Lunedì, 07 Novembre 2011 08:08

VITALIZIO AI CONSIGLIERI LUCANI: UNA PDL

E’ stata depositata in Consiglio regionale una proposta di legge, di iniziativa dei componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea (il presidente Folino, i vicepresidenti Mazzeo e Mattia, i consiglieri segretari Pici e Scaglione), che propone di abolire l’istituto del vitalizio per i consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura, facendo salvi i diritti quesiti dai consiglieri in carica

 la cui eventuale rielezione ed il relativo ulteriore periodo di esercizio del mandato non produrrà alcun effetto, né giuridico né economico, rispetto alla posizione maturata. “La ratio dell’abrogazione del predetto istituto – si legge nella relazione al provvedimento - risiede nella volontà di procedere ad una riforma, un rinnovamento ed un adeguamento ai tempi dell’Istituzione regionale nella direzione del contenimento dei costi della politica e dell’eliminazione di posizioni di privilegio considerate anacronistiche ed inique nell’attuale contesto economico - sociale. L’abrogazione di tale istituto consente alle istituzioni regionali di riaffermare la temporaneità e l’esclusiva vocazione al perseguimento dell’interesse pubblico dell’assunzione di cariche politiche, specie in un periodo di grave difficoltà economica per il Paese e di grandi sacrifici richiesti a tutti i cittadini”. “Tale esigenza – si legge ancora nella relazione - emersa nei dibattiti anche in Basilicata e oggetto di una petizione popolare depositata nelle scorse settimane presso la Presidenza del Consiglio regionale, nonché nelle iniziative legislative di alcune Regioni ed a livello parlamentare, è stata fatta propria , altresì, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome che hanno espresso in maniera congiunta la necessità di procedere all’abrogazione degli istituti del vitalizio a partire dal prossimo rinnovo dei Consigli regionali quale passaggio imprescindibile per la autoriforma delle Regioni, significando la necessità della contemporaneità di tale processo in tutte le Regioni senza discrasie temporali”.

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