Domenica, 10 Maggio 2009 00:00

MATERA: IL RE DEI PAPARAZZI IN MOSTRA

Settanta immagini in grande formato, rigorosamente in bianco e nero, di divi del cinema e personaggi dello star system degli anni ’60 e ’70 campeggiano da ieri nelle sale di palazzo Lanfranchi. Sono le “Italian Icons”, le icone italiane (e non) ritratte da Ron Galella, il fotografo italoamericano di origini lucane a cui il Consiglio regionale della Basilicata ha voluto rendere omaggio con una mostra, inaugurata stasera a Matera nella sede Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata. Attraverso le sue immagini la magia del grande cinema, il fascino della buona musica, lo charme dell’alta moda rivivono ed alimentano la memoria di un periodo in cui lo star system era sinonimo della “dolce vita” di Federico Fellini. Come tutti sanno proprio al grande regista italiano si deve la definizione di “paparazzo”, “un fotografo d’azione – ha ricordato il critico Gianni Romano - che proponeva ai giornali del materiale inedito per un pubblico pronto a soddisfare le proprie curiosità sui vizi privati di icone pubbliche”. Una definizione che ha accompagnato anche la lunga carriera di Ron Galella, definito da Newsweek “paparazzo extraordinaire” per quella sua capacità di ritrarre i personaggi famosi in pose rilassate e naturali. La mostra di palazzo Lanfranchi è una galleria di volti indimenticabili. Estroso, audace, rapido, Ron Galella usava la Nikon per cogliere le sue “prede” di sorpresa.

MATERA: IL RE DEI PAPARAZZI IN MOSTRA

Settanta immagini in grande formato, rigorosamente in bianco e nero, di divi del cinema e personaggi dello star system degli anni ’60 e ’70 campeggiano da ieri nelle sale di palazzo Lanfranchi. Sono le “Italian Icons”, le icone italiane (e non) ritratte da Ron Galella, il fotografo italoamericano di origini lucane a cui il Consiglio regionale della Basilicata ha voluto rendere omaggio con una mostra, inaugurata stasera a Matera nella sede Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata. Attraverso le sue immagini la magia del grande cinema, il fascino della buona musica, lo charme dell’alta moda rivivono ed alimentano la memoria di un periodo in cui lo star system era sinonimo della “dolce vita” di Federico Fellini. Come tutti sanno proprio al grande regista italiano si deve la definizione di “paparazzo”, “un fotografo d’azione – ha ricordato il critico Gianni Romano - che proponeva ai giornali del materiale inedito per un pubblico pronto a soddisfare le proprie curiosità sui vizi privati di icone pubbliche”. Una definizione che ha accompagnato anche la lunga carriera di Ron Galella, definito da Newsweek “paparazzo extraordinaire” per quella sua capacità di ritrarre i personaggi famosi in pose rilassate e naturali. La mostra di palazzo Lanfranchi è una galleria di volti indimenticabili. Estroso, audace, rapido, Ron Galella usava la Nikon per cogliere le sue “prede” di sorpresa, e di tanto in tanto anche per rendere omaggio alla bellezza, come nei ritratti attenti e misurati di Rossano Brazzi e Anna Magnani. Le sue foto hanno un valore tutto particolare perché aprono una prospettiva inedita su un’interiorità umana intima e vera, come quella di Isabella Rossellini che rifulge nella sua semplicità, o di Silvana Mangano ripresa di profilo per esaltarne la bellezza aristocratica. Riusciva a sottrarre al tempo un attimo, la sensualità e l’armonia di un gesto come nel caso di Anne Bancroft, ma ciò che gli riusciva meglio era lanciarsi in riprese frontali e impertinenti come quelle rubate a Ernest Borgnine o ad Anna Moffo. E’ per questo che l’opera di Galella, pur essendo nata nell’ambito della cronaca, a questa è sopravvissuta: più che di frammenti mondani, le sue immagini oggi si presentano come un omaggio alla cultura italiana e a quella italoamericana. Lo hanno ribadito anche quanti sono intervenuti all’inaugurazione della mostra: il vicesindaco di Matera Saverio Acito (presente con il sindaco Buccico), il presidente dell’Amministrazione provinciale Carmine Nigro, il presidente del Consiglio regionale Prospero De Franchi, il presidente della Commissione regionale dei lucani all’estero Pietro Simonetti, il consigliere segretario Antonio Di Sanza, il senatore Filippo Bubbico, il vicepresidente della Giunta regionale Vincenzo Santochirico ed il critico d’arte Gianni Romano. Proprio quest’ultimo ha ricordato che secondo la testimonianza di Glenn O’Brien, collaboratore della rivista di Andy Warhol “Interview”, Ron Galella era il fotografo preferito dal popolare artista americano. Perché non nominasse fotografi con maggiori credenziali artistiche negli anni Sessanta (Richard Avedon o Diane Arbus, ad esempio) diventa evidente in una dichiarazione dello stesso Andy Warhol che sembra riassumere l’attività di Galella: “Per me l’idea di una buona foto è che sia a fuoco e ritragga una persona famosa che sta facendo qualcosa di assolutamente normale. Significa essere nel posto giusto nel momento sbagliato” (“Andy Warhol's Exposures”, 1970). Il momento sbagliato è quello che Galella attende per colpire con il suo obiettivo, è il momento nel quale il personaggio celebre si rilassa, è solo con se stesso, non sente l'obbligo dell'esporsi davanti ad un pubblico.

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