Venerdì, 20 Febbraio 2009 00:00

L' UNIONE DI CENTRO RILANCIA LA QUESTIONE CATTOLICA

“Il Paese sta cambiando. I risultati elettorali in Sardegna, Abruzzo e Trentino, indicano che i voti moderati si spostano verso il centro”. E’ la disamina del consigliere regionale dell’Udc, Gaetano Fierro. “L’Ufficio politico dell’Udc – riferisce Fierro – attraverso l’analisi del voto, rileva che sta nascendo la consapevolezza di rafforzare un Centro equidistante dai Poli. Si ritiene che il popolo cristiano, e in particolare, quella parte di esso che esprime il desiderio di un soggetto (laicamente) cristiano, non si sente rappresentato nella politica italiana. Il 20 per cento dei cattolici vuole un nuovo Partito! Questa esigenza scaturisce da un recente sondaggio Ipsos che sta togliendo il sonno ai politologi italiani”.

L' UNIONE DI CENTRO RILANCIA LA QUESTIONE CATTOLICA

“Il Paese sta cambiando. I risultati elettorali in Sardegna, Abruzzo e Trentino, indicano che i voti moderati si spostano verso il centro”. E’ la disamina del consigliere regionale dell’Udc, Gaetano Fierro. “L’Ufficio politico dell’Udc – riferisce Fierro – attraverso l’analisi del voto, rileva che sta nascendo la consapevolezza di rafforzare un Centro equidistante dai Poli. Si ritiene che il popolo cristiano, e in particolare, quella parte di esso che esprime il desiderio di un soggetto (laicamente) cristiano, non si sente rappresentato nella politica italiana. Il 20 per cento dei cattolici vuole un nuovo Partito! Questa esigenza scaturisce da un recente sondaggio Ipsos che sta togliendo il sonno ai politologi italiani”. “Parte da qui – sostiene Fierro – la sfida dell’Unione di Centro di Casini. Il primo dato che ha colpito e fa ancora riflettere è che, con questo Partito democratico, l’elettorato cattolico praticante si è spostato verso il Centrodestra. Si potrebbe dire che la perdita di sostegno nell’area cattolica è la vera causa della sconfitta del Partito democratico. Questo, però, non sarebbe del tutto vero. Uno spostamento analogo – fa rilevare Fierro - si è avuto, anche se in misura forse minore, nell’elettorato più laico. E’ interessante ciò che l’indagine dice sul tema di un partito fortemente (pur se laicamente) impegnato sul tema dei valori cristiani. Il 18 per cento degli intervistati ritiene che di un simile partito ci sia bisogno. Alcuni commentatori ritengono che questo indichi il definitivo superamento di una identità cristiana organizzata in politica. All’Udc sembra, invece – sottolinea Fierro – che, oggi, nessun partito abbia, in realtà, un nocciolo duro identitario del 18 per cento, certo da ampliare ed accrescere attraverso l’azione politica. Di sicuro, l’idea di un partito di questo tipo si inscrive assai più facilmente in un sistema di coalizioni che non in un sistema bipartitico: ma dal bipartitismo l’Italia è, ci pare, ancora lontana. Ancora più interessante – secondo Fierro - è il fatto che una maggioranza relativa degli intervistati individui nell’Udc il partito che con più coerenza difende o rappresenta i valori cristiani in politica. D’altro canto, l’elettorato dell’Udc è costituito in grande maggioranza da cattolici praticanti. Noi crediamo che da questi dati sia possibile trarre qualche interessante conclusione politica. Esiste lo spazio elettorale, in Italia, per un partito a forte radicamento nei valori cristiani. Esiste un’area del 18-20 per cento interessata ad una simile ipotesi politica. E’ ovvio che in tale area è già insediato l’Udc, che però non riesce ad esaurirne la capacità. Questa area non coincide con quella dei cattolici praticanti, che è molto più ampia. Per di più, molti elettori che non sono cattolici praticanti favoriscono l’ipotesi della formazione di un simile partito”. “Tutto questo dice – è l’analisi di Fierro - che l’ipotesi è un’ipotesi laica non confessionale. Cristiana ma laica. Ovvero, anche laica perché cristiana. E’ ovvio che un simile partito avrebbe le prerogative di un partito. Oltre il nocciolo duro di coloro che vi aderiscono per un sentimento di identità, esso dovrà poi cercare di aggregare un consenso politico costruito sui programmi e sugli altri elementi che possono contribuire alla sua caratterizzazione. In altre parole, un partito così può andare avanti anche molto oltre il 20 per cento. Un partito che parte dall’Udc ma va molto oltre l’Udc. Non somiglia questo molto all’idea della Unione di Centro? Questa è la sfida dell’Unione di Centro. E’ una sfida – a giudizio di Fierro - che non si vince solo con una professione di fede. Si vince con l’intelligenza di un programma in cui quel popolo si possa riconoscere. E si vince con il coraggio di una testimonianza che non teme di affrontare anche battaglie impopolari, e forse di minoranza, in nome di un’idea diversa della politica come servizio alla nazione e servizio ideale”.

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