Martedì, 15 Settembre 2009 00:00

RADIOATTIVITA' LUCANA: L' ARPAB CONTROLLA GLI ALTRI DICHIARANO

“Nell’ambito del monitoraggio della radioattività ambientale sul territorio regionale l’Ufficio C.R.R.( Centro Regionale Radioattività) di questa Agenzia effettua semestralmente (n. 2 all’anno) campionamenti e analisi di matrici marine in n. 3 punti di prelievo, uno nel mar Jonio, presso lo scarico degli effluenti liquidi dell’Itrec di Rotondella e due nel mar Tirreno, rispettivamente a Fiumicello e a marina di Maratea. I campionamenti vengono eseguiti tramite sommozzatore convenzionato con Arpab e riguardano le matrici marine più rappresentative ai fini della valutazione della radioattività nell’ambiente marino, l’acqua di mare, i sedimenti marini, la poseidonia oceanica (a Maratea) e il pesce o i mitili stanziali”.
RADIOATTIVITA' LUCANA: L' ARPAB CONTROLLA GLI ALTRI DICHIARANO
 
“Nell’ambito del monitoraggio della radioattività ambientale sul territorio regionale l’Ufficio C.R.R.( Centro Regionale Radioattività) di questa Agenzia effettua semestralmente (n. 2 all’anno) campionamenti e analisi di matrici marine in n. 3 punti di prelievo, uno nel mar Jonio, presso lo scarico degli effluenti liquidi dell’Itrec di Rotondella e due nel mar Tirreno, rispettivamente a Fiumicello e a marina di Maratea. I campionamenti vengono eseguiti tramite sommozzatore convenzionato con Arpab e riguardano le matrici marine più rappresentative ai fini della valutazione della radioattività nell’ambiente marino, l’acqua di mare, i sedimenti marini, la poseidonia oceanica (a Maratea) e il pesce o i mitili stanziali”. Lo rende noto un comunicato dell’Arpa Basilicata. “In relazione alle analisi effettuate e alle condizioni ambientali relative ai periodi di prelievo – prosegue l’Arpab - risulta che i livelli di radioattività riscontrati rientrano nei ranges delle corrispondenti medie nazionali e comunque al di sotto dei livelli di rilevanza radiologica.
Inoltre si fa presente che in merito alle notizie pregresse riportate in più occasioni dagli organi di stampa in merito all’eventuale affondamento di navi contenenti rifiuti radioattivi al largo di Maratea lo scorso luglio (2009) è stata svolta un’indagine esplorativa dei fondali marini [tramite la nave ASTREA munita di ROV (Remotely Operated Vehicle) del CNR IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero)] in zona marina di Maratea (a circa due miglia dalla costa e oltre i 100 m di profondità), richiesta dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Maratea - nell’ambito dei controlli disposti dalla Procura della Repubblica di Lagonegro - per i quali era stato costituito un gruppo di lavoro tra CNR, ICRAM, Regione Basilicata (Dip. Ambiente..., Uff. Prevenzione e controllo ambientale) e ARPAB. Da quanto risulta, tale indagine non ha evidenziato elementi anomali sui fondali esplorati”.
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale e componente la Commissione Ambiente, sul ritrovamento di rifiuti tossici in Calabria e sulle dichiarazioni del pentito Francesco Fonti ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della Salute e ha dichiarato: "Il ritrovamento di questi ultimi giorni di relitti di navi nei fondali lungo le coste tirreniche del cosentino sembrerebbe dimostrare che il pentito Francesco Fonti aveva detto la verità e che quelle navi esistevano davvero. Poiché Fonti ha parlato anche di smaltimento illegale di rifiuti tossici in Basilicata, il Ministro dell'Ambiente, quello della Salute e la Commissione bicamerale sui rifiuti verifichino subito anche la situazione lucana. Ma soprattutto affrontino la questione della trasparenza sui dati ambientali e sulla gestione dei rifiuti. Legambiente parla di circa 30 milioni di rifiuti pericolosi e non che sfuggono annualmente alla gestione del recupero e dello smaltimento. Già nella relazione conclusiva dei lavori della Commissione bicamerale sui rifiuti della XV legislatura si legge, per quanto riguarda ad esempio la Calabria che, al momento della presa di possesso delle funzioni commissariali da parte del prefetto Antonio Ruggiero, vi era "assenza di registrazioni contabili dotate di requisiti minimi di analiticità" e "mancanza presso gli uffici di un archivio, con la conseguenza che la ricerca delle pratiche era per lo più affidata alla memoria dei funzionari". Mi pare evidente il nesso tra assenza di trasparenza e proliferazione di attività illegali. E' da questo che occorre partire e su cui le forze politiche, che finora hanno contribuito, tutte, a questa situazione, devono confrontarsi".
In merito alle questioni ambientali che interessano la Basilicata il consigliere regionale Michele Napoli sostiene che: “il ritrovamento della nave contenente presunte sostanze radioattive, al largo della costa calabrese, apre scenari inquietanti anche per quanto riguarda la nostra regione, indicata dalla criminalità organizzata come meta preferita per lo smaltimento dei rifiuti tossici”. “Le polemiche scaturite in seguito all’emergenza rifiuti, che avevano già adombrato un utilizzo poco lecito delle discariche, si ricollegano, inevitabilmente, a fatti storici che hanno interessato la nostra regione. Al di là di presunte azioni criminali operate all’interno del nostro territorio – afferma Napoli - sulle quali dovrà fare chiarezza la magistratura, non possiamo non evidenziare la carenza di politiche ambientali delle forze di Governo. La Basilicata – continua il consigliere - che della qualità del suo ambiente ha sempre fatto una peculiarità importante, non è stata adeguatamente supportata da azioni di tutela del suo territorio. La mancanza di una politica per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, smaltimento in discarica e inceneritori, ha determinato delle emergenze, come insegna il caso Fenice a Melfi, a cui le istituzioni non hanno saputo rispondere, mettendo in campo quelle azioni necessarie per la tutela della salute dei cittadini. Apertissime sono, poi, altre questioni tra cui quella relativa al controllo delle emissioni in atmosfera del benzene e di altre sostanze rilasciate in seguito alle operazioni di estrazione del petrolio in Val D’Agri, ma anche quella del centro Enea di Rotondella quale deposito di scorie radioattive per non parlare dello stato di salute dei nostri fiumi”. “Sono questioni queste – dice Napoli - che richiedono necessariamente una forte azione politica da parte degli organi di Governo fino ad oggi latitante. E’ bene ribadire che il controllo del territorio è di fondamentale importanza per evitare speculazioni e dubbi sulla possibilità che in Basilicata agiscono forze criminali interessate allo smaltimento e al commercio di rifiuti tossici. Chiediamo – conclude - all’Assessorato all’Ambiente di fare chiarezza sulle azioni che la Regione intende mettere in atto per avviare una seria campagna di tutela del nostro territorio”.
“Secondo quanto riportato da autorevoli agenzie di stampa, anche a largo di Metaponto sarebbe stata affondata una nave con a bordo carichi pericolosi. E' necessario e urgente che si faccia luce su tali affermazioni perché Metaponto e con essa tutta la costa jonica non subiscano un ulteriore danno di immagine a livello nazionale e internazionale”. E’ quanto afferma in un comunicato Francesco Carbone, consigliere provinciale del Pdl. “La Provincia di Matera – aggiunge - dovrà assicurare il più alto livello di attenzione in merito a tale vicenda e, qualora le affermazioni riportate dalla stampa, in riferimento alle dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta, risultassero rispondenti a verità, dovrà seguire con le migliori professionalità e competenze a disposizione le operazioni di recupero e messa in sicurezza del carico pericoloso al fine di tutelare la salute di tutti i cittadini ed evitare l'ulteriore compromissione dell'habitat marino. Chiediamo che si possa conoscere al più presto e definitivamente tutta la verità su una vicenda che mette ciclicamente in allarme la comunità meta pontina”.
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