Martedì, 07 Ottobre 2008 00:00

UNA RICERCA LUCANA SULL’EFFETTO SERRA

L’effetto serra potrebbe essere stato sopravvalutato. L’impatto dell’inquinamento atmosferico sul riscaldamento della Terra potrebbe essere meno rilevante di quanto sostengano osservazioni e studi finora pubblicati. Lo afferma una ricerca ideata e condotta da un team di studiosi, coordinati dal professor Carmine Serio, ordinario di Fisica all’Università degli Studi della Basilicata. “Fermo restando che l’inquinamento atmosferico danneggia il nostro pianeta – dice il professor Serio –, siamo in grado di affermare che l’atmosfera riesce a raffreddarsi più velocemente e ha una maggiore capacità di resistenza all’inquinamento di quanto si pensasse fino ad oggi”.

UNA RICERCA LUCANA SULL’EFFETTO SERRA 

L’effetto serra potrebbe essere stato sopravvalutato. L’impatto dell’inquinamento atmosferico sul riscaldamento della Terra potrebbe essere meno rilevante di quanto sostengano osservazioni e studi finora pubblicati. Lo afferma una ricerca ideata e condotta da un team di studiosi, coordinati dal professor Carmine Serio, ordinario di Fisica all’Università degli Studi della Basilicata. “Fermo restando che l’inquinamento atmosferico danneggia il nostro pianeta – dice il professor Serio –, siamo in grado di affermare che l’atmosfera riesce a raffreddarsi più velocemente e ha una maggiore capacità di resistenza all’inquinamento di quanto si pensasse fino ad oggi”. La ricerca, pubblicata su “Optics Express”, la più autorevole rivista internazionale del settore, è stata promossa dall’ateneo lucano e dalle Università di Bologna e Roma, in collaborazione con due istituti del Cnr, uno dei quali è l’Imaa di Tito Scalo. Il team del professor Serio, tra cui c’erano alcuni ricercatori lucani, ha osservato il comportamento della trasparenza dell’atmosfera nella zona del lontano infrarosso, una radiazione che fa parte dello spettro elettromagnetico e che è un po’ più densa delle microonde. Le misurazioni condotte sul Monte Cervino a 3500 metri di quota, nelle Alpi italiane, ed effettuate con strumentazioni che servono a rilevare concentrazioni chimiche nell’atmosfera, come lo spettrometro di Fourier e il sistema Lidar, hanno permesso di osservare come il vapor d’acqua, il maggior gas serra presente nell’atmosfera della Terra, riesca a raffreddarsi più velocemente di quanto presunto fino ad oggi. L’uomo, quindi, avrebbe meno colpe di quanto si pensi sul riscaldamento del globo e sull’effetto serra. “Ciò indica – secondo il professor Serio – la necessità di una migliore e più intensa ricerca su questi fenomeni, in un settore che è fondamentale per l’analisi e la risoluzione dei problemi legati al riscaldamento globale”. L’organizzazione dell’esperimento sulle Alpi è stato reso possibile grazie alla collaborazione del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia dell’Aeronautica Militare, dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario e della città di Cervinia. È stato battuto sul tempo un analogo esperimento americano, che con molti più mezzi e finanziamenti avrà luogo nel 2009 presso la stazione di Cerro Chajnantor in Cile a oltre 5000 metri di quota. Il team italiano, vista la riconosciuta esperienza in ambito internazionale, è stato invitato da quello americano a partecipare al nuovo esperimento.

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