Giovedì, 08 Dicembre 2011 09:36

CIAO ROBERTO

L’amico Roberto Latorre ci ha lasciato dopo una intensa, ma impari lotta contro un male inesorabile. Aveva circa 61 anni e ci conoscevamo e stimavamo dai tempi del Liceo Classico Emanuele Duni e della Federazione giovanile comunista italiana. Insieme (e con tanti altri che allora ci credevano davvero) avevamo occupato una prima volta e per pochi giorni, il “Duni” contro una riforma scolastica voluta dal ministro Fiorentino Sullo, chissà perché...

E poi, coralmente,avevamo “fatto” il Febbraio lucano del 1970 e, nel 1971, la lunga occupazione delle scuole superiori materane. Roberto era sempre in prima fila, un ragazzone ben piantato, dotato di un’ironica allegria che aiutava a superare ogni scoramento. Con il suo sembiante alla Michel Pergolani era uno di quei rari esempi di “compagnoneria” schiettamente materana, che oscurava i pensosi intellettualismi che caratterizzavano, all’epoca, la militanza giovanile di sinistra. In un universo appena post- adolescenziale bisognava essere, purtroppo, seri e compassati, come i funzionari del partito degli adulti. Roberto no. Pur avendo letto i sacri libri marxiani e imparato i testi delle canzoni di lotta, in lui prevaleva la solarità e il gusto delle cose semplici e belle della vita, gastronomia compresa. E, per questo, dopo aver lavorato in un’arida banca aveva intrapreso, con altri amici del tempo passato, la strada della buona ristorazione. Ci eravamo ritrovati, saltuariamente, sul percorso della convivialità ed era sempre un piacere rilevare la lucidità sempre un pò scanzonata, dei suoi commenti sulla politica e sul costume, fossero essi nazionali o cittadini. Legato indissolubilmente al latte della colazione mattutina, chi si era trovato con lui, circa 40 anni fa, in quel di Amsterdam raccontò di quando, svegliandosi in un dormitorio, non trovò il prezioso mezzo litro di latte al cioccolato che aveva comperato la sera prima. Gli era stato trafugato. Un urlo poderoso, in vernacolo materano, svegliò la camerata: “Assit’ u’ latt”e, poi, in italiano forbito: “Che nessuno esca”. Ciao Robbé,mi auguro che qualcuno ti abbia fatto trovare, ieri mattina, il latte agognato. Ai familiari le condoglianze de Il Pomeridiano e quelle, affettuose, di chi scrive.

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