Venerdì, 20 Marzo 2009 00:00

DERUBAVANO ANZIANI: ROM ITALIANI IN MANETTE

Gli anziani soli erano le vittime predilette di una banda, di etnia Rom e con cittadinanza italiana, dedita ai furti. Da mercoledì sera, i quattro ladri non potranno più derubare nessuno. I Carabinieri del Comando provinciale di Matera hanno messo le manette a un uomo, l’unico “straniero” perché cittadino croato, e a tre donne italiane. Orsus Kristijan, croato di 25 anni, è adesso recluso nel carcere di Matera, mentre Mina Goman, 50 anni veneta, sua nipote Marika Goman, di 31 anni milanese, e la convivente di Kristijan, la 28enne veronese Rosa Lonciaric, sono ospitate nella sezione femminile del carcere di Potenza. Tutti con precedenti penali, i quattro dovranno rispondere di furto aggravato e di tentato furto. Ruggi in pagina.

DERUBAVANO ANZIANI: ROM ITALIANI IN MANETTE

 

Gli anziani soli erano le vittime predilette di una banda, di etnia Rom e con cittadinanza italiana, dedita ai furti. Da mercoledì sera, i quattro ladri non potranno più derubare nessuno. I Carabinieri del Comando provinciale di Matera hanno messo le manette a un uomo, l’unico “straniero” perché cittadino croato, e a tre donne italiane. Orsus Kristijan, croato di 25 anni, è adesso recluso nel carcere di Matera, mentre Mina Goman, 50 anni veneta, sua nipote Marika Goman, di 31 anni milanese, e la convivente di Kristijan, la 28enne veronese Rosa Lonciaric, sono ospitate nella sezione femminile del carcere di Potenza. Tutti con precedenti penali, i quattro dovranno rispondere di furto aggravato e di tentato furto. Ora attendono che il giudice per le indagini preliminari, presumibilmente entro venerdì, convalidi il fermo e decida se lasciarli in cella o rimetterli in libertà. I Carabinieri delle Compagnie di Policoro e di Tricarico hanno pochi dubbi: i quattro nomadi sono i responsabili di almeno una decina di furti, avvenuti nell’ultimo anno, nei piccoli centri del Materano. “A Rotondella, Tursi, Grassano, San Mauro e Montescaglioso erano stati segnalati furti in appartamento – ha spiegato il capitano Fernando Carbone, comandante della Compagnia di Policoro, nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina nella sede provinciale dell’Arma – le vittime erano sempre e solo anziani che vivono da soli”. La banda agiva seguendo un copione ben collaudato. Una delle donne, Rosa Lonciaric, bussava alla porta. Con una scusa, ma a volte anche grazie a comportamenti affettuosi e ammiccanti, riusciva a entrare in casa. Distraendo l’anziano, lasciava aperta la porta per almeno una delle altre due donne. Mentre Marika Goman si impossessava di contante e oggetti d’oro, sua zia Mina restava in strada a fare da palo. A Orsus Kristijan il ben più “tranquillo” compito di restare in auto con il motore acceso e pronto alla fuga. “Sono almeno una decina i colpi andati a buon fine – ha proseguito il capitano Carbone – a Tursi, con un solo furto hanno portato via ben 32mila euro, i risparmi di una vita. Fra oro e soldi, la banda aveva messo insieme un bottino di circa 100mila euro”. I quattro avevano anche escogitato un piccolo trucco per non lasciare impronte digitali: si cospargevano i polpastrelli delle dita con una colla a presa rapida. Giochetto che non è servito a evitare il carcere. “Armati” di identikit e foto segnaletiche, ricostruiti e individuate grazie alla collaborazione delle vittime, i militari dell’Arma hanno battuto il territorio della provincia di Matera. Ed è stata proprio una pattuglia in servizio che, mercoledì pomeriggio, ha riconosciuto i quattro nomadi a bordo di un’auto. Bloccati e portati in Caserma a Policoro, alcune ore dopo i Rom sono stati raggiunti dal provvedimento di fermo del pm. “Questi fermi – ha affermato il capitano Giuseppe Prudente, comandante della Compagnia di Tricarico – sono ben più di una semplice operazione: restituiscono la tranquillità ai tanti anziani che vivono da soli nei nostri paesi. Subire un furto, e con queste modalità, non genera solo paura. La vittima si sente frustrata per aver accordato fiducia a chi l’ha poi derubata”. “Riteniamo che la banda abbia commesso anche altri furti – ha concluso il capitano Carbone – risiedevano ad Aprilia, in una casa in affitto. Dal Lazio partivano per compiere scorribande in Basilicata, Puglia e Calabria”.

                                                                                                          Sissi Ruggi

 

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