Queste misure, riguardanti la “Manifestazione di interesse ad ospitare Tirocini di inclusione e di inserimento/reinserimento rivolta a soggetti privati”, sono rivolte alla ricerca di enti del terzo settore che possano accogliere lavoratori appartenenti alle platee del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) e dei Tirocini di Inserimento e Sostegno (TIS). I sindacati sostengono che si tratta di una misura inutile e dannosa, poiché rischia di sperperare ulteriori risorse pubbliche senza risolvere la condizione dei lavoratori TIS e RMI. Inoltre, potrebbe perpetuare una situazione di precarietà insostenibile, semplicemente “spostando” il problema dal settore pubblico al terzo settore. Secondo CGIL, CISL e UIL, lo strumento dei tirocini non può essere ulteriormente riproposto, in quanto non prevede alcun riconoscimento di diritti per i lavoratori coinvolti. I sindacati chiedono invece l’avvio di un percorso immediato che coinvolga tutti i soggetti interessati, tra cui i sindaci che da anni usufruiscono dei servizi resi da queste persone alle comunità, per definire percorsi di stabilizzazione e riconoscimento dei diritti. CGIL, CISL e UIL Basilicata ribadiscono infine la necessità di convocare un tavolo di discussione aperto a tutti gli interessati, partendo dal documento presentato alla stampa la scorsa settimana, che vuole essere una base di discussione aperta a proposte di arricchimento e integrazione (da trmtv.it-Donato Mola).