Mercoledì, 28 Settembre 2011 04:01

L'AGRICOLTURA LUCANA REGGE

L’agricoltura lucana si conferma come autentico motore per la ripresa economica con un incremento del 5,4% del Valore Aggiunto Agricolo (il migliore incremento tra le regioni del Sud), tanto più positivo perché in controtendenza al calo dell’1,3% riscontrato complessivamente per le attività produttive e come freno per l’emorragia occupazionale. E’ il commento della Cia-Confederazione italiana agricoltori al Rapporto Svimez 2011 diffuso ieri.

Questo vuol dire che l’agricoltura è un comparto ancora vivo e vitale e che -osserva la Cia- nonostante tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende, come i costi produttivi record, i prezzi sui campi non remunerativi e una burocrazia lenta e inefficiente, il settore primario continua a mettere a segno risultati importanti, crescendo nell’occupazione a dispetto del resto del mondo produttivo. Ecco perché ora chiediamo al governo di investire davvero sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni e anni, e dare vita a una vera politica di sviluppo, soprattutto nel Sud d’Italia. D’altro canto, l’agricoltura può offrire una chance di lavoro concreta e solida a tutti quei giovani meridionali che non vogliono abbandonare la loro terra e, contemporaneamente, favorire quel ricambio generazionale nel settore che oggi stenta ancora a prendere piede. Ad oggi infatti -continua la Cia- nel comparto agricolo ci sono soltanto il 3,4 per cento di giovani conduttori sotto i 35 anni e meno del 7 per cento sotto i 40. Praticamente, solo 112 mila aziende agricole sono guidate da giovani su un totale di 1,6 milioni di imprese del comparto sparse su tutto il territorio nazionale. Ma la “colpa” non è del mancato interesse dei giovani per l’agricoltura, anzi. Sono la scarsa disponibilità di terra, la burocrazia esasperata, la mancanza di agevolazioni per l’acquisto e per il subentro in azienda a frenare il turn over nei campi. Per questo motivo, la Cia chiede di creare- si legge infine nella nota - la Banca della Terra, un archivio pubblico gestito dall’Ismea che raccolga i terreni demaniali da destinare ai giovani agricoltori, e di innovare la burocrazia, snellendo le migliaia di procedure amministrative complesse e dispendiose per l’avviamento e la continuità dell’azienda. Senza dimenticare misure indispensabili come la realizzazione di uno sportello giovane; percentuali di finanziamento più elevate sui vari bandi e sul Psr; agevolazioni fiscali sulle assunzioni di personale per i giovani imprenditori agricoli post-insediamento; l’incentivazione alla nascita di forme di collaborazione tra giovani o a maggioranza di giovani imprese (società miste); facilitazioni per l’accesso al credito.

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