Martedì, 21 Ottobre 2008 00:00

SALVARE LE SCUOLE DI MONTAGNA

“Chiudere una scuola di montagna è un errore gravissimo. Non possiamo accettarlo”. E’ la ferma posizione espressa in una nota diffusa agli organi di stampa dal consigliere regionale della Federazione dei Popolari di Centro, Gaetano Fierro, il quale sottolinea che la chiusura “significa condannare per il futuro una comunità che lentamente è destinata a scomparire. Di questi esempi in Basilicata ce ne sono già alcuni, la Politica però deve evitare che ciò accada”. Il consigliere regionale, nel mettere a fuoco la ‘drammaticità’ della discussione sull’applicazione del decreto Gelmini sul ridimensionamento scolastico e le sue conseguenze, afferma che “il ministro si sgola nell’affermare che non ci saranno tagli e la Lega Nord...
SALVARE LE SCUOLE DI MONTAGNA
“Chiudere una scuola di montagna è un errore gravissimo. Non possiamo accettarlo”. E’ la ferma posizione espressa in una nota diffusa agli organi di stampa dal consigliere regionale della Federazione dei Popolari di Centro, Gaetano Fierro, il quale sottolinea che la chiusura “significa condannare per il futuro una comunità che lentamente è destinata a scomparire. Di questi esempi in Basilicata ce ne sono già alcuni, la Politica però deve evitare che ciò accada”. Il consigliere regionale, nel mettere a fuoco la ‘drammaticità’ della discussione sull’applicazione del decreto Gelmini sul ridimensionamento scolastico e le sue conseguenze, afferma che “il ministro si sgola nell’affermare che non ci saranno tagli e la Lega Nord, per bocca del capo- gruppo, Roberto Cota, e della parlamentare, Elena Maccanti, parlano di allarmismi ingiustificati. La simulazione di uno studio di lavoro interistituzionale per le scuole di montagna in Basilicata, però – sottolinea il consigliere - disegna uno scenario diverso: ci sono 30 scuole montane con meno di 12 alunni che, ‘se non saranno modificati i parametri per la formazione delle classi, non potranno continuare ad esistere a partire dal prossimo anno scolastico’. L’ ‘operazione di salvataggio’, dunque, parte dalle scuole elementari di questi 30 Comuni abbarbicati sulle montagne lucane. Anche perché i tagli avrebbero un effetto collaterale immediato sulle ‘pluriclassi’, cioè una sezione delle elementari frequentata da allievi di età diversa”. “Non un vezzo campanilistico, ma una necessità derivante dalle difficoltà dei trasporti”. Su questi ‘presidi del territorio’ - dice Fierro - si abbatterà anche la scure dell’innalzamento del numero massimo di alunni (minimo 8 massimo 18, ora i limiti sono 6 e 10 alunni). L’effetto? Gli alunni che saranno trasferiti oltre a percorrere chilometri per raggiungere la nuova scuola si ritroveranno in edifici di altri Comuni con pochi spazi per accoglierli. E secondo il governo ‘i costi per i trasporti e l’adeguamento edilizio saranno a carico degli enti locali’. “Oltre al danno anche la beffa”. Questa la constatazione di Fierro che conclude precisando come “il nocciolo dell’operazione dimensionamento è legato all’applicazione del piano programmatico che punta al superamento delle attuali situazioni relative a plessi e sezioni staccate con meno di 50 allievi”.
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