la cui eventuale rielezione ed il relativo ulteriore periodo di esercizio del mandato non produrrà alcun effetto, né giuridico né economico, rispetto alla posizione maturata. “La ratio dell’abrogazione del predetto istituto – si legge nella relazione al provvedimento - risiede nella volontà di procedere ad una riforma, un rinnovamento ed un adeguamento ai tempi dell’Istituzione regionale nella direzione del contenimento dei costi della politica e dell’eliminazione di posizioni di privilegio considerate anacronistiche ed inique nell’attuale contesto economico - sociale. L’abrogazione di tale istituto consente alle istituzioni regionali di riaffermare la temporaneità e l’esclusiva vocazione al perseguimento dell’interesse pubblico dell’assunzione di cariche politiche, specie in un periodo di grave difficoltà economica per il Paese e di grandi sacrifici richiesti a tutti i cittadini”. “Tale esigenza – si legge ancora nella relazione - emersa nei dibattiti anche in Basilicata e oggetto di una petizione popolare depositata nelle scorse settimane presso la Presidenza del Consiglio regionale, nonché nelle iniziative legislative di alcune Regioni ed a livello parlamentare, è stata fatta propria , altresì, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome che hanno espresso in maniera congiunta la necessità di procedere all’abrogazione degli istituti del vitalizio a partire dal prossimo rinnovo dei Consigli regionali quale passaggio imprescindibile per la autoriforma delle Regioni, significando la necessità della contemporaneità di tale processo in tutte le Regioni senza discrasie temporali”.