Sabato, 07 Marzo 2009 00:00

TRATTORI IN MARCIA SU SCANZANO

Dalle prime ore di questa mattina i trattori degli agricoltori associati alla Cia (la confederazione italiana agricoltori) si sono mossi per radunarsi a Scanzano jonico, simbolo di quella che fu la stagione della riforma fondiaria degli anni Cinquanta. A quanto è dato sapere la statale jonica è intasata dai mezzi agricoli che provengono da ben cinque regioni meridionali e che daranno vita a una manifestazione di protesta proprio nella cittadina di Scanzano. A muovere gli agricoltori la situazione ormai insostenibile dell’agricoltura lucana e meridionale. Il necessario adeguamento e il rinnovamento in agricoltura – ha detto in proposito Donato De Stefano, presidente della Cia di Basilicata – pesa tutto sulle spalle degli imprenditori agricoli.

TRATTORI IN MARCIA SU SCANZANO

Dalle prime ore di questa mattina i trattori degli agricoltori associati alla Cia (la confederazione italiana agricoltori) si sono mossi per radunarsi a Scanzano jonico, simbolo di quella che fu la stagione della riforma fondiaria degli anni Cinquanta. A quanto è dato sapere la statale jonica è intasata dai mezzi agricoli che provengono da ben cinque regioni meridionali e che daranno vita a una manifestazione di protesta proprio nella cittadina di Scanzano. A muovere gli agricoltori la situazione ormai insostenibile dell’agricoltura lucana e meridionale. Il necessario adeguamento e il rinnovamento in agricoltura – ha detto in proposito Donato De Stefano, presidente della Cia di Basilicata – pesa tutto sulle spalle degli imprenditori agricoli. Per questo motivo chiediamo al governo misure adeguate, urgenti ed efficaci, legate ai servizi essenziali indispensabili al comparto, quali l’accesso agevolato al credito, le assicurazioni  e l’abbattimento dei costi in materia di energia, insieme alla tutela di comparti specifici come quello legato al mare e provvedimenti  concreti per definire la tracciabilità dei prodotti. Di fronte alla crescita elevata degli oneri sociali, che si attesta intorno a circa il cinquanta per cento di aumento – ha aggiunto de Stefano – chiediamo al governo di spostare ufficialmente le scadenze alla fine dell’anno. Abbiamo bisogno di stabilità – ha concluso De Stefano – per competere in Italia e in Europa, pena l’espulsione dal circuito produttivo di migliaia di imprenditori e di famiglie.

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