Lunedì, 11 Novembre 2013 01:26

COME UN PORCO

La notizia è degna di nota o, come si dice in gergo giornalistico, c'è. Si è provveduto al censimento degli ungulati presenti nelle aree protette della Regione Basilicata. Come, ci domandiamo noialtri profani: con un apposito modulo firmato in triplice copia dal censito o con una scheda di rilevazione compilata da un solerte addetto, magari un plantigrado o, per esigenze di velocità comunicativa, un volatile? Noo, apprendiamo: con osservazioni "in situ".

Il problema è serio, non fosse altro che tra questi animali dotati di uno zoccolo diviso e con unghie, primeggiano i cinghiali che fanno danni notevolissimi all'agricoltura, in ispecie a quella delle aree interne. Qualche tempo addietro, un cinghiale, approfittando delle tenebre e spinto, forse, dal freddo, è entrato addirittura in un bar del paese di Rotonda. Non sappiamo se abbia consumato qualcosa e se, poi, abbia pagato il conto. Molti sono pronti a giurare che ne è uscito come un porco. Ecco la notizia. "Sono stati presentati a Montescaglioso, nella Sala Capitolo dell’Abbazia San Michele Arcangelo, i risultati del censimento degli ungulati (capriolo, cervo, cinghiale) nelle aree protette della regione Basilicata. Lo rende noto l’Ufficio Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità. Le relazioni sono state tenute da Anna Abate, responsabile del sistema Redus, sostenuto da Epos (programma strategico messo in campo dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata per la diffusione e sedimentazione della cultura alla sostenibilità); da Carlo Gilio, coordinatore dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche (Orhpf) e da Biagio Sampogna (Orhpf). Sono quindi intervenuti  tecnici esperti nel controllo e gestione degli ungulati degli enti gestori (Parchi e Province) delle aree protette. Le conclusioni sono state affidate al dirigente dell’Ufficio Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, Francesco Ricciardi. Le operazioni di censimento, realizzate con la collaborazione da guide Parco e volontari di associazioni ambientaliste, sono state eseguite in tutte le aree protette della Basilicata attraverso osservazioni “in situ” delle popolazioni delle specie interessate ed annotando il numero degli individui osservati su apposite schede. E i dati dimostrano che tra gli ungulati  la specie più presente nel territorio regionale è senza dubbi il cinghiale, con un totale di 2.671 individui censiti. Seguono i cervi, con 103 individui censiti, e i caprioli con 7 individui. Il censimento ha riguardato anche le specie antagoniste: 3.855 cornacchie, 1.196 volpi e 2.475 corvidi. Sono state censite, inoltre, anche le specie di interesse scientifico, conservazionistico e faunistico-venatorio: lupo 18, poiana 81, nibbio 17, istrice 29, martora 1, tasso 27, faina 7, colombaccio 206, falchi indistinti 48, gazza ladra 619, cornacchie nere 141, upupa 1, cani randagi 56, falco pellegrino 1, lepre 19, scoiattolo nero 3, beccaccia 14, ghiandaia 376, lontra 5, tortora 155, beccaccino 1, donnola 3, fagiano 5, taccola 3.120, picchio verde 1, alzavola 10, germano reale 7, airone 14, fischione 1, gatto selvatico 7, procione 2, cicogna 2, picchio rosso 1, merlo 30, egretta garzetta 2, folaga 1, gallinella d’acqua 6, cicogna nera 4".

 

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