Venerdì, 10 Dicembre 2010 10:37

BASILICATA: TEMPI LUNGHI PER I CANTIERI

“Se ai 3 mesi e 2 settimane (di media) per i pagamenti alle imprese edili da parte della Pubblica Amministrazione, che fanno della Basilicata la regione “piu' lenta”, aggiungiamo la “ maglia nera” per i tempi di progettazione delle opere pubbliche che, in media da noi richiedono 1075 giorni contro i 900 della media nazionale e i 965 della media meridionale, è più facile comprendere le ragioni che hanno visto per la prima volta insieme in piazza lavoratori, sindacati ed imprenditori edili”. A sostenerlo è il segretario generale regionale della Feneal-Uil Domenico Palma... 

aggiungendo che “secondo i dati più recenti di Bankitalia le stesse sofferenze bancarie delle imprese sono passate dal 2,9% al 3,3% del 2010. La grande difficoltà del settore delle costruzioni – aggiunge – è sintetizzabile in quell’appena 2% in più, rispetto al 2008, del valore degli appalti di opere pubbliche pubblicati, pari a 222 milioni di euro, e si badi bene solo pubblicati e non tutti cantierizzati e non è possibile prevedere nemmeno quando lo saranno. Un ulteriore dato negativo è il cattivo andamento dell’edilizia privata, nonostante siano gli unici cantieri aperti, grazie alle agevolazioni fiscali,mentre le compravendite immobiliari subiscono una secca battuta d’arresto vicino al 10%. La situazione è talmente preoccupante – afferma il segretario della Feneal - che le imprese di costruzioni aderenti all’ANCE, avevano previsto per il biennio 2009-2010 un calo complessivo di circa 220 mila, ad oggi le cifre previste sembrano essere confermate, ma con l’aggravante che è passato un anno senza che il trend negativo sia stato interrotto”. Secondo Palma “ripensare il settore delle costruzioni sarebbe, invece, non solo un volano occupazionale importante, non solo un’occasione per la ricerca applicata al settore, in sinergia con l’università, per l’uso di nuove tecnologie e dei nuovi materiali edili, ma sarebbe anche la condizione essenziale per rivitalizzare il sistema delle imprese operanti nel settore, favorendone anche una maggiore solidità finanziaria, utile a farle competere anche nei mercati internazionali. Ma la rinascita della Basilicata passa anche attraverso distretti formativi e di ricerca ad alta qualità, dicendo basta ad una regione fabbrica di disoccupazione intellettuale, di cervelli che scappano, di una università isolata dal contesto produttivo ed economico. Il degrado della scuola e dell’università è un problema italiano, del quale la nostra regione non e esente, quindi – conclude Palma - bisognerebbe dire basta ad una politica inconcludente e rissosa che ha fallito, di riforma in riforma, l’obiettivo di dare al Paese percorsi di istruzione e formazione al lavoro all’altezza di ciò che avviene in altri Paesi, esigendo per questo un profondo cambiamento”.

 

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