Lunedì, 20 Aprile 2009 00:00

LEGAMBIENTE E PEDIATRI IN CAMPAGNA CON ACQUEDOTTO LUCANO

“In Italia si consuma più acqua minerale che in qualsiasi altro Paese del mondo: più di 170 litri l'anno pro-capite, con un giro d'affari attorno ai 3 mln €, con una spesa media per l’acqua minerale a famiglia è di circa 18 euro mensili. In base a dati raccolti dall’Istat più del 45 % delle famiglie italiane beve acqua minerale perché non si fida dell’acqua di rubinetto. Lo sostiene il presidente Marco De Biasi, il quale rileva che "nella sola ristorazione si utilizza il 35% del mercato totale nazionale, settore in crescita per effetto dell'aumento dei pasti fuori casa. “L’acqua è indispensabile per tutti gli organismi. La vita dipende dall’acqua: essa è ovunque,sopra,sotto ma dentro di noi. Nessuno ne può farne a meno". Lo dice il pediatra Giuseppe Morero.

LEGAMBIENTE E PEDIATRI IN CAMPAGNA CON ACQUEDOTTO LUCANO

 “In Italia si consuma più acqua minerale che in qualsiasi altro Paese del mondo: più di 170 litri l'anno pro-capite, con un giro d'affari attorno ai 3 mln €, con una spesa media per l’acqua minerale a famiglia è di circa 18 euro mensili.
In base a dati raccolti dall’Istat più del 45 % delle famiglie italiane beve acqua minerale perché non si fida dell’acqua di rubinetto. Lo sostiene il presidente Marco De Biasi, il quale rileva che "nella sola ristorazione si utilizza il 35% del mercato totale nazionale, settore in crescita per effetto dell'aumento dei pasti fuori casa. Ma l'iperconsumo di acqua minerale in bottiglia non è proprio un comportamento virtuoso. L’impatto ambientale dell’acqua in bottiglia, per cominciare. Se ogni italiano consuma 170 litri di acqua minerale in un anno, vuol dire che consuma in media 90 bottiglie di plastica e una trentina di vetro. La popolazione italiana conta 60 milioni di abitanti. Dunque ci sono quasi 5,5 miliardi di bottiglie di plastica da smaltire ogni anno. Tenendo conto che la raccolta differenziata della plastica ne intercetta il 20% circa, almeno 4 miliardi di bottiglie finiscono in discarica. Ogni anno bere ci costa circa 1 milione di metri cubi di discariche. Oltre a questo c’è il problema dell’impatto ambientale dovuto al trasporto su gomma delle bottiglie, con spostamenti del tutto irrazionali che portano acque del sud al nord e viceversa. Spesso viene venduta infatti in luoghi molto lontani dalle zone di produzione: un camion può trasportare circa 26.500 litri (17.667 bottiglie da 1,5 litri), quindi sono necessari ogni anno oltre 280.000 viaggi. Ma non c'è solo la plastica e inquinamento a pesare sul consumo delle acque minerali in bottiglia. Chi guardano l'etichetta della sua minerale preferita ha l'impressione di sapere nel dettaglio, microgrammo per microgrammo, cosa sta bevendo, si sbaglia. E sbaglia anche chi crede, ed è opinione altrettanto diffusa, che per il fatto di portare un nome famoso ed essere chiusa in bottiglia, quell'acqua sia più sana, più controllata e più salutare di quella del rubinetto. La normativa vigente per i requisiti di qualità delle acque dolci utilizzate per l'approvvigionamento idrico-potabile è molto più severa e restrittiva di quella in vigore per le acque minerali. Ci sono poi tutta una serie di pregiudizi che gravano sulle acque degli acquedotti che vanno a tutto immeritato vantaggio di quelle in bottiglia. E veniamo ai costi: a molti l'acqua in bottiglia non pare poi così cara. Vediamo. Il costo può oscillare tra i 20 e i 50 centesimi al litro. A cui bisognerebbe aggiungere il costo di smaltimento come rifiuto (o di riciclaggio) delle bottiglie. Un prezzo tutto sommato simile a quello della benzina, al netto delle tasse. Mentre per l'acqua dell'acquedotto si paga qualche decina di centesimi al metro cubo, cioè per mille litri. In questo costo è inclusa anche la tariffa comunale per la depurazione. Insomma costa mille volte di meno. Forse è per questo che non l'apprezziamo. Il business dell’acqua minerale si regge quindi su una totale carenza di informazione e una buona dose di pregiudizi. L’insieme di questi pregiudizi fanno sì che l'interesse per l'acqua degli acquedotti decresca, gli investimenti languano, la manutenzione lasci sempre più a desiderare e che un patrimonio pubblico scompaia per lasciare spazio alla ben più costosa acqua con tanto di marca e bottiglia. È per combattere i tanti pregiudizi, fornire informazione corretta ed invogliare al consumo di acqua di rubinetto nei locali pubblici che è nata “Imbrocchiamola”, campagna fortemente sostenuta da Legambiente che ha l’obiettivo di promuovere nei pubblici esercizi (ristoranti, pizzerie, bar, etc.) la fornitura di acqua di rubinetto piuttosto che quella minerale imbottigliata. Legambiente sostiene ed incoraggia anche tutte le iniziative locali rivolte alle famiglie per stimolare il consumo di acqua da rubinetto in sostituzione del consumo di acque minerali, partendo dall’assunto che le nostre acque degli acquedotti pubblici sono buone, sicure e costano meno. C’è da fidarsi”.

COMMENTO DEL DR. GIUSEPPE MORERO SU “L’ETICHETTA DELL’ACQUA DEL TUO RUBINETTO”

“L’acqua è indispensabile per tutti gli organismi. La vita dipende dall’acqua: essa è ovunque,sopra,sotto ma soprattutto dentro di noi. Nessuno ne può farne a meno. Il nostro corpo è composto dal 50 al 77% di acqua a seconda dell’età. Il corpo di un neonato presenta la maggiore concentrazione di acqua. Il turgore che accompagna e caratterizza l’infanzia è dovuto all’abbondante contenuto idrico che si riduce progressivamente con l’età per arrivare al 50% della vecchiaia. L’acqua costituisce i ¾ dei nostri muscoli e del nostro cervello,partecipa da protagonista all’assimilazione del cibo,porta ossigeno e nutrimento alle cellule,rimuove i prodotti di scarto attraverso il sangue e il sistema linfatico,lubrifica ogni giuntura del nostro corpo e rappresenta il suo naturale impianto di aria condizionata attraverso la sudorazione.
Il nostro corpo può contenere fino a 47 litri e parafrasando un celebre motto possiamo dire che noi siamo quello che beviamo. Possiamo vivere più di un mese senza proteine,carboidrati e grassi ma solo cinque giorni senza un adeguato apporto di acqua in condizioni climatiche miti. Ogni persona adulta metabolizza circa 2,5 litri di acqua al giorno. Il nostro corpo può funzionare quindi solo con una adeguata quantità di acqua. Circa un litro di acqua gli esseri umani la assumono attraverso i cibi solidi il resto quindi almeno 1,2-1,5 litri deve essere assunto attraverso il “bere”vero e proprio. Questa quantità può essere anche maggiore, essa varia infatti in base al peso corporeo e all’attività ( lavoro fisico,sport ). L’acqua disseta veramente mentre le bevande alcoliche o contenenti caffeina fanno venire sempre più sete più ne beviamo. L’acqua non contiene né calorie né zuccheri. È necessario quindi educare i bambini al concetto dell’acqua come bene e bene di tutti :quindi un bene comune in quanto è una risorsa riproducibile naturalmente ma con limiti nella quantità e nel tempo. L’ educazione ad un nuovo approccio all’acqua deve basarsi su un’opera di informazione-formazione partendo dalle piccole pratiche quotidiane: i bambini e i ragazzi devono essere i soggetti principali di questa pedagogia che deve tradursi nella promozione della “cultura dell’acqua”. Noi Italiani siamo nel mondo i primi consumatori di acque minerali con 194 litri pro capite in media nel 2007 ( 8 volte la media mondiale) e tra i primi produttori. Dobbiamo imparare a consumare l’acqua del rubinetto: essa è buona,sicura infatti è ben controllata ,comoda ( arriva in casa ) e molto conveniente. Costa da 300 a 1000 volte in meno di una qualunque acqua minerale. Conviene anche da un punto di vista ecologico: la produzione e la distribuzione dell’acqua del rubinetto necessitano di quantità di energia relativamente bassa. Ciò per il fatto che l’acqua del rubinetto viene prelevata nel rispetto dell’ambiente , non deve essere trasportata su strada per lunghi tratti su camion ,navi o treni e non comporta accumuli di tonnellate di plastica,scorre nella rete di tubazioni e dopo poche ore sgorga fresca nelle nostre case. Bisogna far sviluppare nelle nuove generazioni il valore e il buon uso dell’acqua potabile che arriva nelle nostre case anche attraverso i piccoli gesti quotidiani. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha considerato il 2005-2015 come il Decennio Internazionale dell’Acqua. Proviamo anche noi a viverlo con i nostri bambini in modo più responsabile”.

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