Martedì, 21 Luglio 2009 00:00

AGRICOLTURA: DI LORENZO AL SIT IN

“Intendiamo rendere chiara e forte la nostra preoccupazione sulle sorti del mondo agricolo lucano al quale và tutta la nostra solidarietà ed il nostro impegno nel tentare dall’opposizione di contribuire alla risoluzione degli innumerevoli problemi. Per questo motivo saremo presenti al sit in di questa mattina davanti alla sede del Consiglio regionale organizzato dalla Coldiretti di Basilicata per portare la nostra testimonianza e solidarietà”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Pasquale Di Lorenzo (gruppo misto – Pdl), il quale richiama in particolare “i motivi della protesta nazionale relativa alla difesa del latte e dei formaggi italiani e quindi lucani che vengono minacciati dall’utilizzo di latte e semilavorati di importazione".
AGRICOLTURA: DI LORENZO AL SIT IN
“Intendiamo rendere chiara e forte la nostra preoccupazione sulle sorti del mondo agricolo lucano al quale và tutta la nostra solidarietà ed il nostro impegno nel tentare dall’opposizione di contribuire alla risoluzione degli innumerevoli problemi. Per questo motivo saremo presenti al sit in di questa mattina davanti alla sede del Consiglio regionale organizzato dalla Coldiretti di Basilicata per portare la nostra testimonianza e solidarietà”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Pasquale Di Lorenzo (gruppo misto – Pdl), il quale richiama in particolare “i motivi della protesta nazionale relativa alla difesa del latte e dei formaggi italiani e quindi lucani che vengono minacciati dall’utilizzo di latte e semilavorati di importazione, spesso di dubbia provenienza e qualità” ed annuncia la presentazione oggi in Consiglio regionale “di un ordine del giorno in cui impegneremo anche la Giunta regionale lucana ad attivarsi per quanto di competenza per tutelare le produzioni autoctone”. “La battaglia dei nostri allevatori è giusta e sacrosanta – afferma ancora Di Lorenzo - volta a tutelare il futuro stesso delle nostre aziende che scontano la poca remuneratività delle proprie attività a causa dell’abbattimento del prezzo di vendita del latte che l’anno scorso era di appena 0,42 oltre iva a litro, conseguenza diretta delle politiche europee sulle quote latte, della maggiorazione della produzione di latte da parte di alcuni Paesi extra europei ma anche di una politica del marchio del made in Italy non certo rigorosa e che permette di assegnare tale sigillo anche a produzioni casearie che non utilizzano latte e semilavorati italiani e lucani. Si tratta quindi di una rivendicazione e di un operazione trasparenza anche a tutela dei consumatori che, spesso ignari, acquistano formaggi e derivati tipici che poi tali non sono. Un politica più attenta e rigorosa e anche normative regionali di tutela delle filiere di produzione tipiche in tutti passaggi produttivi contribuirebbe a dare il giusto valore e prezzo ed una migliore remuneratività alle nostra aziende che sono al collasso”.
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