Lunedì, 26 Novembre 2012 02:40

VALSAMOGGIA: SI PUO' FARE

I cittadini di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, in provincia di Bologna, hanno detto si', con un referendum consultivo, al progetto di fusione che prevede la nascita di un nuovo, unico comune al posto dei cinque attuali e contigui. A favore si e' espresso il 51,47% (5.731 persone), contrari il 48,53% (5.404). I si' hanno prevalso a Monteveglio (59,03% contro 40,97%), a Crespellano (57% contro 43%) e a Castello di Serravalle (51,74% contro 48,26%).

Netto no alla fusione da Bazzano (58,52% contro 41,48%) e Savigno (56,75% contro 43,25%). In media ha votato circa un elettore su due. Sulla denominazione del nuovo comune a tarda notte lo spoglio era ancora in corso, con prevalenza per Valle del Samoggia e Valsamoggia rispetto a Samoggia e Samodia. Con circa 30.000 abitanti, una superficie di 178,08 km quadrati e un perimetro di 103,78 km, il comune che si prefigura con la fusione si posiziona geograficamente al confine tra la Provincia di Bologna, cui appartiene, e quella di Modena. Trattandosi di un referendum consultivo, non vincolante e senza quorum, l'ultima parola sulla fusione - come sottolinea la vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera - tornera' all'Assemblea legislativa regionale, dove l'iter del progetto di legge che istituisce il comune unico - predisposto dalla Giunta regionale e gia' approvato a maggioranza in commissione Bilancio e affari generali e istituzionali - era stato sospeso in attesa dell'esito del referendum. Il procedimento legislativo di fusione ha preso avvio dopo la richiesta avanzata congiuntamente dai cinque Comuni, che non potendo esercitare direttamente l'iniziativa legislativa (in quanto non raggiungono la soglia dei 50.000 abitanti richiesta dallo Statuto regionale) hanno deliberato nei rispettivi Consigli a favore della fusione chiedendo alla Regione di promuoverne la procedura. L'erogazione dei servizi (come anagrafe, tributi, scuola) continuera' negli 'sportelli del cittadino' nelle attuali sedi comunali. Solo gli uffici interni saranno unificati. La fusione comportera' una 'sforbiciata' di 83 'poltrone': da cinque sindaci a uno, da 23 assessori a 5, da 77 consiglieri a 16. Con tagli di costi della politica per 260.000 euro all'anno. Non saranno licenziati dipendenti comunali. Alla fine si stimano vantaggi economici di 25-30 mln in dieci anni. La fusione e' stata fortemente voluta dal Pd (l'ha appoggiata anche Pierluigi Bersani), avversata da Pdl, Lega e alcune liste civiche. Anche il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, parlando nella vicina Casalecchio di Reno, ha appoggiato la fusione, ''un modello - ha detto - di capacita' civile e democratica, unirsi per affrontare meglio le sfide che toccano gli enti locali di questi tempi''. ''Il referendum e' vinto. Il progetto e' valido e prosegue, avendo cura di promuovere sempre una maggiore partecipazione con particolare riguardo alle realta' con un risultato non soddisfacente'', ha commentato Raffaele Donini, segretario provinciale del Pd (Ansa).

Letto 455 volte