Mercoledì, 07 Marzo 2012 04:19

DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO: LA RELAZIONE DELL' ASSESSORE VITI

“Il Piano di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche della Regione Basilicata per il triennio 2012/2015 è stato redatto sulla base degli atti di pianificazione territoriale elaborati dalle Province di Potenza e Matera per i rispettivi ambiti di competenza ed assume – a partire da quest’anno – carattere di triennalità al fine specifico di rendere il più possibile stabili le istituzioni scolastiche regionali.

La programmazione della riorganizzazione della rete scolastica è stata sviluppata su porzioni omogenee di territorio rappresentate da aggregazioni di Comuni nei cd. Ambiti P.O.I.S. –Ambiti per i Piani di Offerta Integrata dei Servizi, in attuazione della scelta strategica di uniformare gli ambiti di programmazione regionale. Gli ambiti individuati sono 5 nella Provincia di Potenza e 2 nella Provincia di Matera, con l’esclusione dei due capoluoghi, per il ruolo e il peso istituzionale dai medesimi rivestito.

Il Piano di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche della Regione Basilicata tiene conto dei parametri stabiliti dalle Linee Guida approvate con D.G.R. n. 1291 del 13/09/2011 e delle risultanze di numerosi incontri del Tavolo Tecnico Interistituzionale istituito (con la D.G.R. 1207/11) con lo scopo di coinvolgere tutti gli attori del processo in materia di Istruzione.

Il Tavolo Tecnico, composto da rappresentanti dell’Ufficio Scolastico regionale, delle Province, dei Comuni e delle organizzazioni sindacali del settore scuola, è stato parte attiva dell’iter che ha condotto alla definizione delle stesse Linee Guida ed è stato tempestivamente informato e coinvolto in ogni decisione relativa alle novità legislative via via susseguitesi dal luglio a dicembre 2011, in conseguenza delle quali si sono svolte un confronto e una collaborazione costante con la Regione per l’assunzione condivisa delle azioni più opportune per la salvaguardia sia delle istituzioni scolastiche che del personale scolastico.

La normativa in materia di parametri delle istituzioni scolastiche ha subito a partire dal luglio 2011 importanti modifiche. Il governo ha emanato il D.L. n. 98/11, ed in particolare dell’art. 19 co. 4, convertito senza modifiche in legge n. 111 del 15 luglio 2011 nell’arco di una settimana, con il quale è stabilito:

1)      La verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l’aggregazione della scuola dell’infanzia, della primaria e secondaria di primo grado in Istituti Comprensivi che, per acquisire l’autonomia, devono avere almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;

2)      la soppressione delle direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado non aggregate in Istituti Comprensivi.

Veniva inoltre stabilito che “alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato ma sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome”.

L’approvazione successiva della Legge n. 183 del 12 novembre 2011 (Legge di stabilità 2012, ex legge finanziaria) ha imposto ulteriori tagli e sacrifici.

In particolare, con tale legge, sono  stati modificati per tutti i cicli di istruzione i parametri previsti dal co. 5 art. 19 della L. n. 111/11 ed è stato fissato il limite di 400 alunni (per i comuni montani) e di 600 alunni (per i comuni non montani) per mantenere la dirigenza scolastica e di conseguenza il diritto all’attribuzione del Direttore dei Servizi Generali Amministrativi.

Le Regioni – tra cui la Basilicata che non è rimasta inerte di fronte alle invasioni di autonomia da parte del governo ed ha proposto ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale - hanno rivendicato la propria competenza a programmare le autonomie scolastiche sul territorio chiedendo al Ministero l’autorizzazione a considerare i parametri numerici di cui alla norma (1000 o 500 alunni per istituto comprensivo) come media regionale, ovvero come risultato ottenuto dal numero complessivo degli alunni diviso il numero delle autonomie, nonché di proseguire nel percorso di aggregazione raggiungendo l’obiettivo entro l'anno scolastico 2014 – 2015.

In questa ottica, il Tavolo Tecnico Interistituzionale ha concordato comunque un percorso di dimensionamento che, oltre ad applicare margini di elasticità percentuali ai rigidi parametri fissati dalle norme, assicura una prima contrazione delle istituzioni scolastiche a partire dall’anno scolastico 2012-2013 perfettamente coerente con i livelli ottimali richiesti dal Miur e gradua nell’arco temporale del triennio il rientro complessivo della rete nei parametri normativi.

La scelta di concepire il Piano su base triennale,  inizialmente percorsa con il solo intento di assicurare la massima stabilità delle istituzioni scolastiche, risulta pertanto ancora più coerente e compatibile con la necessità e opportunità di operare scelte non drastiche ma graduali e meditate nel tempo.

Per questo, a termine del processo di consultazione e concertazione all’interno del Tavolo tecnico interistituzionale, si è proceduto nell’a.s. 2012-13, all’accorpamento delle Direzioni Didattiche e Scuole Medie secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Per le due annualità successive si procederà al dimensionamento degli Istituti Comprensivi  e degli Istituti di Istruzione Secondaria sottodimensionati ai fini dell’attribuzione delle dirigenze e del Direttore dei Servizi Generali Amministrativi.

Il criterio adottato e condiviso al tavolo Tecnico Interistituzionale è stato quello di rispettare quanto più possibile le proposte Provinciali poiché frutto di una consultazione vicina al territorio, lasciando al Tavolo stesso di verificare la compatibilità dei Piani Provinciali con le Linee Guida, con gli accordi relativi all’applicazione  graduale della normativa e con gli obiettivi di riduzione delle pluriclasse, avviati dalle Provincie secondo le stesse Linee Guida.

L’indirizzo adottato quindi consente alla Regione Basilicata di governare il processo di razionalizzazione delle rete scolastica attraverso le scelte più appropriate al territorio, di tutelare il più possibile il personale docente e non docente e di evitare che sul merito delle decisioni intervenga direttamente il Ministero con il solo obbiettivo di conseguire i risparmi di spesa imposti dalle manovre finanziarie.

In questa sede si è però valutata la necessità di proporre alcune lievi modifiche del Piano prevalentemente relative alla correzione di errori materiali, all’approfondimento istruttorio delle opzioni relative agli Istituti Tecnici e Professionali conseguenti ad una segnalazione dell’Ufficio Scolastico Regionale successiva alla predisposizione dei Piani, ed infine al riesame di alcune scelte finalizzate esclusivamente al miglioramento organizzativo della rete scolastica in funzione della crescita dell’offerta formativa lucana.

E precisamente con questo ultimo obbiettivo si muoveranno le azioni del Dipartimento che mi è stato affidato, nell’impegno di conseguire già a partire dal prossimo anno scolastico – sempre attraverso il coinvolgimento degli enti locali preposti – la riorganizzazione complessiva dell’offerta formativa tenendo conto delle peculiarità, delle vocazioni e attitudini economiche, produttive, culturali e sociali delle aree territoriali della Basilicata.

Restituire stabilità alle istituzioni scolastiche infatti non significa ingessare il quadro complessivo in una rigida e immutabile cornice ma, rivedendone aspirazioni, obbiettivi e potenzialità concrete, conferire all’intera rete scolastica una visione d’insieme logica, coerente ed equilibrata nel suo concepimento ma anche efficiente e convincente nel suo funzionamento.

 

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