Venerdì, 06 Aprile 2012 12:31

UNA PASQUA DI PASSIONE

Riceviamo dal consigliere comunale del Pdl Adriano Pedicini e pubblichiamo*****” E’ una pasqua di passione per la nostra città attanagliata nella morsa della disoccupazione, adagiata su una povertà senza precedenti, che vive il peggior momento economico ed occupazionale, ancor meno buono della altrettanto nera crisi del salotto;

nessuno è escluso, settori e persone ad ogni livello. Molti non ce la fanno più e si son lasciati andare. L’evidenza della precarietà è rilevata dal calo repentino dei consumi nella nostra città, calo che investe soprattutto il settore alimentare ed energetico, supermercati con incassi dimezzati rispetto allo scorso anno, segno questo che la gente compra meno cibo; ha lasciato l’auto, non ha soldi per pagare il carburante e risparmia sul riscaldamento e luce. Un altro indice che misura il livello dell’emergenza sociale sono le disdette delle polizze assicurative delle auto e le innumerevoli azioni di recupero coatto dei crediti. Si spera si sia raggiunto il picco, che non si vada oltre, ma la crisi ha toccato la parte vigorosa della società: gli ultra cinquantenni. Ad essere nel disagio più nero sono loro, gente che per trent’anni ha lavorato che non ha mai elemosinato e con dignità ha cresciuto figli e contribuito al progresso sociale della città. Abituati da adolescenti al lavoro, operai, artigiani e professionisti, tagliati fuori in un sol colpo dal mondo lavorativo proprio nel momento in cui vedevano il traguardo della pensione poi spostato in corsa. Bravi lavoratori ancora validi, senza alcuna speranza di poter recuperare una qualunque posizione lavorativa. Di contro ci sono i tanti giovani, spesso figli dei padri di cui parlavo che non vivono un buon momento, ma dalla parte loro hanno il beneficio dell’età e la voglia di cercar fortuna altrove. Perché parlo di questi dignitosi concittadini, diversi dagli abituali specialisti della carità, perché non avrei mai pensato di trovare nella mia città amici ridotti alla povertà. Costoro non conoscono le strade della carità, non le hanno mai percorse, non ne hanno mai avuto bisogno, hanno sempre lavorato, oggi nella miseria non sanno a chi rivolgersi, cercano coraggio e conforto nelle istituzioni e politica che non destina loro né speranze, nè parole di sollievo. Li trovi in Comune, mentre loro trovano un Comune muto e sordo, intento a far altro che certamente non è il pensare alle necessità della gente, alle politiche del lavoro, a creare opportunità per i cittadini. In tutto questo gran da fare, vi sono anche i costosi intrattenimenti pasquali ovviamente inseriti nel solito giochino di “Matera Capitale della Cultura” che impegna il sindaco molto e ovunque e parlargli è impossibile. E’ introvabile per il cittadino medio, nessuno sa dove sia, un sindaco “fantasma” che oramai nessuno più vede, percorre strade alternative, non riceve alcuno, chiuso nel protetto fortino del sesto piano, che non ha parole per i relitti sociali, “si lava le mani” sui temi critici. Il primo cittadino si dice sia indaffarato in altro, a far quadrare i conti con la politica, in strategie e impraticabili intese. Ineseguibile equazione matematica questa, equilibrare con giudizio e proporzione “cencelliana” assessori e consiglieri, in una bolgia di gruppi politici e correnti trasversali, dove ognuno ritiene di poter dire la sua e di contare più dell’altro. Vita non semplice quella del nostro Sindaco: da una parte dovrebbe gestire le emergenze della città, mentre ogni sforzo è profuso nel fare l’equilibrista, proporre difficili bilanciamenti che non scontentino nessuno per poi comprendere che l’unico risultato è rimanere aggrappato alla poltrona, costi quel che costi. Complicate vicende politiche che poco contano quando l’emergenza sociale accentuata dalle festività agitano gli animi e scuotono le sensibilità”:

 

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