Sabato, 14 Marzo 2009 00:00

CANI DI DI PALO: SALVATI IN 170

Rischiavano di morire di fame, gli oltre 170 cani che l’imprenditore altamurano Francesco Dipalo aveva accolto nella sua azienda a Jesce. Dopo il fallimento dell’attività, Dipalo aveva dichiarato di non essere più in grado di provvedere al sostentamento delle bestiole. Il pericolo è scongiurato. Da lunedì i 170 cani saranno affidati alle cure congiunte della sezione di Matera dell’Anta (l’associazione nazionale tutela animali). E’ quanto ha stabilito la conferenza di servizio tenutasi giovedì pomeriggio nel Comune di Matera, presieduta dal sindaco Emilio Nicola Buccico. Alla conferenza hanno preso parte rappresentanti del Noe dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del servizio veterinario della Asm e il presidente dell’Anta di Matera. Ruggi in pagina.

CANI DI DI PALO: SALVATI IN 170

 

 

Rischiavano di morire di fame, gli oltre 170 cani che l’imprenditore altamurano Francesco Dipalo aveva accolto nella sua azienda a Jesce. Dopo il fallimento dell’attività, Dipalo aveva dichiarato di non essere più in grado di provvedere al sostentamento delle bestiole. Il pericolo è scongiurato. Da lunedì i 170 cani saranno affidati alle cure congiunte della sezione di Matera dell’Anta (l’associazione nazionale tutela animali). E’ quanto ha stabilito la conferenza di servizio tenutasi giovedì pomeriggio nel Comune di Matera, presieduta dal sindaco Emilio Nicola Buccico. Alla conferenza di servizio hanno preso parte rappresentanti del Noe dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del servizio veterinario della Asm e il presidente dell’Anta di Matera Nicola Mario Fraccalvieri. Nell’incontro si è deciso che sarà, il Noe, la Asm e la sezione di Matera dell’Anta a sterilizzare e a “censire” tramite microchip i cani. Operazioni preliminari, queste, prima di cercare alle bestiole un nuovo padrone. “Ci occuperemo dapprima dei cuccioli – ha spiegato Nicola Mario Fraccalvieri, presidente della sezione di Matera dell’Anta – in questi mesi ne sono nati molti, tanto che da 150 i cani sono oggi più di 170. Ci sono molti animali feriti, come abbiamo constatato nell’ultimo sopralluogo, e occorrerà curarli. La parte più difficile sarà trovare un nuovo padrone o un luogo dove ricoverare queste bestiole. Sono oltre 170 e la maggior parte di grossa taglia: solo i cani di Dipalo riempirebbero un canile. Altro problema, poi, è provvedere a sfamarli. Il Tribunale di Matera aveva disposto che per i mesi di gennaio e febbraio fosse il curatore fallimentare ad acquistare le crocchette. Da marzo non c’è più nessuno che li sfama. Finché non saranno tutti censiti, sterilizzati e non verrà trovato loro un nuovo padrone, sarà l’Anta a occuparsi di reperire i fondi necessari per l’acquisto del cibo”. Non dichiarati all’anagrafe canina, né tanto meno vaccinati, gli oltre170 cani erano un vero pericolo per la salute dei cittadini per le eventuali malattie che avrebbero potuto trasmettere. In più occasioni Francesco Dipalo, affermando di non essere più in grado di provvedere ai 7-8mila euro necessari all’acquisto mensile del cibo, aveva affermato che avrebbe liberato nelle strade di Jesce le bestiole affamate. Tante le associazioni a difesa degli animali che dal novembre 2008, data in cui la vicenda Dipalo salì agli onori delle cronache dopo che l’imprenditore minacciò di darsi fuoco, si sono alternate in una vera e propria gara di solidarietà raccogliendo denaro per sfamare i cani. Soluzioni tampone che, da lunedì, lasceranno il campo a un intervento che potrà risolvere il problema. Francesco Dipalo aveva messo su un improvvisato canile raccogliendo tutti i randagi di Jesce, la zona industriale di Matera dove aveva sede la sua ditta di vasche per idromassaggio. L’azienda fallisce nel 2003, ma Dipalo non si arrende. Prova a riaprire un’attività e nel frattempo denuncia di essere stato vittima di estorsioni e minacce. Il 4 novembre del 2008 chiama il 113 e minaccia di darsi fuoco, dopo essersi cosparso di benzina. Non un tentativo di suicidio, affermerà in seguito l’imprenditore, ma un gesto dimostrativo per attirare l’attenzione sulla sua condizione. Un gesto dimostrativo nelle intenzioni che, se non fosse intervenuta la Squadra Mobile di Matera, avrebbe potuto avere conseguenze gravi per Dipalo. L’imprenditore, il 12 dicembre, fa perdere le proprie tracce. Sparisce nel nulla, lasciando nello sconforto moglie e figli. Il 18 dicembre, con una telefonata alla moglie, ricompare. Ritornato a casa, ad Altamura, racconta di voler lasciare la nazione. Francesco Dipalo è ancora in Italia.

                                                                                                                                            Sissi Ruggi

 

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