Giovedì, 02 Aprile 2009 00:00

PD LUCANO: IN 1500 SI DIMETTONO

Sono 1.515 i sottoscrittori impegnati su più livelli all’interno del Partito Democratico: dirigenti, amministratori locali, componenti delle assemblee elettive di partito, iscritti e simpatizzanti hanno mandato nella giornata del 31 marzo ’09 la lettera il cui testo integrale è riportato in allegato ed indirizzata al Segretario nazionale del PD, Dario Franceschini. Rapida la risposta del segretario regionale del Pd Piero Lacorazza. "Dispiace che gli accadimenti di questi ultimi mesi, invece di diventare oggetto di confronto politico aperto ed anche aspro, se necessario, se necessario, nel Partito Democratico, hanno prodotto una scelta di disimpegno... a meno che non si tratti del tentativo di riavviare un’interlocuzione politica". La lettera in pagina.
PD LUCANO: IN 1500 SI DIMETTONO
Sono 1.515 i sottoscrittori impegnati su più livelli all’interno del Partito Democratico: dirigenti, amministratori locali, componenti delle assemblee elettive di partito, iscritti e simpatizzanti hanno mandato nella giornata del 31 marzo ’09 la lettera il cui testo integrale è riportato in allegato ed indirizzata al Segretario nazionale del PD, Dario Franceschini. Nella missiva, in allegato, sono contenute le motivazioni che hanno portato i firmatari a prendere la decisione di abbandonare il Partito Democratico per dar vita ad un nuovo movimento.
Rapida la risposta del segretario regionale del Pd Piero Lacorazza. "Dispiace che gli accadimenti di questi ultimi mesi, invece di diventare oggetto di confronto politico aperto ed anche aspro, se necessario, nel Partito Democratico, hanno prodotto una scelta di disimpegno". E' questo il commento del segretario regionale che in una nota esprime "rispetto verso il dissenso manifestato nella lettera inviata oggi a Dario Franceschini e condivisa, a quanto si apprende, da persone che fanno riferimento a Roberto Falotico, e che probabilmente hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre 2007, anche se non ne condivido le ragioni, e ritengo anzi che il Partito Democratico in Basilicata continui ad essere il luogo dove i riformisti possono incontrarsi e progettare insieme il futuro di questa Regione". "A meno che non si tratti del tentativo di riavviare un’interlocuzione politica - conclude Lacorazza - perché in questo caso è bene chiarire che essa andrebbe rivolta al Pd della Basilicata, e non a Roma".
Ad ogni buon conto, ecco il testo della lettera: “
 
Caro Segretario,
ti scrivono dirigenti nazionali, regionali, provinciali, comunali, semplici iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico i quali, avvertendo un senso di disagio e di incomprensione con l’attuale dirigenza del Partito, intendono riprendersi la propria libertà d’azione, avviando un autonomo percorso dopo aver lungamente e serenamente riflettuto.
Abbiamo ripercorso tutte le tappe di un allontanamento dal Partito in cui avevamo creduto, contribuendo con convinzione e passione alla sua nascita ed al suo avvio, non lasciando nulla di intentato. La crisi di progetto che lo caratterizza è, a nostro avviso, irreversibile; il PD di Basilicata rimane un Partito a vocazione centralistica, incapace di coinvolgere e di comunicare con gli elettori, estremamente autoreferenziale, che preferisce nascondersi dietro il paravento del “tutto funziona”, “tutto è sotto controllo”. Siamo al paradosso per cui non si riesce a capire, ad esempio, secondo quali logiche e da quali soggetti proponenti arriva, ad una coalizione in fermento e niente affatto soddisfatta, la candidatura alla Presidenza della Provincia di Potenza, della serie “promoveatur ut amoveatur”. Ed ancora, se con la risoluzione della crisi regionale si era voluto innescare un dibattito finalizzato al ricambio della classe dirigente, senza aver prima regolato i rapporti interni al Partito, la rinuncia del candidato alla Presidenza della Provincia di Matera è un sicuro sintomo di malessere, oltre che di leggerezza e superficialità nella gestione del Partito di maggioranza relativa; così come la ricandidatura a Sindaco di Potenza dell’attuale primo cittadino è operazione ardua, dovendosi impegnare nella riconferma di un consenso che ha superato il 70% nel 2004 a fronte di una gestione che si vorrebbe far passare per positiva, mentre risulta essere tutt’altro che apprezzata dai cittadini. Lo scenario che abbiamo di fronte, fatto di amministratori regionali e provinciali, sindaci, segretari cittadini, dirigenti locali, iscritti e simpatizzanti che lasciano il PD, non ci pare un buon segno. La cronistoria dei fatti parte da una mediazione nel Partito mai voluta da chi, nel dividi et impera, ha costruito la forza del momento e la debolezza del futuro. Chi ha pensato di non dar seguito a nessuna delle mediazioni che pure sono state ricercate, dovrà giustificare il senso di un comportamento volto a non riconoscere ad una parte politica consistente e radicata la visibilità che aveva guadagnato sul campo. Molti potrebbero essere gli esempi, alcuni portati anche alla tua attenzione attraverso le interlocuzioni intervenute con il Consigliere regionale Roberto Falotico, individuato quale nostro riferimento politico ed a cui facciamo risalire il nostro movimento. Crediamo che chi abbia avuto responsabilità nel determinare questo confuso e degradato scenario dovrà rispondere ai cittadini di Basilicata. La parola, pertanto, torna ai lucani, che dovranno giudicare il nostro e l’altrui operato. La nostra speranza è che il tempo dia ragione alla politica, a quanti meglio sapranno interpretare i bisogni veri di una comunità disincantata e disillusa ma ancora capace di valutare “uomini e cose”. Non potevamo rassegnarci e consegnarci a questo generale clima di sfiducia, di scollamento e di rassegnazione che si nota tra la gente e tra questa e la classe dirigente. Occorre ripristinare un diverso rapporto con la società civile, tra rappresentanti e rappresentati, tra eletti ed elettori. La nostra presenza in politica intende recuperare le istanze di una società esausta per farsene interprete; già questo semplice assunto giustifica la nostra autonoma e decisa presa di posizione. Un impegno che muove dalla necessità di dover recuperare anche laddove ha fallito il PD, ripiegandoci ad ascoltare e ad elaborare tutte quelle sensibilità e quelle potenzialità di una regione ridotta a mero “serbatoio” di consensi, ma che aspira a riscattarsi se si riuscirà a farla diventare fucina ed incubatore di azioni positive per un diverso sviluppo. Per noi l’uomo è anche ciò in cui crede. Per questo, l’obiettivo è di riuscire a rimettere al centro dell’impegno la Persona e non l’individuo con i suoi bisogni, le sue ansie, le sue speranze; per questo aggregheremo democratici cattolici e riformisti attraverso un percorso di lungo respiro, una sorta di maratona in cui si corre tutti insieme, sicuri che in tanti vorranno gareggiare con noi, in questa gara per una vita migliore, più degna di essere vissuta, senza furbizie e retropensieri. Ne va del futuro di ognuno di noi e più complessivamente della Basilicata. Su queste logiche non possono esserci mediazioni. Perché ciò che è “il meglio” per questa terra è il meglio per noi. Il PD, così come viene fatto avanzare, non lo è. Siamo cittadini ancor prima che classe dirigente, e non possiamo accontentarci di sopravvivere in un quadro nebuloso e indistinto. Il tempo elettorale dovrà dare una riprova a quanto diciamo: siamo certi che la testardaggine dei numeri darà forza alle nostre idee. Tocqueville, difatti, descrivendo l’avvento del mondo democratico notò: “La nozione di governo si semplifica: Solo il numero fa la legge e il diritto. Tutta la politica si è ridotta ad una questione aritmetica”. La libera interpretazione delle classi dirigenti del PD non potrà arrivare a stravolgere anche l’oggettività del consenso. Credici, non c’è alcuna nostalgia in ciò che ci proponiamo, ma solo la consapevolezza della modernità del nostro pensiero che è e rimane fondamento del nostro impegno.
La parola va ai Lucani; noi li ascolteremo e rifletteremo”.
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