Lunedì, 12 Gennaio 2009 00:00

LATTE CRUDO: UNA MAGGIORE INFORMAZIONE

“La vigilia di Natale e l’antivigilia di Capodanno hanno visto l’impegno della Coldiretti e del Consorzio Tutela latte crudo, in difesa della commercializzazione del prodotto oggetto di comunicati stampa dai toni allarmistici che, enfatizzando la portata di provvedimenti richiesti a tutela della salute dei consumatori, hanno fatto il gioco dei grandi gruppi che hanno il monopolio della vendita del latte”. E’ quanto sottolineato dalla presidente del gruppo regionale della Federazione dei Popolari di Centro, Rosa Mastrosimone. “Io credo – sostiene Mastrosimone - che non si faccia l’interesse del consumatore, sia se si ignorano le norme d’uso necessarie a garantire un sano utilizzo dei prodotti alimentari, sia se si forniscono informazioni parziali...
LATTE CRUDO: UNA MAGGIORE INFORMAZIONE
 
“La vigilia di Natale e l’antivigilia di Capodanno hanno visto l’impegno della Coldiretti e del Consorzio Tutela latte crudo, in difesa della commercializzazione del prodotto oggetto di comunicati stampa dai toni allarmistici che, enfatizzando la portata di provvedimenti richiesti a tutela della salute dei consumatori, hanno fatto volutamente o meno il gioco dei grandi gruppi che hanno il monopolio della vendita del latte”. E’ quanto sottolineato dalla presidente del gruppo regionale della Federazione dei Popolari di Centro, Rosa Mastrosimone. “Io credo – sostiene Mastrosimone - che non si faccia l’interesse del consumatore, sia se si ignorano le norme d’uso necessarie a garantire un sano utilizzo dei prodotti alimentari, sia se si forniscono informazioni parziali o, peggio, volte a favorire determinati tipi di consumo. Si fa leva sul panico che nasce dalla disinformazione e si favorisce la riduzione dei consumi di prodotti che, utilizzati in maniera corretta, offrono degli indiscussi vantaggi sul piano della salute ed anche del risparmio. Sono certa – aggiunge - che la salvaguardia della salute del cittadino sia la motivazione precipua tanto dell’interrogazione presentata al ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, quanto dell’ordinanza firmata dal sottosegretario del Welfare, Francesca Martini, che ha richiesto la dicitura “Prodotto da consumarsi solo dopo la bollitura” sui distributori, ma che ha sostenuto nello stesso tempo la grande qualità del latte italiano. Lo stesso senatore De Castro, che insieme con altri senatori del Pd, attraverso la sunnominata interrogazione, aveva sollevato la questione di dare una corretta informazione su come si deve consumare il latte crudo, si è espresso augurandosi che non si considerasse la vicenda dell’infezione ad alcuni bambini come strumento per demonizzare il prodotto”. “Esaminando più da vicino i termini della questione – sottolinea Mastrosimone - si giunge facilmente a considerare quanto ci può essere di strumentale a determinati interessi che esulano da quelle che sono le premesse di salvaguardia della salute. Quando eravamo bambini non esisteva il latte pastorizzato, le nostre madri prima di farcelo bere lo bollivano, dunque, non c’è niente di nuovo se oggi si afferma che il latte crudo va bollito. L’allarme destato dai nove casi di Sindrome emolitica registrati (3 nel 2007 e 6 nel 2008) che hanno fatto intervenire il Ministero del Welfare va considerato nel contesto della situazione epidemiologica italiana. L’Osservatorio epidemiologico della Regione Campania che ha realizzato un’indagine (1988/2004) su questa grave malattia renale ha rilevato che l’incidenza media sarebbe di 30-40 casi ogni anno (allora perché 9 casi giustificano tanto allarmismo?). Il direttore generale della sicurezza alimentare e nutrizione del Ministero della Salute, Silvio Borrello, ha sostenuto che questi 9 casi hanno una ‘probabile correlazione con il latte crudo’ e che, comunque, già il documento inviato alle Regioni nell’ottobre scorso sulla corretta applicazione dell’intesa fra Regioni e Governo, relativa ai controlli igienico - sanitari sulla distribuzione di latte crudo, prevedeva che gli animali nei quali fosse risultato presente il batterio responsabile della sindrome emolitica uremica avrebbero dovuto essere eliminati dal circuito della produzione del latte crudo”. “Non si è messo in evidenza, poi – continua Mastrosimone - che produrre latte da commercializzare crudo richiede standard qualitativi degli animali più alti di quelli dei soggetti che producono latte da pastorizzare e che la pastorizzazione comporta l’eliminazione di enzimi necessari all’assimilazione del calcio. Ben venga, dunque, un’ informazione scientificamente corretta e completa che consenta ai consumatori una scelta consapevole e responsabile, non un attacco acritico con toni di ingiustificata drammaticità contro le piccole aziende locali che vedono nei distributori una possibilità di sbocco commerciale della propria attività e fanno paura ai grandi produttori perché la storia di Davide e Golia qualcosa ha insegnato”. “Auspichiamo – conclude Mastrosimone - che prevalga il buonsenso e che riprenda la diffusione di questa forma di commercializzazione del latte con la presenza di più distributori sul territorio nazionale e regionale”.
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