Venerdì, 31 Ottobre 2008 00:00

NON SI MIGLIORA L' UNIVERSITA CON IL TAGLIO DELLE RISORSE

Pubblichiamo una riflessione del consigliere regionale Antonio Di Sanza sulla riforma della scuola e i particolare dell’università. Da diversi giorni sento molti politici ed opinionisti di centro destra sostenere che il taglio delle risorse all’università sia stato effettuato per obbligare i rettori ed i vertici di facoltà a ridurre sprechi, razionalizzare ed ottimizzare risorse. Ci vorrebbero dire che i vertici universitari, di fronte a tali tagli, d’improvviso, diventeranno “parsimoniosi” ed “oculati” e si sforzeranno di ridurre sprechi e modificare politiche errate del passato ? Non ci credo! E’ una giustificazione senza alcun fondamento di merito. Credo sia più probabile che, i “baroni”, pur di tutelare i propri “interessi”, riverseranno sui docenti...
NON SI MIGLIORA L' UNIVERSITA CON IL TAGLIO DELLE RISORSE
 
Pubblichiamo una riflessione del consigliere regionale Antonio Di Sanza sulla riforma della scuola e i particolare dell’università.
 
Da diversi giorni sento molti politici ed opinionisti di centro destra sostenere che il taglio delle risorse all’università sia stato effettuato per obbligare i rettori ed i vertici di facoltà a ridurre sprechi, razionalizzare ed ottimizzare risorse. Ci vorrebbero dire che i vertici universitari, di fronte a tali tagli, d’improvviso, diventeranno “parsimoniosi” ed “oculati” e si sforzeranno di ridurre sprechi e modificare politiche errate del passato ? Non ci credo! E’ una giustificazione senza alcun fondamento di merito. Credo sia molto più probabile che, i “baroni”, pur di tutelare i propri “interessi”, riverseranno sui docenti precari o peggio ancora sugli studenti, l’effetto negativo della miope politica del Governo nazionale. Questo è il rischio, altro che migliorare l’università italiana. Qualcuno ha il coraggio di sostenere, ancora, che la riduzione delle risorse faciliterà anche il ricambio generazionale nel corpo docente? Certo con il blocco del turn-over avverrà di sicuro !

Per farvi riflettere meglio, riporto, di seguito, alcuni passaggi del Direttore del settimanale “Panorama”, Maurizio Belpietro, che certo non si può definire di “centrosinistra” e che ben fotografa la realtà universitaria italiana: “Gli enti universitari hanno un’autonomia che consente loro di organizzare gli studi, creare nuovi insegnamenti e corsi di laurea, fare assunzioni e, ovviamente, spendere. Il risultato, ad oggi, è un disastro finanziario. Venti università su 94 sono sull’orlo della bancarotta, altre sono indebitate. In vent’anni si sono gonfiati gli organici e moltiplicate le sedi. Solo negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per assumere 13 mila professori, ma i promossi sono stati complessivamente 26 mila e ciò senza che, nella maggior parte dei casi, vi fossero neppure i posti disponibili. In due decenni si sono create più di 300 sedi distaccate, alcune in comuni di poche decine di migliaia di abitanti. In Italia esistono 5.500 corsi di laurea con 170 mila insegnamenti, il doppio che in altri paesi europei. Più di 300 facoltà non superano i 15 iscritti, molti corsi hanno meno di dieci alunni. In qualche caso si sono lanciati in avventure imprenditoriali assai discutibili, mettendosi a produrre bibite e a imbottigliare vino, oppure fondando radio che diffondono musica. Di fronte a un fallimento di tale proporzioni, invece di dimettersi, molti vertici universitari continuano a salire in cattedra”. Bene. Questa è la drammatica situazione universitaria e tutti gli studenti che sono in piazza la conoscono e sono lì a protestare perché la vogliono cambiare. Ma non la si migliora tagliando, in tronco, risorse pubbliche senza uno straccio di provvedimento di merito, così come ha fatto il Governo nazionale. La si cambia riformando nel complesso l’università italiana. E non in modo unilaterale ed arrogante, pensando di avere verità in tasca. Ma qualcuno ancora crede che chi ha gestito le università fino ad oggi, solo perché vengono tagliate risorse, si impegnerà a rendere il sistema universitario italiano tra i migliori al mondo Secondo voi, questi personaggi, da un giorno all’altro, saranno capaci o avranno voglia di smantellare il “mostro” creato in questi venti anni ? Non ci credo ! Quindi, amici, bene fanno gli studenti a scendere in piazza, a prendere coscienza del proprio futuro, in modo autonomo e soprattutto apolitico. Se saranno capaci di autogestirsi, nel rispetto dei diritti altrui e della legalità, di protestare sì ma anche di proporre al mondo politico il modello di Università e di Scuola che desiderano, avranno dato un grande contributo di democrazia e di crescita all’intero Paese.

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