Venerdì, 13 Febbraio 2009 00:00

MATERA: CORAZZA E GENCHI "ABBANDONANO"

Michele Corazza, consigliere comunale e provinciale del Partito democratico materano e “traghettatore” della nuova formazione verso la segreteria guidata da Anna Ferrara, ha deciso di dimettersi dal partito, con una lettera inviata al segretario nazionale Walter Veltroni, al regionale Piero Lacorazza, alla provinciale e ai capigruppo consiliari di Provincia e Comune. A Corazza ha risposto il consigliere Pd Maridemo Giammetta. Anche Domenico Genchi, consigliere comunale cittadino di "Città domani" ha deciso di lasciare la maggioranza. Pubblichiamo integralmente la lettera scritta da Corazza alle massime cariche del Pd e l'intervista di Genchi rilasciata al collega Piero Quarto de "il Quotidiano".
MATERA: CORAZZA E GENCHI "ABBANDONANO"
 
Michele Corazza, consigliere comunale e provinciale del Partito democratico materano e “traghettatore” della nuova formazione verso la segreteria guidata da Anna Ferrara, ha deciso di dimettersi dal partito. Ecco il testo integrale della lettera inviata al segretario nazionale Walter Veltroni, al regionale Piero Lacorazza, alla provinciale e ai capigruppo consiliari di Provincia e Comune.
“Carissimi,
Appena qualche mese fa non avrei certo immaginato di ripiegarmi a dover formalizzare il mio disimpegno dal Partito Democratico, cui ho creduto sin dalla sua gestazione, seguendo con interesse e impegno leale la fase di nascita e da protagonista la parte saliente che ha riguardato la sua crescita iniziale, con oggettivo e fattivo entusiasmo. Rammento ancora l’entusiasmo e la partecipazione alle Primarie del 14 ottobre 2007; era la speranza per un vero spartiacque tra culture e tradizioni che decidevano finalmente, in maniera netta, senza tentennamenti, di fare un salto verso il futuro. Il futuro della Politica e dell’Italia che i lucani e gli italiani chiedevano a gran voce. In una sorta di storica retrospettiva, appare chiaro che quel sentimento pervase, per fortuna tanti, che decisero di guardare al futuro della buona e utile Politica. Anch’io, che per storia e cultura non ho mai assunto la velleità di entrare nell’agone politico in tackle scivolato, ho seguito e spero agito, in punta di piedi, con uno stile che per fortuna è stato anche riconosciuto (spero sinceramente), cercando di “offrire” quello che si ha e agendo secondo la convinzione e i dettami del noto manifesto fondativo del Partito. Mi sono accorto che adesso non é più così; a quel modello di partito, si delinea, avendo purtroppo la meglio, un partito che privilegia l’esercizio del Monopoli o del Risiko oltre che, una quotidiana attività finalizzata ad escludere, in un partito che aveva, come mission fondamentale, l’inclusione alla partecipazione. Si assiste, purtroppo, ad una aggravante: la non dismissione rispetto a quelle mielose fibrillazioni interne dei soliti vecchi gruppi che hanno promosso le solite rituali cordate che, nel lessico finanziario, vengono denominate “offerte pubbliche di acquisto” (O.P.A.). Per questo nutro tanta delusione per aver creduto, purtroppo invano, in un modello nuovo di essere e partecipare in politica, accorgendomi, mio malgrado, che l’appuntamento con il nuovo, chissà quando arriverà; se mai arriverà. Maturare una decisione difficile e sofferta come questa, non è cosa facile; specie per chi, come il sottoscritto, ha svolto generosamente e seriamente un ruolo di primo piano affermando ai dubbiosi di allora che le battaglie, sia giusto farle dall’interno e non fuggendo. Per questo sento il dovere di scusarmi con coloro, tanti, che mi avrebbero voluto al loro fianco per intraprendere una battaglia dall’interno. Ad essi voglio però sottolineare che è inutile e senza alcun senso, perseverare accorgendosi che, grazie alle divisioni interne, si produce un grande danno alla società che ha sperato in una politica non invasiva, che fosse lieve e solidale. Per senso di responsabilità e per quel senso di libertà che è forte in me, sento di avere il coraggio di affermare che oggi sono disposto a pagare, gettando la spugna, per un fallimento subito e non promosso.bE’ anche così che va la vita. E’ indubbio che ho avuto modo di conoscere e apprezzare tanta gente comune, che in questi mesi si è avvicinata al Partito Democratico, spesso impaurita e volte intimidita per non riuscire a
sentirsi a proprio agio in un contesto asfittico e chiuso in se stesso; un luogo per soli addetti ai lavori. La mia esperienza istituzionale in seno al consiglio comunale di Matera e alla Provincia, continua; continua con più forza e entusiasmo, all’insegna della proposta, con la metodologia moderata che mi appartiene per storia e cultura e con la concreta speranza che possa esser ancora utile alle nostre comunità”.
A Corazza ha immediatamente risposto il consigliere comunale Pd Maridemo Giammetta. Sono seriamente preoccupato e rammaricato – scrive Giammetta - per la decisione di Michele Corazza di abbandonare il Partito Democratico. Mi domando, e domando all'amico Michele ed a tutti coloro che in questi mesi hanno espresso il loro malessere sui mezzi d'informazione non avendo modo di potersi esprimere negli organismi di partito, se non ci sia ancora lo spazio per un ripensamento e per proseguire tutti insieme un nuovo percorso interno al Partito Democratico per ridare lustro alle ragioni che poco più di un anno fa ci convinsero a fondare il nuovo soggetto politico del riformismo italiano. Certo – continua Giammetta - in poco più di un anno il “gruppo di comando” del partito ha appannato notevolmente, ma non ancora irrimediabilmente, la novità del partito nato con la spinta di milioni di italiani e oltre settantamila lucani che si recarono alle urne per far nascere il PD. I metodi fin qui usati tradiscono lo spirito democratico. Le dimissioni di Michele Corazza – rimarca - persona che ha guidato il partito in provincia di Matera proprio nella fase delle sua nascita, sono un sintomo grave del disagio di tanti simpatizzanti. Le sofferenze ed i malumori dei singoli e di interi gruppi e sensibilità, così come l'allontanamento volontariamente silenzioso di molti eletti alle assemblee dei circoli del partito, troppo poco spesso convocati e per niente considerati, dovrebbero rappresentare per i vertici del partito un segnale, un campanello, cui prestare attenzione. Invece ho la sensazione che si preferisca continuare a svilire gli organismi democraticamente eletti per agire con metodi verticistici, di pochi intimi che avrebbero la pretesa di saper interpretare la volontà dei lucani. Così non è! E' per questa ragione che io non mi arrendo – conclude Giammetta - e chiedo a Michele Corazza e a quanti vogliono rinvigorire lo “spirito del 14 ottobre 2007” di unire l'impegno per un partito democratico davvero, a cominciare dalle scelte per le prossime elezioni amministrative.
 
 
A MATERA GENCHI LASCIA LA MAGGIORANZA
 
Pubblichiamo l’intervista integrale rilasciata al collega Piero Quarto de “il Quotidiano” dal consigliere comunale di Matera Domenico Genchi
 
“La maggioranza che sostiene Emilio Nicola Buccico ha perso un pezzo. Ed è un pezzo importante che segna un ulteriore distacco dalle civiche e colora sempre più politicamente l'esecutivo del primo cittadino. «Ho deciso di non essere più parte organica della maggioranza ma mi riservo nell'interesse della città di decidere di volta in volta. Ad oggi noto come l'accordo prelettorale che aveva un preciso programma è stato disatteso».
Le parole sono di Domenico Genchi uno dei due consiglieri comunali di “Città Domani” che annuncia ufficialmente una decisione che era nell'aria, visti i fatti in Consiglio, e che ora diventa ufficiale.
Quali sono i motivi di questa decisione?
“Il problema è sostanzialmente politico, le cose fatte fino a questo momento sono in contrasto con quanto contenuto nel programma, né vi è stato un confronto per concordare la modifica delle linee programmatiche. Le decisioni sono state prese unilateralmente”.
C'è un fatto scatenante in questo momento che provoca questa decisione?
“L'ultima riguarda il Piano triennale delle Opere pubbliche. E' la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'anno scorso presentammo un emendamento al bilancio in cui si stralciavano tutte le voci non discusse tra cui anche la questione del project financing. L'impegno era quello di darci una programmazione, definire uno schema economico e concordare le scelte da fare. Oggi mi ritrovo con le medesime cose dell'anno scorso senza che ci sia stato più un confronto ed una discussione su questi argomenti. E' opportuno, mi chiedo, che gli impianti cimiteriali che riguardano una situazione molto particolare e sentita dei cittadini, vengano lasciati a privati? Stesso discorso si può dire per la pubblica illuminazione laddove vi erano soluzioni diverse che avrebbero permesso al Comune di poter effettuare ed in tempi rapidi un reale risparmio.
Nei fatti lei cosa lamenta all'Amministrazione?
“Il problema è che non c'è programmazione, non esiste alcun rispetto dei principi che volevamo applicare. Non basta eliminare le proroghe se poi non si guarda oltre e non si cerca di trovare nuove formule per la gestione amministrativa della città. Invece si sono abolite le proroghe ma praticando i vecchi schemi.
Ad esempio?
Il primo e più macroscopico errore riguarda il bando sull'Igiene urbana. Nel programma si parla della creazione di un'azienda municipalizzata con imprenditori privati per far ricavare all'amministrazione nuove economie e con ricadute positive in tema di salvaguardia dell'ambiente e di educazione sociale. Non esiste nulla di tutto questo nel bando, ci si occupa solamente della raccolta e non si guarda oltre. Ma di esempi ce ne sono tanti, c'è il bando parcheggi che ripropone il vecchio schema di gestione e che risulta un'operazione meramente amministrativa e non programmatoria. Si era detto, sempre nel programma, di voler operare distinzioni tra residenti e non, persone diversamente abili e non così come si avanzava la possibilità di creare impianti e infrastrutture finalizzati al governo della città. Purtroppo di queste cose nel bando non vi è traccia. Poi ci sono anche situazioni di ordine politico, l'idea di accorpare gli assessorati all'Urbanistica ed ai Lavori Pubblici rientrava da un esigenza precisa di sintesi delle diverse problematiche, è un aspetto concordato in sede di programma che è stato disatteso e senza alcun confronto.
Ma voi avete provato ad avanzare nuove idee e proposte all'Amministrazione?
Al sindaco sono state fatte diverse proposte, era stata avanzata, ma non tenuta in considerazione, una proposta per la creazione dei Comitati di quartiere che in qualche modo provasse a superare il rischio concreto di politicizzazione di questi organismi ma che provvedesse comunque a realizzarli. Avevamo ritenuto ancora opportuno istituire una consulta per l'ambiente che è stata avversata da tutti.
L'uscita di Di Maggio e l'ultimo rimpasto in giunta cambia in qualche modo l'equilibrio della coalizione di maggioranza?
Sembra proprio che è venuto meno il patto iniziale che si era instaurato con gli elettori, l'amministrazione non è più percepita come l'unione di centrodestra e civiche ma ora è rimasto solo il centrodestra e visti gli ultimi episodi risulta anche difficile parlare di una vera e propria maggioranza.
Lei è anche presidente della Commissione Ambiente. Cosa farà?
Mi sono già dimesso da quella carica, mi sembra corretto vista la scelta che ho adottato.
In giunta ci sono anche gli assessori di Città Domani cosa ne pensa?
«Credo che siano gli unici ad aver operato in forma partecipativa, Plati che è l’assessore di Città Domani ha completato il percorso per il sostegno ai malati non autosufficienti coinvolgendo al massimo tutte le forze del Consiglio di maggioranza e opposizione. Io continuerò con il mio impegno senza preconcetti, da capogruppo di Città Domani solo non me la sento più di garantire un sostegno organico in queste condizioni. Gli altri faranno le scelte che ritengono necessarie. Voglio ribadire la stima verso alcuni consiglieri di maggioranza e penso si potrà continuare a lavorare insieme. La mia non è una posizione preventiva».
Di certo però è un colpo agli equilibri di maggioranza, un colpo che sposta sempre più a destra il baricentro dell’Amministrazione Buccico e che di certo allontana la presenza delle civiche. Sono rimasti in cinque su dieci i consiglieri eletti nelle civiche che sostengono apertamente il sindaco. Di questi però almeno tre sono passati organicamente con il centrodestra o stanno per farlo. L’Amministrazione Buccico si caratterizza sempre più sotto un profilo politico come forse era inevitabile, Genchi in questo senso fa un passo indietro. ora bisognerà capire cosa sceglieranno di fare gli assessori Francesco Saverio Acito e Michele Plati che sono in giunta e l’altro consigliere Giuseppe Pentasuglia. Ma soprattutto sarà interessante sapere cosa ne pensa il sindaco.”
 
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