Martedì, 09 Dicembre 2008 00:00

LA CRISI ALLA REGIONE: UNA PARTE DEGLI INTERVENTI

“Sostenere tutte le iniziative istituzionali avviate, da giorni, dalla Giunta regionale, in particolare dal presidente De Filippo e dare continuità a quelle promosse dal precedente assessore Folino; contrastare efficacemente i tentativi dei gruppi industriali che puntano a smobilitare dalla Basilicata; rivendicare dal Governo misure efficaci e non elemosine come la social card”. E’ questa la posizione del Pdci illustrata sabato durante i lavori del Consiglio regionale della Basificata (convocato nella mattinata e durato fino alle 19,00) dal capogruppo Giacomo Nardiello. Seguono le sintesi degli interventi dei consiglieri Mattia, Ruggiero, Flovilla, Pagliuca, Simonetti, Napoli. Gli altri, nel corso della giornata.

LA CRISI ALLA REGIONE: UNA PARTE DEGLI INTERVENTI

 “Sostenere tutte le iniziative istituzionali avviate, da giorni, dalla Giunta regionale, in particolare dal presidente De Filippo e dare continuità a quelle promosse dal precedente assessore Folino; contrastare efficacemente i tentativi dei gruppi industriali che puntano a smobilitare dalla Basilicata; rivendicare dal Governo misure efficaci e non elemosine come la social card”. E’ questa la posizione del Pdci illustrata sabato durante i lavori del Consiglio regionale della Basificata (convocato nella mattinata e durato fino alle 19,00)dal capogruppo Giacomo Nardiello, secondo il quale “per affrontare con la serietà e la responsabilità che la grave situazione richiede è il caso, innanzitutto, di sgombrare il campo da strumentalizzazioni e da demagogie. Il centro desta farebbe bene a spiegare la manovra del suo Governo. Gli effetti saranno al contrario dispersivi, inefficaci, costosi per la collettività, ma inutili per le famiglie e, soprattutto, per i lavoratori e i pensionati normali, ovvero per la stragrande maggioranza degli italiani. Il popolo, i poveri, non avranno gli aiuti in modo automatico. Il bonus straordinario dovrà, infatti, essere chiesto fino al 31 gennaio 2009 e si concretizzerà in cifre che vanno da 200 fino a 1.000 euro: 200 euro per redditi sotto i 15 mila euro; 300 euro per le famiglie con due componenti e reddito sotto i 17 mila euro; 450 euro per famiglie con tre componenti e reddito che non supera i 17 mila euro”. “E’ l’ora, dunque – ha continuato Nardiello - che la Regione faccia sentire il”‘fiato sul collo” agli imprenditori che hanno utilizzato finanziamenti e contributi agevolati, servizi ed infrastrutture pubblici, realizzato alti profitti e pensano adesso di poter decidere a proprio piacimento la sorte di 106 operai e delle loro famiglie. Anche le organizzazioni imprenditoriali, come la Confindustria, non possono assistere a braccia conserte mentre continuano a rivendicare finanziamenti dalla Regione, contributi e mutui a tasso agevolato. “Il sindacato – ha detto Nardiello - fa bene a rafforzare ulteriormente le iniziative di lotta. I Comunisti Italiani sosterranno con forza le mobilitazioni già programmate, a sostegno del lavoro pubblico, dei dipendenti del commercio, della trattativa per il contratto dei metalmeccanici e dei pensionati. Lo faremo convintamente, contro la frantumazione e per offrire tutto il nostro contributo all’unità del mondo del lavoro ferocemente sotto attacco da quando Berlusconi siede a Palazzo Chigi. “Di fronte a questo scenario produttivo ed occupazionale – ha sostenuto Nardiello - va adeguata la nuova Giunta attesa da un impegno straordinario, rispondendo all’appello che viene dal sindacato per uno sforzo ulteriore che presuppone unità di azioni e un tavolo unico di concertazione con gli imprenditori locali e nazionali. Contemporaneamente occorre investire della questione i parlamentari della Basilicata perchè ottengano presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un ‘tavolo unico’ per la specificità e drammaticità della situazione lucana al quale valutare ogni singola vertenza. Il dibattito in Consiglio deve, quindi, concludersi con un ordine del giorno che contenga indicazioni precise su cosa fare nelle prossime settimane pensando anche all’ipotesi di tenere una seduta straordinaria del Consiglio in una delle fabbriche simbolo della gravissima fase di crisi industriale”.

 

"Il Presidente De Filippo cambia con disinvoltura gli Assessori come se questi fossero i maggiori responsabili della debacle delle politiche regionali e non cambia se stesso. In tre anni e mezzo ha proposto già due Giunte e sta per proporre la terza, additandole come responsabili dell’inerzia e del fallimento degli obiettivi di Governo ma, stranamente, non cambia il governatore della Regione, che è ritenuto l’artefice principale di questa drammatica involuzione economica, sociale e politica che investe la regione e l’apparato produttivo regionale". Lo ha sostenuto il consigliere regionale di Fi-Pdl Franco Mattia aggiungendo che "le dimissioni di De Filippo e il ricorso alle urne rappresentano la via di uscita dal tunnel dell’ingovernabilità e dell’inerzia amministrativa. Rappresentano un atto di responsabilità per evitare un’ulteriore agonia, perché siamo in una fase di agonia dell’azione amministrativa di questa regione, di una precarietà di governo che non si è mai verificata nella storia di questa regione”. “Ormai la necessità e l’urgenza di un cambio di passo e di governo di un Governo alternativo all'attuale - ha aggiunto Mattia - sono diventati una corsa contro il tempo per salvare posti di lavoro, per arginare l’emorragia intellettuale e lo spopolamento, per ridare una prospettiva di futuro e di speranza alle piccole e alle più grandi comunità locali. Con le dimissioni dell’assessore Folino, motivate, come abbiamo letto nella sua lettera, dalla limitata capacità di Governo, dal mancato cambio di passo, dalla inadeguatezza del Governo regionale, dalla disarticolazione e persistente litigiosità del centro sinistra lucano, sono venute accuse molto gravi che non possono essere sottovalutate o rilegate ad enunciazioni di principi, anzi possono essere considerate il nostro manifesto, il manifesto dell’opposizione". "La crisi industriale e produttiva in Basilicata – ha sostenuto Mattia - registra un lungo elenco di vertenze aziendali che, purtroppo, si allunga continuamente. Uno stillicidio di fabbriche e posti di lavoro, quasi quotidiano, per una imprenditoria grande e piccola, locale di derivazione da grandi gruppi nazionali ed internazionali, autofinanziate e con ingenti finanziamenti pubblici, in grande sofferenza. Ottomila lavoratori coinvolti in crisi aziendali, oltre seimila inseriti negli elenchi degli ammortizzatori sociali. Sono numeri di una crisi devastante che sta interessando l’industria lucana nel quadro, sì, è vero, di una congiuntura sfavorevole che tra mercati finanziari in caduta libera e borse altalenanti, travolge quasi tutto il mondo e, per dirla con le stesse parole del presidente De Filippo, le macro tendenze del mondo sono, è vero, anche tutte in casa nostra. Ma proprio in questo frangente l’industria lucana, già da qualche anno attraversato dalla grave crisi dei settori trainanti, il mobile imbottito dell’area murgiana e il polo dell’auto e dell’indotto di Melfi, ha mostrato tutta la sua fragilità, vittima di illusioni, di fallimenti ed anche di politiche regionali che hanno prodotto troppe realtà produttive durate pochi anni, perché incentivate senza un solido piano industriale, sostenendo più i modelli obsoleti ed assistenziali che attuando scelte innovative e durature. Questa è la verità che oggi emerge”. La proposta di legge sullo sviluppo e la competitività che è all’esame della commissioni competenti rappresenta un viatico importante e significativo che può essere in linea di massima condiviso a condizione che - ha sottolineato il consigliere del Pdl - ci sia un confronto leale ed aperto con l’opposizione, ritenendola un valido strumento per definire obiettivi di sviluppo a sostegno della competitività del sistema produttivo lucano. In questa occasione noi non ci arroccheremo su posizioni strumentali e pregiudiziali. Intendiamo dare responsabilmente un valido contributo alla crescita e allo sviluppo dell’apparato produttivo perché siamo consapevoli del delicato momento che attraversiamo per il quale non è sufficiente solo la forza dei numeri, ma l’impegno comune per superare una crisi che è lesiva degli interessi generali e collettivi".

 

“Non possiamo risolvere una crisi se non partiamo da un’analisi e da una valutazione di tutto ciò che è avvenuto ed ha determinato una forte criticità sicuramente economica ma che ha il suo riverbero sulla politica”. E’ quanto affermato dal consigliere dell’Udc, Vincenzo Ruggiero. “Ritengo che la disamina fatta dall’assessore dimissionario Folino – ha continato Ruggiero - offre dei forti spunti di riflessione. C’è da chiedersi se l’ economia lucana è un’economia naturale oppure siamo di fronte ad un qualcosa di innaturale con sviluppi che vengono da lontano, Viviamo in una regione di 10 mila chilometri quadrati e 600 mila abitanti: una piccola regione con grandi risorse. E allora, cosa è avvenuto in questa piccola regione attraversata da grandi problemi? E’ avvenuto un assalto da parte di grossi complessi industriali, delle multinazionali. Noi stiamo vivendo una crisi all’ombra di questo assalto. Parliamo sempre di una Basilicata che tende allo sviluppo sostenibile, autopropulsivo, alla valorizzazione delle risorse naturali, ma poi, di fatto lo sviluppo sostenibile lascia il tempo che trova senza la valorizzazione di tutte le ricchezze naturali della Basilicata, tanto meno del nostro patrimonio culturale, turistico, storico e architettonico, il tutto riconducibile ad un assetto turistico integrato”.  “Dovremmo sviluppare – a giudizio di Ruggiero - un patrimonio di tipo agricolo naturale, dando spazio a tutto ciò che di indigeno esiste in Basilicata. Noi avevamo un’agricoltura che contribuiva al reddito regionale per il 20 per cento, adesso siamo al di sotto del 10. Qualcosa non quadra. Uno sviluppo distorto ha prodotto una Basilicata in crisi di identità. In Basilicata, purtroppo, in omaggio alle multinazionali, si sono abbandonate le piccole e medie imprese con il solo risultato della desertificazione produttiva. Per quanto riguarda il problema petrolio, poi, abbiamo innegabili problemi legati al mancato monitoraggio del territorio e quando c’è un attacco mediatico a tutto tondo sul polo lucano, probabilmente dobbiamo stare attenti a cosa c’è dietro quel messaggio, relativamente a qualche presenza lobbistica perché in Basilicata è successo un fenomeno importante, è successo un atto importante e penso che quella sia la linea chiave della coscienza di un popolo. Una legge stava andando nelle Commissioni, transitava, fatta in maniera approssimata e approssimativa, con un contenuto di 6.000 miliardi. Quella leggina era il disegno di legge sull’energia che in questo Consiglio regionale è stato bloccato perché sarebbe stata una pericolosa deriva, perché far arrivare 6 mila miliardi attraverso forme di intermediazioni, attraverso mercanti che andavano nei Comuni e promettevano di tutto e di più, sarebbe stato estremamente grave. Probabilmente bloccati quei grossi interessi, l’attacco alla Basilicata è diventato feroce, così feroce da determinare una destabilizzazione, perché, quando c’è la disgregazione, quando una classe dirigente tende a disfarsi, allora le lobbies tentano di impadronirsi di una regione. Ecco perché non ho condiviso le dimissioni di un uomo forte e di un uomo determinato come Folino. Ritengo che Folino per quello che ha detto in Consiglio regionale(il riferimento è all’intervento del già assessore nel corso della precedente seduta ndr), per quelle due ore di disamina, per quelle due ore che sono stati momenti forti, momenti drammatici, però appassionanti, abbia dimostrato di essere una risorsa da considerare come un importante scudo rispetto al grande assalto che ha avuto il coraggio di denunciare sia delle multinazionali, sia delle lobbies. L’Udc non intende partecipare a valutazioni o a esercizi di potere, ma intende partecipare alla soluzione dei problemi che richiede lo sforzo di tutti, dell’energia di ogni consigliere regionale, affinché con la sua sensibilità, con la sua forza, con la sua determinazione, con la sua onestà intellettuale, con la sua passione possa aiutare la Basilicata ad uscire da questa crisi profonda, che è una crisi che può determinare guasti che sono di natura generazionale”.

 

“Non v’è dubbio alcuno: questo scorcio di legislatura deve essere utilizzato per portare a compimento il processo di riforme avviato, ma anche per dar corso ad una serie di interventi normativi capaci di offrire risposte sociali ed economiche ‘forti’ alle famiglie lucane, alle fasce più deboli della popolazione, ai tanti precari e lavoratori che vedono fortemente a rischio il loro salario”. A sostenerlo è stato il consigliere del Centro Popolare la Rosa per la Basilicata, Antonio Flovilla. “Non leggere la gravità della crisi – ha continuato Flovilla - non cogliere il monito severo che ci giunge dal Presidente della Conferenza episcopale lucana, Mons. Agostino Superbo, sarebbe atto di gravissima irresponsabilità. Esistono alcune parole chiave che continuiamo a ripetere: appunto, Famiglia, Lavoro, Credito, Lotta alle nuove forme di povertà, a cui, naturalmente, dobbiamo aggiungere: Impresa. Il sistema economico lucano attende risposte impegnative sul piano degli incentivi all’innovazione e del rafforzamento dei distretti e delle reti produttive per aumentare i tassi di qualità e competitività dell’ apparato industriale e delle Pmi. “Nel merito delle questioni politiche ed istituzionali – ha sostenuto Flovilla - su cui ha posto l’accento il presidente De Filippo nel corso dei colloqui bilaterali con le forze politiche che compongono l’attuale centro – sinistra lucano, la Rosa di Basilicata ha confermato il pieno sostegno ad una soluzione condivisa ed autorevole della crisi, dopo le traumatiche dimissioni dell’assessore Folino e dopo l’azzeramento della Giunta regionale proprio in ragione della complessità del momento storico. A partire da ciò noi siamo favorevoli alla valorizzazione delle esperienze positive che hanno caratterizzato l’ultima fase del governo regionale. Non pensiamo a colpi di spugna, per intenderci! Anche se capiamo la complessità del momento politico e, come tutte le forze politiche, monitoriamo ogni ulteriore possibile soluzione. Più specificatamente, la Rosa di Basilicata ha esplicitato nella giornata di ieri al Presidente l’opinione che la soluzione della crisi passi attraverso “un doppio binario”. Il doppio binario è quello istituzionale, che riguarda il Consiglio regionale ed è quello programmatico che riguarderà la nuova Giunta. “Sul versante delle opzioni politiche – ha specificato il consigliere della Rosa per la Basilicata - il centro riformista sta già lavorando alla semplificazione ulteriore del quadro politico, avendo stabilito percorsi unitari che vedono coinvolti oltre la Rosa per la Basilicata il Centro Popolare ed i Popolari Uniti. Se a ciò si aggiunge lo sforzo compiuto dai socialisti, la conferma della nascita della Pdl come partito unico, e sullo sfondo, la costituente di centro, si comprende che anche la tanto spesso evocata frammentazione del quadro politico è nei fatti in via di superamento. Ora, presidente De Filippo, tocca soprattutto a Lei e al suo partito giungere alla formulazione di una proposta programmatica e politica, oltre che istituzionale che potrebbe incontrare il consenso di una maggioranza qualificata. Non si tratterebbe, a ben vedere, né di sopravvivere alla giornata, né di un cambio di passo, bensì di aprire una nuova stagione politica”.

 

Nel suo intervento il presidente del Gruppo di Forza Italia verso il Pdl, Nicola Pagliuca, ha espresso “viva soddisfazione per il raggiungimento dello scopo prefissato con l'occupazione dell'Aula consiliare: discutere della crisi politica nel luogo deputato a farlo, ripristinando, in tal modo, quel senso di democrazia necessario per fondare la speranza nel futuro”. “La relazione di De Filippo – ha evidenziato Pagliuca - è partita da una analisi a carattere internazionale, per arrivare a quella regionale, analisi che racchiude in sè tutto il senso di difficoltà che vive il Governo regionale. Nelle parole del governatore – ha aggiunto - si registra il fallimento delle politiche regionali messe in campo negli ultimi dieci anni, che solo ad un occhio inesperto possono apparire offuscate e confuse dalla crisi internazionale. In quello che succede oggi in Basilicata – ha fatto notare l’esponente di centro destra - c’è il fallimento dell’impiego delle risorse comunitarie sprecate in azioni clientelari ed assistenzialistiche, non capaci di generare elementi di competitività”. In merito alla crisi politica, per il Presidente del Gruppo di Forza italia verso il Pdl, “è emerso un quadro assolutamente non chiaro che ha vissuto un mese di fibrillazioni, in quanto, per leggere questa crisi, almeno nella sua parte più dirompente, occorre partire dall’intervista di Bubbico ed arrivare ad oggi. Il fallimento del progetto del Partito democratico è la vera ragione della crisi del centro sinistra lucano, ormai ridotto solo ad una somma di personalismi esasperati rispetto ai quali De Filippo è sempre più “Re Travicello”. Nelle fantasiose alchimie - ha continuato Pagliuca - di questo centro sinistra affannato di numeri più che di convergenze progettuali, vi è ora anche la presentazione di uno pseudo patto di consultazione che si legge come la ricerca dell’ennesima stampella capace di mantenere in piedi la sgangherata maggioranza. I problemi della Basilicata sono tanti e andrebbero affrontati con la presentazione di un progetto chiaro da sottoporre a tutte le forze responsabili, e non attraverso la ricerca, a priori, dell’incastro di tessere di un puzzle ormai sempre più astratto e distante dalle esigenze della società lucana”. “Folino - per l’esponente del centro destra - con il suo gesto forte ha inteso provocare una discussione severa all’interno del centro sinistra ma credo, si renda conto, che il suo sacrificio partorirà l’ennesimo topolino! I lucani devono attendersi il varo di un “governicchio” presentato come l’ennesimo cambio di passo per affrontare le grandi sfide, ma che servirà solo ad assicurare poltrone e prebende che non aiutano sicuramente a risolvere alcuno dei problemi che affliggono la Basilicata”. “E’ questo il motivo per cui, sempre più convintamene – ha concluso Pagliuca - e con senso di responsabilità verso la sofferenza della nostra terra, che non vedo altra soluzione se non le dimissioni del presidente De Filippo e le elezioni anticipate, finalizzate, quelle sì, a dare quel colpo di reni necessario per il rilancio della identità di questa regione”.

 

“La nostra regione ha, rispetto alle altre regioni del Sud, le sue specificità in senso positivo e può reagire meglio alla crisi che l’attanaglia, ma non si può negare che sta vivendo una serissima crisi politica, anche perché il Pd sta vivendo un momento di grande difficoltà. Le dimissioni dell’assessore Folino e le conseguenti dimissioni della Giunta ne sono una prova”. E’ quanto asserito dalla presidente del gruppo consiliare del Prc, Emilia Simonetti. “La situazione in Basilicata è drammatica e siamo, quindi, tutti chiamati ad assumerci una grande responsabilità ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura. La vita dà sempre alle persone un’altra change per ripensare agli sbagli ed agire di conseguenza, sta nell’intelligenza e nella maturità delle persone approfittare delle circostanze, poiché le furbizie non servono a nessuno”.
“E’ necessario affrontare, in particolare – a parere di Simonetti - la questione della partecipazione dei cittadini alla elaborazione delle scelte strategiche, riattivare e promuovere la partecipazione diventa una necessità per rinnovare le Istituzioni ed ottenere una buona amministrazione. La discussione in corso sull’adeguamento ed il rilancio del programma dell’Unione non può prescindere dalla esigenza, ormai non rinviabile di coinvolgere i cittadini alla partecipazione sulle questioni essenziali della vita della Regione, superando eventuali interessi di parte. La separazione che si è determinata tra le Istituzioni pubbliche e la società non può essere solo richiamata e citata nei tornei retorici, nei convegni e nelle dichiarazioni. Va sempre tenuta presente insieme con il pericolo che deriva dalla stessa per la comunità regionale. E’ richiesto un duro e puntuale lavoro nelle Commissioni consiliari, ricercando sempre la condivisione pur nel rispetto delle differenze. Però occorre anche rispettare gli altri e non chiamarli solo nei momenti di difficoltà alle responsabilità.Quattro – secondo Emilia Simonetti – sono gli interventi urgenti per un programma a medio termine: interventi per il lavoro; attuazione delle misure contenute nella mozione da me proposta e approvata all’unanimità dal Consiglio precedente a partire dai vaucher, norme per il superamento del precariato e indizione dei concorsi, proroghe e scorrimento delle graduatorie ancora valide; norme sul lavoro nero; norme sulla clausola sociale, proroghe del progetto Sfera e degli altri contratti in rapporto alla chiusura della rendicontazione Por 2000-2006 a giugno 2009”.
“A questo si aggiungono - ha sostenuto l’esponente del Prc - le misura per l’energia, la tutela ambientale e l’incremento delle royalties delle acque minerali e la moratoria della ricerca petrolifera, la riduzione del costo della benzina, gasolio e Gpl, il Piano di politiche industriali, un tavolo strategico e riforma consorzio industriale con un solo consorzio Asi”.

 

“Un tempo sui tram c’era un cartello che invitava i passeggeri a non parlare al conducente, ora è come se quel cartello non ci fosse più, il tram si è fermato, i passeggeri litigano tra loro e per parte sua, il conducente discute con i passeggeri. Non c’è un progetto comune se non c’è un rispetto comune, se non c’è un’unità di intenti, se non c’è perseveranza nel perseguirli”. E’ stato l’esordio del consigliere del gruppo misto – La Destra, Michele Napoli, nel corso del suo intervento in merito al dibattito sulla crisi economica che sta vivendo la Basilicata. “Il taglio che vorrei dare al mio intervento – ha continuato Napoli – è con lo sguardo rivolto al futuro, a ciò che accadrà, non senza aver stigmatizzato, perché di tanto si tratta, lo spettacolo indecoroso che questa maggioranza di Governo, questa coalizione sbrindellata, almeno quella parte che resta di coalizione ha offerto in queste due ultime settimane alla comunità lucana. Potrà questo centrosinistra dare risposte vere a quelle richieste di rinnovamento che pervadono la comunità lucana? La partita dello sviluppo non consente più indugi, non ammette più particolarismi, ammette, però la necessità di una coalizione nuova, che abbia un minimo di coesione almeno nelle scelte più importanti da compiere. Ma ha bisogno anche di una classe dirigente che sia all’altezza della sfida. A mio avviso il capitale più importante che va recuperato in fretta è la fiducia. E tale impresa al cospetto della maggioranza che lo sostiene, è possibile soltanto nel momento in cui tutti i protagonisti abbiano fatto mea culpa, abbiano analizzato per davvero le ragioni degli errori commessi, abbiamo compreso le motivazioni che hanno portato ad una crisi profonda del Governo regionale. La fiducia non la si nutre con le macerie, ma la si costruisce giorno per giorno. Bisognerà riannodare il filo del dialogo sociale per fare passi avanti, per recuperare competitività, per recuperare il valore di una rappresentanza forte e moderna. Perché ciò avvenga è necessaria una maggioranza che abbia un minimo di coesione sulle cose necessarie da fare e che risparmi ai lucani di assistere a quel teatrino della politica, ma anche all’elenco di burrascosi adempimenti che, guarda caso, interessano questa maggioranza quando si profilano all’orizzonte nuove occasioni per mettere in campo la più classica logica della spartizione dei poteri saranno le nomine alla Asl, saranno alcune nomine importanti che pure riguarderanno l’ultimo scorcio della consigliatura”.  “Sarebbe ingeneroso – ha aggiunto Napoli - sostenere che nulla è stato fatto, sarebbe ingeneroso da parte mia, però è altrettanto doveroso dire che qualcosa poteva essere fatta di più. Nell’ultimo periodo si è persa la bussola, si è rimasti immobili, si è arretrati, si è fatto qualche passo indietro. Lo dicono le analisi degli organi preposti alla visione, alla descrizione del processo economico di un territorio. La fiducia è qualcosa di diverso dal consenso, la fiducia se vogliamo in qualche maniera è il cordone ombelicale che lega il cittadino alla politica, che alimenta la politica intesa come strumento per affrontare e risolvere le soluzioni, le emergenze più avvertite dalla società lucana. Con l’aggravarsi della situazione, con i problemi sempre più gravosi che riguardano il territorio della Basilicata quando si arriverà alla prossima tornata elettorale, la fiducia sarà la vera molla per il vuoto, cioè il cittadino sceglierà coloro i quali hanno dimostrato nel corso degli anni si saper offrire delle soluzioni e non di recuperare il consenso. “La classe politica può essere racchiusa in tre cerchi. Al primo – ha sostenuto Napoli - appartengono coloro i quali non comprendono la delicatezza del momento e la robustezza dei problemi, poi c’è un altro cerchio, a cui appartengono coloro i quali sono consapevoli della gravità dei problemi ma vogliono che sono poi i problemi vecchi e vogliono affrontarli con i vecchi strumenti e poi c’è un terzo cerchio a cui appartengono coloro e noi vorremmo che questa classe dirigente appartenesse a questo cerchio che è consapevole della gravità dei problemi ed indicano strumenti di soluzioni nuove. Questo per dire che non ci basterà immaginare la possibilità di un Governo che non sia forte, che non sia coeso, non ci basterà ritornare alle vecchie costruzioni e quindi a governi di natura tecnica. Quello che serve è un approccio nuovo, che faccia della responsabilità il suo elemento cardine, il suo elemento caratterizzante, a costo anche di assumere decisioni che possono anche scontentare qualcuno. “Per quanto riguarda le infrastrutture – ha detto Napoli – la Basilicata ha bisogno di una rete di area che sia per davvero moderna, capace di essere volano di sviluppo economico per le imprese già penalizzate per loro modeste dimensioni e per non essere mai state messe nelle condizioni di poter esprimere al meglio le loro potenzialità. Il rischio più grave è quello di perdere o di rinunciare a giocare la partita del futuro che è quella dei giovani, delle donne, dei settori vitali della società lucana. Questo governatore deve dimettersi senza tentennamenti, senza alcun indugio, magari dopo aver raccolto l’impegno di tutti gli schieramenti, di tutte le opposizioni della maggioranza a fissare delle regole che debbano valere per il futuro e dopo aver restituito e ristabilito una democrazia normale, ritornando alle urne, offrendo al cittadino la possibilità di scegliere chi deve governarli, offrendo al cittadino la possibilità di scegliere una maggioranza che sia davvero forte, che sia coesa, che sia capace di rappresentare le aspettative del popolo lucano”.

Letto 306 volte