Il bersaglio privilegiato è diventato Zalone e le sue grevi facezie. Che volgarità (sembra di sentire la Carlà), che qualunquismo di destra, si è ascoltato in giro. Ad alzare gli scudi gli epigoni della cosiddetta sinistra. Il programma è lubrico e volgare – dicono – come le sue canzoni, a partire da quel “faccio la pipì, faccio la pupù e penso ad Angela” ma, soprattutto, perché a metterlo in onda è la massima rete della corruttela, quel Canale 5 che fa capo a Mediaset e, quindi, al Cavaliere. Di contro, gli stessi feroci censori diventano dei campioni di tolleranza nei riguardi dell’abuso di turpiloquio da parte di Maurizio Crozza, fino ad osannare Fiorello e prostrarsi rapiti davanti a Roberto Benigni che canta l’Inno del corpo sciolto. E già, perché forse voi, cari lettori, non lo sapete ma la cacca (e il resto) è volgare solo se non è di sinistra, mentre se a sbattervela in faccia a palettate è un toscanaccio con antiche militanze (quelle serie, di un tempo, a suo merito) nel Pci, allora diventa un fine esercizio di satira, olezzante di arguzia e di opportuna irriverenza verso l’establishment. Siamo alle solite manifestazioni di strabismo politic, esercitate da Soloni di terza categiria. Per loro tutto va bene, purché possa essere classificato come “di sinistra”. Non resta che rivolgere un invito a questi censori di parte: andate a c…re!