Martedì, 10 Febbraio 2009 00:00

ORA DIALOGO E PACATEZZA DI TONI

E’ finita. Ieri sera, alle 20 e 10, mentre buona parte dell’Italia televisiva si metteva davanti ai teleschermi, si è spenta Eluana Englaro. La notizia è rimbalzata in diretta da un telegiornale all’altro, mentre si rincorrevano le dichiarazioni di uomini politici e di chiesa. L’aula di Palazzo Madama, dove era in discussione il disegno di legge che prevede il divieto di sospensione dell’alimentazione e di idratazione per i malati in condizioni estreme, ha onorato la memoria della sfortunata giovane con un munito di silenzio. Il dibattito, poi, è continuato senza che questo decesso abbia smorzato i toni della polemica tra centrodestra e centrosinistra.

ORA DIALOGO E PACATEZZA DI TONI

 

E’ finita. Ieri sera, alle 20 e 10, mentre buona parte dell’Italia televisiva si metteva davanti ai teleschermi, si è spenta Eluana Englaro. La notizia è rimbalzata in diretta da un telegiornale all’altro, mentre si rincorrevano le dichiarazioni di uomini politici e di chiesa. L’aula di Palazzo Madama, dove era in discussione  il disegno di legge che prevede il divieto di sospensione dell’alimentazione e di idratazione per i malati in condizioni estreme, ha onorato la memoria della sfortunata giovane con un munito di silenzio. Il dibattito, poi, è continuato senza che questo decesso abbia smorzato i toni della polemica tra centrodestra e centrosinistra. Va dato atto al papà di Eluana di essersi battuto fino in fondo per quelli che lui riteneva i diritti inalienabili di sua figlia, come va riconosciuta alle religiose che hanno assistito Eluana l’amorevolezza e la perseveranza che nasce solo dalla pratica delle opere di misericordia. Nell’esprimere, anche noi, il cordoglio alla famiglia Englaro, non possiamo esimerci dal considerare che la ferita aperta nel tessuto democratico è ancora sanguinante. Fatte salve le motivazioni eccezionali che hanno spinto il centrodestra a cercare di aggirare (con un decreto legge non controfirmato dal Presidente della Repubblica) una sentenza passata in giudicato ed emessa dalla Corte di Cassazione, oggi si pone il problema del vulnus istituzionale prodotto da una simile, sconsiderata, azione che richiede una forte ripresa del dialogo tra i due schieramenti per arrivare, in modo condiviso, al varo delle riforme istituzionali, compresa la legge sul testamento biologico. La Repubblica italiana, fondata sulla Costituzione repubblicana, non può essere svilita dall’operato dei suoi stessi rappresentanti. Si torni alla pacatezza del dialogo e alla conciliazione dei toni, nell’interesse della democrazia italiana.

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