Martedì, 30 Dicembre 2008 00:00

ME NE VADO DAL PS

Riceviamo da Nicola Andrisani, militante socialista materano di antica data e pubblichiamo La tradizione socialista si è sostanzialmente mutata, infatti, in difesa di interessi e posizioni personali, che nulla hanno a che vedere con il riformismo, la difesa dello stato democratico e la costruzione di un benessere sociale per le classi meno abbienti dei lavoratori, degli agricoltori e dei piccoli artigiani. di quanti, in ultima analisi, anelano al rispetto di quelle garanzie costituzionali di pari opportunità e uguale trattamento dei cittadini rispetto ai bisogni ed ai diritti inalienabili di giustizia, lavoro e dignità umana e sociale. Per le note vicende giudiziarie che hanno interessato la nostra Basilicata ma anche altre regioni meridionali...

ME NE VADO DAL PS

Riceviamo da Nicola Andrisani, militante socialista materano di antica data e pubblichiamo

La tradizione socialista si è sostanzialmente mutata, infatti, in difesa di interessi e posizioni personali, che nulla hanno a che vedere con il riformismo, la difesa dello stato democratico e la costruzione di un benessere sociale per le classi meno abbienti dei lavoratori, degli agricoltori e dei piccoli artigiani. di quanti, in ultima analisi, anelano al rispetto di quelle garanzie costituzionali di pari opportunità e uguale trattamento dei cittadini rispetto ai bisogni ed ai diritti inalienabili di giustizia, lavoro e dignità umana e sociale. Per le note vicende giudiziarie che hanno interessato la nostra Basilicata ma anche altre regioni meridionali (Why Not, Poseidone, Toghe Lucane, e in ultima Totalgate…), ho avvertito, ed avverto, con fastidio e grande disagio, la mancata presa di posizione del partito su un tema così importante con esclusione di generici proclami di garantismo che non garantiscono nemmeno i principi fondamentali dell’azione giudiziaria, cioè l’autonomia del potere giudiziario dagli altri poteri dello Stato. Tutti hanno taciuto, compreso il PS, allorquando sono state sottratte al PM De Magistris importanti inchieste tese ad accertare fatti e comportamenti che minano lo Stato repubblicano. Il mancato pieno esercizio dell’indipendenza nell’azione penale, compromessa proprio dalle illegittime (secondo le ipotesi di reità formulate dalla Procura di Salerno) avocazioni e/o sottrazioni delle inchieste al PM De Magistris, circostanza affatto osteggiata dal CSM anzi da questo organismo favorita, ha portato ad un inesorabile e progressivo degrado della credibilità stessa dell’ordine giudiziario sino all’indecoroso teatrino dei sequestri e contro-sequestri fra le Procura di Salerno e Catanzaro. Questo solo per dare la cifra esatta delle responsabilità che pesano sul Partito Socialista e di cui non mi sento essere responsabile e non ritengo continuare ad essere partecipe. Gli ideali socialisti, che non possono prescindere da una sana giustizia, sono più importanti degli uomini che dovrebbero realizzare il programma socialista e che, invece, curano gelosamente “l'orticello” personale. E questo mediante la soppressione sistematica di ogni forma di discussione e confronto all'interno del partito. Si tratta di pratica antitetica con i nobili principi socialisti che, evidentemente, devono trovare altri spazi ed altre formazioni politiche per continuare a fare da lievito alla politica ed alle istanze più vere e profonde degli italiani. In Basilicata il PS, con il suo silenzio assordante, è al completo servizio del PD, che gli consente di raccogliere qualche briciola del banchetto regionale. Per cui non ha avuto, e non ha, la capacità politica di svolgere un ruolo incisivo a livello di governo regionale e locale, laddove è presente. Sull’inchiesta “Toghe lucane” non ha assunto, come avrebbe dovuto, in omaggio ai principi socialisti, una posizione per condannare il malaffare politico e giudiziario e tutelare la credibilità dell’istituzione giudiziaria compromessa dalle gravissime ipotesi di reato contestate ai vertici delle Procure di Matera e Potenza. Cosicché in Basilicata i processi penali in cui sono imputati “colletti bianchi” non si celebrano per prescrizione e i processi civili durano una eternità. Tutto in linea con la magistrale definizione di uno dei padri del socialismo italiano (P. Nenni): “una giustizia forte con i deboli e debole con i forti”. L'ultima crisi del governo regionale e la soluzione, si fa per dire, adottata è, per essere magnanimi, patetica. Infatti, il Presidente della Giunta Regionale, Prof. Vito De Filippo, dopo aver chiesto agli assessori di dimettersi, li ha riconfermati con una motivazione che va oltre il ridicolo: la necessità di proseguire l'azione di governo già programmata; cioè proprio quell’azione che non si poteva concretare in quanto erano emerse le (insanate) fratture da cui era scaturita la crisi di giunta. I consiglieri regionali del PS, critici a parole, si sono poi allineati nei fatti subendo la riconferma dell'assessore dimissionario, senza assumere una posizione nettamente contraria e politicamente imprescindibile. Dunque, della politica riformista ho solo un lontano ricordo, che voglio conservare. Ed anche per questo, preferisco chiudere, con sofferenza, la mia lunga militanza socialista per evitare che anche il "bel ricordo socialista" mi venga sottratto da parte di chi di socialista non ha nulla, nella speranza di incarnare quegli illuminati ideali nella pratica politica quotidiana cui, per senso di responsabilità civile, non sento di sottrarmi. La mia decisione è irremovibile.

 
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