Domenica, 19 Ottobre 2008 00:00

CONFAGRICOLTURA: RILANCIARE IL RAPPORTO CON L'AGROINDUSTRIA

La Confagricoltura di Basilicata è estremamente preoccupata per il continuo peggiorare dell’andamento dei mercati cerealicoli, in Italia e a livello internazionale. “Si tratta di una crisi ormai globale” - ha commentato il Presidente Rocco Graziadei - causata, oltrechè dall’eccezionale aumento della produzione mondiale di frumento (circa 70 milioni di tonn. in più rispetto al 2007) dal rafforzamento del dollaro sulle altre monete e dalla pesantissima crisi che stanno vivendo i mercati finanziari; se a questo aggiungiamo poi le azioni speculative condotte dalle industrie molitorie, si comprende come la situazione per il comparto cerealicolo lucano diventi di vera e propria emergenza economica”.

CONFAGRICOLTURA: RILANCIARE IL RAPPORTO CON L'AGROINDUSTRIA 

La Confagricoltura di Basilicata è estremamente preoccupata per il continuo peggiorare dell’andamento dei mercati cerealicoli, in Italia e a livello internazionale. “Si tratta di una crisi ormai globale” - ha commentato il Presidente Rocco Graziadei - causata, oltrechè dall’eccezionale aumento della produzione mondiale di frumento (circa 70 milioni di tonn. in più rispetto al 2007) dal rafforzamento del dollaro sulle altre monete e dalla pesantissima crisi che stanno vivendo i mercati finanziari; se a questo aggiungiamo poi le azioni speculative condotte dalle industrie molitorie, si comprende come la situazione per il comparto cerealicolo lucano diventi di vera e propria emergenza economica”. E’ proprio la pesantezza dell’offerta a livello europeo a rendere più complessa la situazione dei mercati cerealicoli: da importatore abituale l’UE si ritrova quest’anno a dover esportare grandi quantità di cereali nel resto del mondo, per scongiurare una caduta senza precedenti dei prezzi comunitari. Non è un caso che la Commissione Europea, fortemente pressata dalle Organizzazioni degli agricoltori, abbia finalmente deciso il 16 ottobre di ripristinare i dazi all’importazione dei cereali, che erano sospesi dal luglio 2007. Fortemente negativa – aggiunge Confagricoltura - la tendenza dei prezzi del frumento duro. Sulla piazza di Foggia una tonnellata di grano duro vale oggi 200 euro in meno di sei mesi fa, e 100 euro in meno rispetto allo scorso giugno. In presenza di una abbondante produzione di grano duro, che quest’anno potrebbe ridurre di molto la dipendenza dell’industria pastaria nazionale dalle importazioni, i molini non sembrano interessati a comprare, sperando nel protrarsi dei ribassi. Sarebbe auspicabile, e lo chiediamo con forza da molto tempo – ha continuato Graziadei – che venisse aumentato il livello di controllo sulle ingenti quantità di grano che arrivano via mare dai paesi dell’est di cui non conosciamo bene l’origine e gli standard qualitativi di produzione e che contribuiscono non poco a deprimere il valore del grano italiano. Dal canto loro i produttori non intendono svendere il proprio grano, che quest’anno registra ottime rese e un buon tenore proteico, soprattutto al Sud, anche perché gli aumenti dei mezzi tecnici (soprattutto i concimi, che hanno registrato aumenti dall’80 al 150% in un anno) ha portato il costo di produzione del frumento a un livello tale da non poter essere ripagato dal prezzo corrente. Per cercare di arginare questa difficile fase di mercato la Confagricoltura sta cercando di ricostruire il rapporto interprofessionale con gli altri segmenti della filiera per giungere a degli accordi con l’agroindustria che rilancino le produzioni dei pastifici puntando all’utilizzo esclusivo di grano duro lucano; se la proposta a cui stiamo lavorando sarà operativa – ha concluso il Presidente Graziadei - otterremo il duplice il risultato di aumentare il valore aggiunto delle nostre produzioni cerealicole e riprendere e rilanciare la produzione della pasta e del pane che in Basilicata ha sempre rappresentato una grande tradizione agroalimentare".

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