Giovedì, 29 Gennaio 2009 00:00

GRECIA: GLI AGRICOLTORI PARALIZZANO IL PAESE

Gli agricoltori greci non mollano e continuano per il nono giorno consecutivo a bloccare le principali vie di comunicazione terrestri e i confini con Bulgaria, Macedonia e Turchia, dopo aver respinto ieri le ultime proposte del governo. Il timore che la protesta metta in ginocchio l'economia del paese ha spinto l'esecutivo ad irrigidire la sua posizione e a moltiplicare gli ammonimenti a riaprire le strade. ''Democrazia dei trattori'' e ''Il Paese fatto prigioniero'' titolava la stampa dopo che i contadini hanno respinto definitivamente il pacchetto di aiuti del governo e deciso di continuare a bloccare gli assi stradali sull'intero territorio nazionale, compresa l'isola di Creta, nonché i valichi verso Bulgaria, Macedonia e Turchia.

GRECIA:  GLI AGRICOLTORI PARALIZZANO IL PAESE

 

Gli agricoltori greci non mollano e continuano per il nono giorno consecutivo a bloccare le principali vie di comunicazione terrestri e i confini con Bulgaria, Macedonia e Turchia, dopo aver respinto ieri le ultime proposte del governo. Il timore che la protesta metta in ginocchio l'economia del paese ha spinto l'esecutivo ad irrigidire la sua posizione e a moltiplicare gli ammonimenti a riaprire le strade. ''Democrazia dei trattori'' e ''Il Paese fatto prigioniero'' titolava la stampa dopo che i contadini hanno respinto definitivamente il pacchetto di aiuti del governo e deciso di continuare a bloccare gli assi stradali sull'intero territorio nazionale, compresa l'isola di Creta, nonché i valichi verso Bulgaria, Macedonia e Turchia. Il blocco rischia di avere a breve un impatto negativo, è stato denunciato, sul rifornimento di medicine e derrate alimentari. L'Associazione panellenica degli esportatori ha avvertito che minaccia di provocare un collasso delle attivita' commerciali. Il premier Costas Karamanlis ha avvertito che è ''imperativo'' riaprire tutte le strade bloccate da Sud a Nord e i valichi di frontiera. E il ministro degli esteri Dora Bakoyannis ha detto che ''è assolutamente necessario'' porre fine alle barricate per ragioni interne e internazionali. Il ministro dell'agricoltura Sotiris Hatzigakis, dopo l'infruttuoso incontro di ieri ad Atene, ha affermato che se gli agricoltori non accettano il pacchetto allora la questione ''passerà ad un altro ministero'', con riferimento a possibili azioni della giustizia o delle forze dell'ordine. Il portavoce del governo Evangelos Antonaros ha affermato che ''non vi sono più ragioni'' perché continui la chiusura delle strade. Il ministro aveva destinato tre giorni fa al resto degli agricoltori gli aiuti per ettaro a favore delle colture di cereali, cotone e olio d'oliva, per un valore complessivo di 500 milioni, subito disponibili, ma i contadini, che esigono compensazioni e sussidi per le perdite dovute ai bassi prezzi all'interno dell'Ue e alle calamità naturali, hanno respinto la proposta giudicandola insufficiente. Non è chiaro tuttavia, anche perché le posizioni non sono compatte, se si tratti solo di un giudizio negativo sulla quantità degli aiuti o sul fatto che non riguardino altri prodotti agricoli, fra cui il riso. Oltre alle principali arterie interurbane del Centro e del Nord, i lavoratori hanno interrotto ieri la strada che attraversa l'istmo di Corinto e che collega il Peloponneso, a Sud, con il resto del Paese e in particolare con Atene, tagliando così letteralmente in due il territorio ellenico. Ma questa sera in segno di buona volontà gli agricoltori del Peloponneso hanno riaperto temporaneamente il traffico in vista di un incontro in corso con Hatzigakis ad Atene dopo quello avuto da questi ieri col resto della categoria. La situazione dei trasporti in Grecia è stata resa ancora più difficile dallo sciopero dei controllori di volo, nell'ambito della protesta nazionale del sindacato dei dipendenti pubblici, Adedy. E Adedy ha espresso solidarietà alle rivendicazioni degli agricoltori, al pari dell'opposizione politica che però non condivide i modi della protesta.

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