Mercoledì, 20 Aprile 2011 10:48

CUOR DI CERVO

La letteratura è fonte d’ispirazione, in particolare per chi scrive e informa l’opinione pubblica su fatti, misfatti e miserie della propria area di appartenenza. Proprio come la cronaca quotidiana, dalla quale è previsto che scaturiscano disparati commenti e considerazioni, che possono anche non piacere. Il riferimento è alla lettera anonima posta in essere da un altrettanto anonimo untorello contro la collega giornalista Antonella Ciervo de “Il Quotidiano della Basilicata”.

 Uno scritto intimidatorio, pieno di improperi e di poco lusinghieri apprezzamenti rispetto a suoi recenti articoli di cronaca giudiziaria. Capita spesso. Quando il resoconto giornalistico mette in luce aspetti non piacevoli degli altrui comportamenti, i presunti danneggiati (o chi per essi) ricorrono spesso a missive scritte, a telefonate o, se avvezzi all’uso di computer, a messaggi telematici. Fermo restante l’antico principio a cui ci siamo sempre ispirati e, cioè, che ogni qualsivoglia sentenza giudiziale ha valore solo se è passata in giudicato (da ciò l’appellativo di “pregiudicato” con cui qualcuno può, senza tema di querela, essere apostrofato), riteniamo che l’offesa anonima perpetrata ai danni di un operatore dell’informazione, sia un atto di una volgarità e indecenza inusitata. Alla collega va tutta la nostra solidarietà e all’anonimo e vile estensore dell’odioso scritto dedichiamo la definizione che, nell’Iliade, il prode Achille proferisce contro Agamennone, passato alla storia come un famoso codardo:“Occhio di cane e cuor di cervo”. Sicuramente non di “Ciervo”.

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