Martedì, 10 Febbraio 2009 00:00

PIANO TURISTICO REGIONALE: RIDEFINIRE LE STRATEGIE

L’impatto della crisi economica planetaria sulla scena turistica – si legge in una nota diffusa dall’Apt (l’Azienda di promozione turistica) di Basilicata - impone una radicale definizione delle strategie di marketing e di promozione. C’è anche una lettura dei trend macroeconomici alla base del lavorio (analisi di mercato, studio della concorrenza e del posizionamento, interviste degli stakeholder, ricerche sull’immagine della Regione e sulle motivazioni al viaggio) che ha messo capo al nuovo Piano turistico regionale della Basilicata, uno dei primi atti della nuova giunta. “La crisi economica – spiega il direttore generale dell’Apt, Gianpiero Perri, principale animatore del gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta - accentua una tendenza già in atto": alla vacanze più brevi e ripetute nell’arco di un anno si accompagna un accorciamento del raggio di spostamento”. Il concetto di prossimità turistica – prosegue il comunicato - ha una particolare aritmetica: studi analitici hanno stabilito che una meta a 45 minuti dall’aeroporto d’arrivo è considerata vicina. E quindi capitali europee che hanno collegamenti con Bari e Pontecagnano (quando riaprirà) sono da considerare interessanti. E’ questo solo uno degli aspetti emergenti del Ptr: se da un lato la Basilicata continua a essere associata a concetti e valori positivi nella sfera della naturalezza e dell’intangibilità, dall’altro il suo brand all’estero è ancora debole.
PIANO TURISTICO REGIONALE: RIDEFINIRE LE STRATEGIE
L’impatto della crisi economica planetaria sulla scena turistica – si legge in una nota diffusa dall’Apt (l’Azienda di promozione turistica) di Basilicata - impone una radicale definizione delle strategie di marketing e di promozione. C’è anche una lettura dei trend macroeconomici alla base del lungo lavorio (analisi di mercato, studio della concorrenza e del posizionamento, interviste degli stakeholder, ricerche sull’immagine della Regione e sulle motivazioni al viaggio) che ha messo capo al nuovo Piano turistico regionale della Basilicata, uno dei primi atti della nuova giunta. “La crisi economica – spiega il direttore generale dell’Apt, Gianpiero Perri, principale animatore del gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta di Ptr - accentua una tendenza già in atto: alla vacanze più brevi e ripetute nell’arco di un anno si accompagna un accorciamento del raggio di spostamento”. Il concetto di prossimità turistica – prosegue il comunicato - ha una particolare aritmetica: studi analitici hanno stabilito che una meta a 45 minuti dall’aeroporto d’arrivo è considerata vicina. E quindi capitali europee che hanno collegamenti con Bari e Pontecagnano (quando riaprirà) sono da considerare interessanti. E’ questo solo uno degli aspetti emergenti del Ptr: se da un lato la Basilicata continua a essere associata a concetti e valori positivi nella sfera della naturalezza e dell’intangibilità, dall’altro il suo brand all’estero è ancora debole e va comunque connesso quanto meno all’intero Sud Italia. La scelta di fondo è quindi di promuovere non genericamente il marchio regionale ma i diversi “prodotti” già noti e riconoscibili: “Il turismo – insiste Perri – non è un’attività culturale e divulgativa: quando scocca la scintilla della motivazione al viaggio, che può essere la più intrigante e disparata, occorre poi che ci sia un’offerta di servizi e di attività ricreative, di infrastrutture ricettive, di logistica dei trasporti, idonea a soddisfare questa domanda”. Alle carenze storiche di offerta strutturata del turismo lucano intendono dare una risposta i Piot, i Pacchetti integrati di offerta turistica, che puntano appunto a forme avanzate di partenariato tra pubblico e privato per lo sviluppo e la commercializzazione di pacchetti. Il nuovo strumento, definito nel Ptr, è in corso di definizione e vedrà l’allocazione di importanti risorse comunitarie da parte della Regione. A questo contesto è riconducibile la nuova strategia delle 4 M (Matera, Melfi, Metaponto e Maratea) a cui va affiancata, con un sottile distinguo, la P del Pollino. Cioè – sottolinea l’Apt lucana - bisogna puntare su realtà turistiche solide, attrattive, ben delineate nell’immaginario dei turisti e dei viaggiatori, per poi tentare di innescare effetti di diffusione e di traino sui territori circostanti. Con un’immagine ricavata da tutt’altro contesto disciplinare, il Ptr distingue tra “zuccheri rapidi” e “zuccheri lenti”, cioè tra alimenti di facile assorbimento e alimenti che richiedono una più lenta maturazione. Se infatti, seppure con diversi dinamismo e fase di maturazione, le quattro M rappresentano i cardini del sistema turistico regionale, il Pollino finisce per costituire, con i suoi dati stazionari, una “bella incompiuta”. Da una parte i punti di forza dell’area verde più grande d’Europa hanno ancora un notevole potenziale di attrazione nella sempre più ampia fascia del pubblico ecoturistico, dall’altra manca ancora la capacità di rendere effettuale questa potenza virtuale. Eppure il Pollino, come le altre aree verdi e protette dell’intera Regione, dalla Val d’Agri al Parco di Gallipoli-Cognato rappresentano la realtà essenziale dell’anima lucana più universale e spendibile: il giardino più segreto d’Europa, una bellezza nascosta, intonsa e tutta da scoprire. E a questa bellezza naturale sconosciuta – conclude il comunicato dell’Apt - si accompagna poi un patrimonio culturale e umano che rappresenta un ulteriore valore aggiunto, fatto di tradizioni folcloriche e di riti religiosi, tra matrimoni degli alberi e processioni devozionali, la cui conoscenza permette di entrare in contatto con l’anima profonda e autentica della lucanità, un binomio inesplorato di natura e cultura.
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