Sabato, 16 Novembre 2013 06:41

DECALOGO ELETTORALE

 Gli elettori ormai hanno più o meno deciso per chi votare e come votare. In queste ore dedicate alla riflessione prima dell’apertura dei seggi, mentre i candidati impazzano qua e là partecipando a incontri privati, ognuno di noi può raccogliersi e far decantare quanto gli è stato versato addosso in un mese di campagna elettorale. Ritengo, in modo molto sommesso, che sia utile offrire al cosiddetto elettorato attivo qualche spunto di riflessione...

...un decalogo di riferimento per affrontare l’evento in piena consapevolezza. Primo: se ne avete ancora tempo e voglia, confrontate i programmi elettorali di tutte le formazioni presenti alla competizione. Secondo: non votate per Tizio o Sempronia solo perché l’uno è affascinante ( o spiritoso o “buonista”) e l’altra è bella e intrigante; per amministrare una regione serve altro. Terzo: ricordatevi che la vostra dignità di elettori non è subordinata al risultato di un partito, nel senso che ogni voto è utile e da rispettare. Quarto: ricordate che alle elezioni regionali si può applicare il voto disgiunto, nel senso che si può anche votare per il candidato di uno schieramento e per l’aspirante presidente di un altro. Quinto: non contribuite a sterminare i partiti minori dando un voto poco ragionato. Se siete convinti, votate per le formazioni maggiori, ma ricordate che il pluralismo delle idee è il sale della democrazia. Sesto: evitate di farvi intrappolare in meccanismi di scambio, siano essi di tipo individuale o collettivo, perché il non mantenere fede alle promesse fatte resta lo sport preferito di quasi tutti i candidati. Settimo: andate a votare, a meno che non siate radicatamene convinti di astenervi, nel senso che è davvero una stupidaggine rinunciare al diritto – dovere di voto solo per “sentito dire”. Ottavo: abbiate sempre la consapevolezza che siete voi i protagonisti del futuro lucano e non i leader dei partiti. Nono: sperate e confidate nel cambiamento e nella forza innovativa del vostro candidato prescelto, ma mettete nel conto anche amarezza e delusione. E' più facile parlare del cambiamento che attuarlo. Decimo: nel segreto dell’urna non è vero che Dio vi guarda (come la Dc diceva nel 1948) e Stalin no. Il secondo è da tempo fuori gioco e il primo ha ben altri pensieri per la testa e di certo non si può dedicare alle beghe di una piccola ma bella regione, che Lui ama, come tutti noi. Alla prossima!

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