I NUOVI DIRETTORI GENERALI LUCANI
STOCCATE TRA PAGLIUCA E LACORAZZA GRIPPO CRITICA DI SANZA DICE OK QUINTO
Ancora con l’ossigeno aperto dai 17 voti a favore ricevuti dal presidente De Filippo sulla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, il segretario regionale del Partito democratico non trova altro modo per impiegare il suo tempo se non nell’attaccare Berlusconi ed il suo provvedimento anticrisi”. E’ quanto dichiarato dal presidente del gruppo regionale di Forza Italia verso il Pdl, Nicola Pagliuca. “Il novello premier della nostra Regione – aggiunge Pagliuca - snocciola i dati di una finanziaria regionale paragonandoli alle misure anticrisi come se il paragone potesse anche lontanamente essere fatto. E’ superfluo soffermarsi sulla efficacia delle azioni messe in campo dal Governo nazionale per le famiglie attraverso bonus, assegni familiari, provvedimenti sui mutui, affitti, aiuti alle giovani coppie, aiuti ai meno abbienti ecc. o a quelli rivolti al sistema imprese che vanno dall’energia all’Iva per cassa, passando per il parziale abbattimento dell’Irap. Per non dimenticare il significato del rilancio delle opere infrastrutturali bloccate dai Verdi Prodiani e la velocizzazione dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Il provvedimento del Governo Berlusconi sulle manovre anticrisi – afferma Pagliuca - è una iniezione di fiducia data ai cittadini italiani chiamati ad affrontare questo difficile momento partendo dal debito pubblico più importante d’Europa e terzo nel mondo. Di questa situazione non ha colpa nessuno dei presenti protagonisti della politica”. “Il segretariodel Pd lucano Piero Lacorazza – prosegue Pagliuca - in barba a quanto sostenuto dal suo Presidente di Regione che si è affannato ad invocare un diverso atteggiamento di tutti i soggetti politici per difendere gli interessi della Basilicata, oggi, alla sua prima uscita post- crisi lancia strali sul centro destra e sulla sua classe dirigente. Comprendo che lo stato di confusione che alberga nel suo Partito è talmente imbarazzante da lasciare pochi spazi di manovra a chi ha la responsabilità di difendere i colori sociali. La fuoriuscita dal suo gruppo consiliare di un calibro da 90 come Falotico dovrebbe consigliare al Segretario del Pd di ritornare a scuola di matematica per rifare i conti dei consensi ancora attribuibili alla sua corazzata. Per la verità, più che di una corazzata ci sembra un barcone alla deriva che naviga a vista e senza bussola”. “Al segretario Lacorazza - dice ancora Pagliuca - che si affanna con altri del suo Partito a predicare la insostituibilità del centro sinistra per
“Il decreto anticrisi è insufficiente e assolutamente incapace di dare risposte ad imprese e famiglie soprattutto nel Mezzogiorno e in Basilicata. Vedo il consigliere Pagliuca in affanno e non vorrei aggiungere altro alle dinamiche che lo vedono coinvolto nel PDL, sino a mettersi contro, come è accaduto qualche mese fa, a provvedimenti che per la prima volta pongono al centro il territorio e rendono partecipe di questo processo, dandone centralità, il Vulture-Melfese”. E’ la replica di Piero Lacorazza. “Non per il gusto della polemica ma mi chiedo cosa è accaduto se, come lui dichiara, da anni rendiconta sui provvedimenti del centrosinistra e sistematicamente viene sconfitto alle elezioni regionali. Aldilà del dato personale per il quale evito di essere trascinato in una bagarre inutile vorrei ricordare che Nicola Pagliuca, candidato premier nel 2000 e consigliere regionale nel 2005, è parte di quel gruppo dirigente che misura e rileva sconfitte da quindici anni. Dovrebbe più facilmente farsi da parte chi perde e non chi vince! Bisognerebbe evitare semplificazioni e interrogarsi più a fondo sul perché delle sconfitte del centrodestra in questa regione e non rubricare il tema sotto la voce clientele e potere, poiché quelle sono possibili, purtroppo, ad ogni livello di governo, di sottogoverno e di interessi. Mi pare difficile, quindi, che il PDL, quando si farà, possa essere alternativa credibile nell’assenza di un progetto per
“Il grande senso di responsabilità che ci contraddistingue ci ha imposto un religioso silenzio in questi mesi di costruzione del Pd e della sua fantomatica giovanile. Lo abbiamo fatto anche e soprattutto alla luce di una già cagionevole salute di un nuovo Partito, ancora troppo poco nuovo. Abbiamo sopportato troppo in questi mesi”. E’ quanto afferma in una nota Rocco Grippo, vicepresidente dell’associazione Political Zone ed ex dirigente regionale dei giovani della Margherita di Basilicata, che aggiunge: “A partire dai carbonari incontri formativi nazionali, a cui il partito a spese proprie ha mandato qualche giovane amico personale in gita fuori regione. Abbiamo assistito alla farsa delle primarie baby, frutto di organismi di garanzia nominati in maniera unilaterale da qualche leaderino nazionale più attento alle furberie tattiche che alla condivisione di progetti e risultati per i giovani lucani. Abbiamo lasciato fare anche quando si cambiavano le liste dei candidati all’assemblea nazionale qualche giorno dopo la chiusura dei termini per le candidature: qualcuno ha dichiarato ”ma sono ragazzi”. Per essere maggiormente precisi la grande partecipazione si è manifestata nel riuscire a candidare sette persone per altrettanti posti. Sempre per non mettere in difficoltà i vertici di questo partito giovane non abbiamo commentato la “grande” partecipazione alle primariette dei giovani “democratici” che in “diecimila” hanno raccolto l’invito del partito alla consultazione giovanile: peccato che i diecimila euro, quale gabella per partecipare alla elezione, non ci risulta siano mai arrivati al Pd. Ci siamo complimentati per i risultati ottenuti da alcuni candidati nei loro rispettivi comuni, pensiamo a Lauria dove hanno votato diverse centinaia di giovani, forse più di quelli realmente residenti in quel municipio. Abbiamo persino condiviso lo slogan del candidato “unico” alla segreteria regionale dei giovani Pd “Gioventù incazzata” così tale da complimentarsi con il proprio partito a poche ore di distanza dalla nomina dei “giovani” assessori: Straziuso, Viti e Potenza, tutte persone rispettabili ma allo stesso tempo i medesimi che già occupavano gli stessi posti di potere quando molti dei “giovani” democratici non erano nemmeno ancora nati. Se questa è la giovanile democratica, bene abbiamo fatto a non aderire a questa farsa”.
“La nomina di Piero Quinto a direttore generale del Dipartimento “Agricoltura, Sviluppo rurale, Economia montana” della Regione Basilicata, non può che essere salutata positivamente perché, al di là delle pur importanti qualità professionali che, ne siamo convinti, bene hanno fatto nella Sanità e che bene faranno nell’Agricoltura, tale nomina rappresenta un equilibrio ed una risposta al territorio che, di fatto, attenua l’insoddisfazione sull’overdose di Matera città (che ha due assessori) e, in concreto, fa ben sperare per il futuro”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Antonio Di Sanza. “Quinto - continua il consigliere - ha mostrato tutto il suo valore nella Sanità, ottenendo risultati che sono sotto gli occhi di tutti, nonostante un rigore finanziario in linea con la buona amministrazione. Adesso il mondo agricolo si attende da lui la stessa determinazione nel fare andare avanti la macchina burocratica del Dipartimento regionale ‘Agricoltura’, migliorando la quantità e la qualità dei servizi erogati. Il dottor Quinto è un uomo del Metapontino, territorio nel quale si concentrano le maggiori criticità del settore agricolo, e siamo certi che, anche grazie al suo operato – conclude Di Sanza - possano ripartire tutti quei meccanismi in grado di rappresentare il volano dell’economia agricola regionale”.