastica storica delle vie antiche della Città dei Sassi attraverso l’aggiunta della dicitura “già”. “Per la particolarità, l’interesse turistico e l’importanza dei luoghi del nostro centro storico, ho ritenuto opportuno – dice Nicoletti – prendere in considerazione le fonti bibliografiche di storici locali; vie, strade, piazze, vicoli tagliano il tessuto urbano, scorrendo come arterie nel nostro corpo, andando così a costituire i confini nei quali possiamo sostare, muoverci, tessere rapporti sociali. Ne deriva un indissolubile legame alla nostra vita di cittadini cui compete l’impegno a sottrarle dalla damnatio memoriae; non a caso, attraverso i nomi con i quali le strade sono denominate, è possibile spesso ricordare come eravamo, ripercorrerle significa rivivere la storia stessa della nostra città, dagli uomini illustri ai quali ha dato i natali alle modifiche apportate all’assetto urbano-paesaggistico, dagli avvenimenti politici e storici che l’hanno attraversata ai regimi che si sono succeduti nel paese e che hanno avuto significativi riflessi nell’amministrazione locale. Al mutare degli eventi storici sono spesso seguite variazioni del toponimo di origine. Un particolare risulta però estremamente interessante: spesso, nonostante le numerose delibere delle giunte municipali succedutesi al governo della città, molti cambiamenti sono stati disattesi dalla popolazione. Nomi di numerose vie e piazze hanno mantenuto l’identità che le ha sempre contraddistinte, perché ormai saldamente ancorati alla tradizione cittadina; si pensi all’accostamento Piazza Vittorio Veneto/Piazza della Fontana, Via Margherita/Via delle Beccherie, Via Buozzi e Fiorentini/Grabiglioni (in dialetto Uarvigghiàn). In riferimento alle vie e Piazze storicamente importanti della nostra città, ritengo importante ai fini del recupero della memoria storica di Matera, ripercorrere l’avvicendarsi dei nomi con i quali sono state denominate: Piazza Vittorio Veneto: già “Piazza della Fontana”, dall’omonima fontana ferdinandea recentemente ricollocata, già “Largo Plebiscito”; Via del Corso: già “Corso Umberto I”, intitolata al Re d’Italia Umberto I di Savoia (1844-1900); Via delle Beccherie: già “Via Margherita”, intitolata alla Regina d’Italia Margherita di Savoia (1851-1926); già “degli Scarpari”; Via Ridola: già “Contrada Orto del Duca”; Via Bruno Buozzi e Via Fiorentini: già “Grabiglione”, per la presenza dei letti dei due torrenti che solcavano il fondovalle dei rioni, poi colmati a seguito dell’intervento della legge Zanardelli sul risanamento dei rioni Sassi (legge speciale n. 104 del 31 marzo 1904); nel tratto di strada di collegamento tra via delle Beccherie e via del Corso, compreso tra la sede ex UPIM ed il Palazzo delle Poste già “Via Fossi – Rione Ferrerie”, per la presenza di un fossato di protezione della città medievale e del rione fondaco del ferro e delle fucine dell’età rinascimentale; Via Lavista: già “delle Pigne”, per la presenza di cipressi come citato dal Volpe; Piazza del Sedile: già “Piazza Maggiore”; Via Roma: già “dei Tre Santi” per la presenza di un’edicola votiva (abbattuta negli anni 50) dedicata ai Santi Vito, Eustachio e Madonna della Bruna – permane ad oggi una placchetta in ceramica apposta sul muro del Palazzo dell’Annunziata in Via Roma; Via Gramsci: già “De Montigny” dal nome del generale francese Carlo De Montigny, mandato in Basilicata nel dicembre del 1810 al servizio di Murat, che tracciò la strada che conduce al Castello, adornando la collina di alberi, aiuole e sedili, innalzando un obelisco in onore di Gioacchino Murat; Piazza Cesare Firrao già “delle Fornaci Nuove” per distinguerla da Via Fornaci Vecchie ubicata nei Sassi.”
 
 
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