Eravamo oltre un centinaio di cinefili, lì nella sala del Cinema Quinto (attuale sede dell’Archivio di Stato), a deliziarci con la superba interpretazione di Sellers, Chance il giardiniere, un lieve e ingenuo insufficiente mentale che finisce per arrivare sul tetto del mondo, vale a dire sulla poltrona del presidente degli Stati Uniti. Tra il primo e il secondo tempo, alle ore 19 e 30 circa, un rumore sordo e insistente colpì la sala. Pensammo, di primo acchito, che fosse una vibrazione dovuta all’amplificazione della sala da ballo sottostante, ma le file delle poltrone sembravano essere diventati degli enormi serpenti in movimento. Panico, ma contenuto, luci spente, tutti fuori. La città era al buio. Ci rendemmo conto del terremoto appena passato, ma non sapevamo dove e cosa fosse successo. Restammo lì, sulle scale del cinema, in attesa di novità, mentre le luci si riaccendevano e la normalità sembrava essere ritornata. A quel punto, ma in pochissimi, non oltre una decina di spettatori, decidemmo di vedere anche il secondo tempo. Al ritorno a casa, dopo essere stati aspramente rimproverati per non aver dato notizie, apprendemmo che il sisma aveva devastato Potenza, la sua provincia e la vicina Irpinia. Da allora scattò l’emergenza. Molti di noi partirono per dare soccorso alle popolazioni. Molti si impegnarono nel coordinamento della raccolta di indumenti e nel trasporto delle tante roulottese che fecero da casa alle migliaia di terremotati. Personalmente, fui contattato dal “Save the Children Fund” tramite i rappresentanti italiani del British Council per gestire i primi autotreni di soccorsi inviati dall’Inghilterra. Il primo problema da risolvere fu quello della distribuzione di viveri e vestiario. A Una settimana di distanza, i paesi dell’epicentro erano rigonfi di generi alimentari e di giacche a vento. La soluzione la offrì una grande persona, che aveva avuto il compito di monitorare la situazione igienico-sanitaria e intervenire, di riflesso, sulla destinazione degli aiuti. Il prof. Rocco Mazzarone (scomparso non molto tempo fa) ci disse di evitare Balvano e Muro lucano e di puntare su Brienza, S.Angelo le Fratte e Sasso di Castalda. Così facemmo e fu la scelta giusta. Nei mesi successivi organizzammo una base di smistamento a Matera, in collaborazione con la direzione dell’Archivio di Stato e con il Vescovado di Tricarico, che ci prestò i locali per stivare le merci. Dopo aver distribuito quintali di vestiario, disinfettanti, pale, picconi, fornelli a gas e altri generi di questo tipo, ci ponemmo il problema di fermare la raccolta, ormai inutile, di questa mercanzia e di orientare gli sforzi su altro. Grazie alla generosità degli amici britannici, in sei mesi, fu possibile dotare Brienza e Sasso di Castalda di due (o tre) prefabbricati leggeri da utilizzare come scuole nelle frazioni di campagna e, in un anno, un prefabbricato pesante, destinato a centro polifunzionale didattico (completo di tutto) fu portato e montato a S.Angelo Le Fratte. Tutto ciò fu possibile grazie all’impegno senza risparmio dei signori James e Giovanna Guzzelloni Mourton, veri amici della Basilicata, passati da tempo a miglior vita. Anche grazie al loro impegno la Basilicata è risorta dalle macerie.