Mercoledì, 21 Settembre 2011 07:20

IL CONSIGLIO LUCANO E LO STATUTO

“L’esperienza del quarantennio trascorso, la riforma del titolo V, le leggi sul federalismo amministrativo e fiscale, concorrono a rafforzare il convincimento che la Regione deve potenziare il suo ruolo strategico, la sua capacità di conoscenza del territorio, e di visione generale, quindi di programmazione e di governo di area vasta

 di sintesi dell’insieme delle istanze territoriali, alleggerendosi perciò del carico amministrativo diretto, evitando conflitti col sistema delle autonomie locali e funzionali infraregionali, anzi assumendone il coordinamento e sostenendone il potenziamento”. Lo ha detto il presidente della prima Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico (Pd), che ha svolto oggi in Aula una relazione sul tema della riforma dello Statuto regionale. Santochirico ha fatto riferimento a “sei nuclei tematici”, intorno ai quali occorre sviluppare la riflessione: i principi generali, il sistema politico istituzionale, il sistema pubblico regionale, il sistema regionale interistituzionale, il rapporto fra istituzioni regionali e società regionale ed il rapporto con le istituzioni extraregionali. “Il recupero di una funzione generale da parte delle Regioni – ha aggiunto il presidente della prima Commissione – consentirebbe di concentrarsi nella elaborazione di politiche territoriali, nella programmazione di azioni che consentano al Mezzogiorno nel suo insieme di raggiungere livelli più avanzati di progresso e benessere. Se si ricompongono in una cornice unitaria il ruolo strategico delle Regioni, una funzione della classe politica più di governo e un protagonismo degli enti locali, che valorizza la relazione di prossimità come elemento di maggiore trasparenza e controllo dell’azione pubblica, si può cogliere l’opportunità dello Statuto per un’opera di rilegittimazione e rigenerazione della politica”. A parere di Luigi Scaglione (Pu), è auspicabile che “idee di decentramento, difesa di identità sociali e di minoranze, rispetto delle titolarità delle autonomie locali, volontà di partecipazione”, non passino in secondo piano “rispetto all'agenda che il Governo nazionale ha tentato di dare riducendo spazi, forme, sistemi di garanzia, anche per gli eletti dal libero popolo lucano”. Per il capogruppo dei Popolari uniti l’obiettivo resta quello di”costruire una regione moderna ed efficiente dove la modernità e la efficienza sono legati alla capacità di utilizzare bene le risorse a propria disposizione”. Alfonso Ernesto Navazio (Ial) ha proposto di affiancare al Consiglio regionale un “Consiglio delle Autonomie locali”, come “risposta possibile all’esigenza di maggiore rappresentatività e pluralità nei processi decisionali. Il rapporto fra Regioni e Autonomie locali apre un grande spazio di inventiva statutaria: se le Regioni non saranno più un ente autoriferito, mimetico e riproduttivo dei vizi del centralismo statale, ma uno strumento di organizzazione dei territori, ovvero una federazione di autonomie”. Per l’esponente di “Io amo la Lucania” occorre cioè “orientarsi verso un nuovo modello di governante territoriale”, passando “dalle ‘Regioni soggetto’ alle ‘Regioni funzione’, potere federato capace di valorizzare le autonomie ordinando ed accompagnando il protagonismo delle tante soggettività locali”. Gennaro Straziuso (Pd) ha espresso soddisfazione per la decisione di trattare la materia dello Statuto in prima Commissione. “Fra il federalismo sempre annunciato e il neocentralismo sempre più praticato – ha detto – non tutto è perduto e si ha la percezione che ci si sta muovendo nella direzione giusta. Occorre superare con armonia le tante criticità presenti – ha concluso – con la consapevolezza del ruolo istituzionale che stiamo esercitando”. Riguardo alle recenti disposizioni del governo in tema di autonomie locali, Franco Mattia (Pdl) ha ricordato “le posizioni comuni e condivise dei presidenti delle Regioni, sia di centrosinistra che di centrodestra”, che chiedono “vengono stralciate integralmente le norme contenuti negli articoli 14, 15 e 16, riferite ai trasferimenti statali alle Regioni, che interagiscono sull'autonomia finanziaria delle Regioni, perché considerati incostituzionali”. Ha inoltre affrontato i temi della governance territoriale e della legge elettorale, proponendo l’abolizione del “listino” e l’introduzione della seconda preferenza. “Se attorno al processo statutario – ha concluso – si svilupperà un dibattito ampio ed approfondito avremo sicuramente riavvicinato le istituzioni regionali all'intera società e contribuito al superamento dello scontro politico istituzionale in atto che va governato e ricondotto a proposte concrete”. “Quello che ci apprestiamo a compiere è un lavoro importante in quanto la nuova Carta costituzionale della Basilicata diventerà lo strumento essenziale per determinare le nuove condizioni di sviluppo sociale, economico e civile della nostra comunità, contando principalmente sulle nostre risorse sia naturali che fiscali e finanziarie”. Lo ha sostenuto il consigliere Antonio Autilio (Idv) il quale ha espresso “preoccupazioni per il federalismo fiscale e per il futuro delle Regioni e per ciò che dovranno sopportare in termini di tagli e di servizi”. Per il capogruppo dell’Api, Alessandro Singetta, “la proposta di legge presentata nel 2004 da De Filippo e riproposta recentemente rappresenta un punto di partenza importante da tenere in debita considerazione, ma che può essere arricchito con il contributo delle riflessioni di oggi e anche guardando agli esiti delle riforme avvenute nelle altre Regioni”. L’esponente di Alleanza per l’Italia ha poi posto l’attenzione sulla revisione del sistema elettorale, sul rapporto con l’Unione europea e su quello tra Stato e Regioni che si modulano su due differenti piani, il primo tra Consiglio regionale, Parlamento e Corte Costituzionale e il secondo tra Giunte e Governo centrale. “Ripartire e non arrivare sarebbe ora cosa grave e non giustificabile”. E' quanto ha sostenuto il capogruppo del Psi, Rocco Vita richiamando tutti al senso di responsabilità e alla consapevolezza che “una nuova Carta porta tutti a rinunciare a qualcosa, nello spirito di servizio per un progetto comune”. “Solo se si da sempre più spazio al pluralismo dei moderni - ha proseguito Vita - e si manda in soffitta il pluralismo degli antichi, si potrà dare uno scossone a quel sistema politico-istituzionale invadente ed asfissiante sul quale ha pesato quella che è stata definita la torsione
assistenziale/amministrativa delle Regioni che in una realtà come la nostra con meno di 600 mila abitanti è diventata la vera emergenza”. Il capogruppo di Sel, Giannino Romaniello si è soffermato sul problema della forma di governo. “Considero non chiusa la discussione sul rapporto fra Giunta e Consiglio”, ha detto esprimendo “un giudizio non positivo sull’idea presidenzialista che si è affermata, visto che ad esempio, il programma della Giunta non viene sottoposto all’approvazione del Consiglio e quindi non è vincolante”. Romaniello ha posto quindi “il problema dell’equilibrio dei poteri”, sostenendo che “la Regione deve essere organo di programmazione, di controllo e di raccordo con le autonomie e non deve occuparsi di gestione”. Quanto al sistema elettorale, anche l’esponente di Sel ha proposto l’istituzione della seconda preferenza, che a suo parere deve essere “di genere”. Ha infine affermato che “non è normale che i cittadini che propongono leggi di iniziativa popolare non ricevono risposte da questo Consiglio”. Il capogruppo di “Per la Basilicata”, Roberto Falotico, nel riconoscere le qualità tecnico - legislative mostrate da Santochirico nella traccia di lavoro svolto, ha sottolineato che “riformare lo Statuto non sarà cosa facile. Oggi abbiamo una grande opportunità, quella di decidere se trasformare in azione ciò che il popolo lucano vuole”. Falotico ha poi posto l'attenzione sul tema della rappresentanza sottolineando che “non è azzerando la possibilità di partecipazione democratica nelle aule parlamentari o in altri contesti istituzionali attraverso la riduzione numerica che si risolvono i problemi economici del Paese. Forse - ha proseguito Falotico - occorrono più puntuali tagli ai costi della politica”. “Al popolo la possibilità di scelta. A quanti forse - ha concluso il capogruppo di Plb - non hanno mai avuto con la preferenza diretta la possibilità di elezione nei Comuni, nelle Province, nei Consigli regionali e che per alchimie legislative oggi si ritrovano nelle aule del Parlamento, sarebbe utile dire che un sistema proporzionale nella nuova legge elettorale regionale darebbe ragione a una più puntuale rappresentatività politica ed istituzionale”. Sottolineando che la discussione sul nuovo Statuto riprende gli sforzi della Commissione istituita nel 2004, il capogruppo dell’Udc Vincenzo Ruggiero ha sostenuto che “occorre uno Statuto moderno, che risponda al problema della ‘desertificazione delle istituzioni’ conseguente all’abolizione delle Comunità montane e delle Province e alla riduzione dei consiglieri regionali, che toglierebbe rappresentanti alle aree interne”. A parere di Ruggiero “c’è il pericolo che il territorio possa restare in balia dei poteri forti e dei grandi gruppi industriali, e lo Statuto, in virtù dei principi ispiratori della solidarietà, della sussidiarietà e della democrazia, deve garantire la rappresentanza delle aree interne”. “E' giunto il momento di affrontare, senza tentennamenti di sorta, una sfida volta a ridisegnare, con determinazione, una Basilicata nuova, sancendo principi che favoriscano la crescita economica, premino il merito, favoriscano la coesione sociale. In gioco c'è la credibilità dell'intera classe dirigente. Occorre offrire alla comunità lucana una Carta al passo con i tempi, espressione di una modernità che ci è richiesta dalle trasformazioni della società”. E' quanto ha affermato il consigliere del Pdl, Michele Napoli sostenendo che è necessario “non rincorrere l'antipolitica ma ragionare sul futuro di questa società”. “Deve finire - ha proseguito Napoli - l'era in cui si agisce senza dar conto delle azioni messe in campo”. Il capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, ha sostenuto che “l’attuale momento storico, la crisi strutturale dei modelli occidentali impongono una nuova visione dello Stato. Non serve modificare i principi fondamentali dello Statuto, mentre c’è molto da fare sulla questione della governance e sull’organizzazione territoriale, sulla sussidiarietà verticale e orizzontale per coinvolgere i territori”. A parere di Pagliuca “non stiamo scrivendo le regole per noi, stiamo scrivendo le regole per il futuro. Abbiamo il dovere di colmare il divario fra le istanze dei cittadini e dei territori e le istituzioni”. Pagliuca condivide l’impostazione metodologica per la riscrittura dello Statuto, “che punta a superare le liturgie del passato, puntando sul lavoro della Commissione aperto al contributo dei soggetti del territorio, che devono potersi confrontare fra loro”. E dice chiaramente “no ai meccanismi elettorali che garantirebbero solo la rappresentanza delle città”, mentre sostiene che occorre “confermare il principio della stabilità dei governi sancito con la norma sull’elezione diretta dei presidenti”. “Il lavoro di ricognizione compiuto dal presidente Santochirico consente di avviare una intensa attività di riscrittura della Carta della Regione, facendone il banco di prova della capacità della classe politica di rinnovare il rapporto con la società lucana, di costruire un modello di democrazia partecipata, di fare della regione un luogo nel quale si contemperino forme diffuse dirette e indirette della rappresentanza”. E' quanto ha sostenuto il capogruppo del Pd, Vincenzo Viti rimarcando l'esigenza di “fare presto e bene, praticando un'immersione nel nostro tempo storico e politico, praticando il senso della misura e rifuggendo dalle sirene ideologiche del populismo. L'auspicio - ha concluso il capogruppo del Pd - è che una feconda convergenza consenta di costruire una carta ‘personalista’, cioè fondata sul valore centrale della persona umana”. “Sono sinceramente soddisfatto – ha detto il presidente della Regione Vito De Filippo concludendo i lavori - per il modo con cui il dibattito si è avviato, a partire dalla qualità del lavoro preparatorio che ci ha sottoposto il presidente Santochirico. Un lavoro stimolante, che non trascura l'aspetto della tempistica, elemento che invito il Consiglio a tenere nella giusta considerazione. Il riassetto della Repubblica in atto potrebbe portare il ritardo della Regione Basilicata nell'adottare lo statuto ad essere un vantaggio”. “Il comun denominatore di questo momento politico, dalla primavera araba, alla Spagna all'Inghilterra – ha aggiunto - è un effetto straordinario di delegittimazione per il quale il sistema pubblico in generale deve fare molto per risalire la china. In questo, l’efficienza della pubblica amministrazione è u tema fondamentale. Il presidente del Copaf, la commissione per l'attuazione del federalismo, Luca Antonini, giudica la Basilicata un'eccezione positiva per a spesa nel panorama delle regioni non solo meridionali, e lo ha manifestato più volte, sulla stampa come nelle iniziative pubbliche a cui partecipa. Ma ci sono condizioni di oggettiva difficoltà. Noi abbiamo un rapporto tra demografia e geografia unico in Italia, di cui anche lo Statuto non potrà non tener conto affrontando il tema della rappresentanza. Come dovrà tener conto, sempre per quel che attiene il rapporto demografia-geografia – ha concluso De Filippo-, di come tenere la rotta nel sempre più complicato momento economico finanziario, facendo tesoro di momenti come la conferenza delle autonomie”.

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