Lunedì, 11 Maggio 2009 00:00

ECONOMIA LUCANA: UN DRAMMA

E’ in caduta libera l’economia lucana, per la prima volta si trova di fronte a una crisi di intensità e diffusione mai raggiunte prima. I dati parlano chiaro: il Prodotto interno lordo regionale (Pil) nel 2008n è sceso a – 2 percento contro l’1 percento del Paese. E per il 2009 si pronostica uno sconfortante – 5, 5 percento, mentre l’Italia si dovrebbe arrestare a un – 4,2 percento. Nel 2003 e nel 2005, anni in cui l’economia lucana aveva subito battute d’arresto, mai si erano toccate simili percentuali al ribasso. I dati, elaborati da Prometeia Unioncamere, sono stati forniti, nel corso della Settima giornata dell’economia, tenutasi nei giorni scorsi alla Camera di commercio di Matera, organizzato da Unioncamere e Regione Basilicata. Ruggi in pagina.
ECONOMIA LUCANA: UN DRAMMA
 
E’ in caduta libera l’economia lucana, per la prima volta si trova di fronte a una crisi di intensità e diffusione mai raggiunte prima. I dati parlano chiaro: il Prodotto interno lordo regionale (Pil) nel 2008n è sceso a – 2 percento contro l’1 percento del Paese. E per il 2009 si pronostica uno sconfortante – 5, 5 percento, mentre l’Italia si dovrebbe arrestare a un – 4,2 percento. Nel 2003 e nel 2005, anni in cui l’economia lucana aveva subito battute d’arresto, mai si erano toccati simili percentuali al ribasso. Gli allarmanti dati, elaborati da Prometeia Unioncamere, sono stati forniti, nel corso della Settima giornata dell’economia, un appuntamento tenutosi nei giorni scorsi alla Camera di commercio di Matera, organizzato da Unioncamere e Regione Basilicata. E proprio il presidente regionale Unioncamere, Pasquale Lamorte, ha sottolineato che “Urgono strategie di lungo respiro e di visione regionale, abbandonando localismi e resistenze”. E sì, perché la crisi nazionale ha scoperto il nervo delle debolezze strutturali del sistema economico lucano. In tutti i settori. Trend negativi caratterizzano pressoché tutti i principali comparti (oltreché un’ampia quota di imprese, a prescindere dalla dimensione), con cadute molto pesanti nell’industria del tessile/abbigliamento e del legno e mobile, dove la crisi ha assunto, ormai da tempo, carattere strutturale. L’industria manifatturiera è alle prese con la peggiore crisi di sempre. Il settore edile, già in frenata nel 2007, vede un calo negli investimenti, confermato anche dal crollo del mercato immobiliare, che ha portato alla perdita di oltre 3mila posti di lavoro. Il commercio è penalizzato dalla crisi dei consumi, al – 3,4 percento in regione, che sta mettendo a dura prova anche la grande distribuzione. Non gode di buona salute nemmeno il terziario. In questo nefasto scenario, qualche seppur lieve positività sembra esserci. Ad affermarlo è Franco Bitetti, coordinatore scientifico del Centro studi Unioncamere di Basilicata. “Temevamo un’alta mortalità delle aziende, ma non si è verificata. Segno che il tessuto imprenditoriale sta reggendo – ha spiegato Bitetti –anche se non assistiamo a nuove nascite di aziende. L’altro dato che leggiamo in positivo è che un gran numero di persone si è messa fattivamente alla ricerca di un lavoro. Se la disoccupazione ha interessato circa 3mila 800 unità, questo ha spinto tanta gente (fra cui soprattutto donne e giovani) a mettersi alla ricerca di un impiego per contribuire al reddito familiare”. A parziale ristoro della fragile economia lucana potrebbero intervenire gli ecoincentivi all’industria dell’auto previsti nel decreto anticrisi. C’è una significativa ripresa delle nuove immatricolazioni e la Fiat è la casa automobilistica che vende più auto agli italiani. Se gli ecoincentivi porteranno nuova linfa anche la Sata di Melfi è un nodo che si potrà sciogliere solo valutando anche l’impatto della contrazione delle esportazioni. Il 2008 non è stato un buon anno per la vendita di auto all’estero. Con le imprese ridotte allo stremo, non resta che fare appello alle royalties sulle risorse naturali. “Occorre destinare – ha detto il presidente Unioncamere Basilicata - una somma quantificabile tra i 300 e i 500 milioni di euro annui per attuare misure per obietivi strategici di rilevanza regionale. Le istituzioni devono fare la propria parte, ognuna in base alle proprie competenze; la sinergia tra sistema camerale e Regione Basilicata è un ottimo presupposto in questo senso, anche se altrove registriamo ancora dei “freni”. Il mondo del credito, ad esempio, è ancora poco disponibile ad apririsi nei confronti delle imprese, anche in presenza di misure che diminuiscono realmente i rischi di sofferenze”. Uno di questi strumenti, come ha ricordato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, è il fondo di garanzia alimentato con risorse regionali pari a 20 milioni di euro. Concludendo i lavori della Settima giornata dell’Economia, De Filippo ha redarguito i presenti: “tanto è stato fatto dalla Regione per alleviare il peso della crisi sulle famiglie (sconto sul gas) e con i piani energetico, industriale e del turismo e, ancora, con i programmi di ricerca e innovazione si è cercato di gettare i presupposti per la riconversione. Sforzi che da soli non bastano, se il vento di crisi non cambierà saranno comunque insufficienti”.
                                                                                                                     Sissi Ruggi
 
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